Chief Information Officer: Come cambia il ruolo del CIO? Quali competenze servono? Innovazione e stabilità, come equilibrare il business?
La sfida principale è oggi rappresentata dalla velocità del cambiamento. I cicli di evoluzione delle tecnologie sono sempre più brevi. Non si tratta soltanto di adeguarsi alle esigenze dei clienti, ma anche di anticipare i concorrenti. Con la proliferazione dei sistemi e delle applicazioni, on premise e in cloud, emerge la necessità di unificare le informazioni e concentrarle in unico punto per poterle analizzare.
Alcune aziende non affrontano il problema, perché lo considerano troppo difficile. Semplicemente, non sanno da dove cominciare. Ma in realtà, sviluppare un framework o un piano di continuità aziendale significa lavorare attraverso una serie di processi, raccogliere informazioni e assicurarsi di aver coperto tutte le basi. Mettendo in piedi una simile struttura, il compito si riduce poi a regolare monitoraggio e revisione. Lo sviluppo di un framework e di un piano è responsabilità del Chief Information Officer, che lavorerà insieme ad altro personale chiave all’interno dell’organizzazione.
Anche se si sono prese tutte le accortezze del caso nel predisporre un piano di continuità aziendale, il peggio potrebbe ancora accadere e per tornare al “business as usual” potrebbe volerci qualche giorno o anche di più. Per questa ragione, il piano dovrebbe includere alcune misure pratiche per andare avanti in questo tipo di situazione, stabilendo quali sono i vostri servizi assolutamente critici e come poter continuare a fornirli. La sfida per i CIO e gli altri responsabili della pianificazione della continuità aziendale è che i piani sono spesso testati solo quando sono necessari. A quel punto, se ci sono dei difetti, è troppo tardi per porvi rimedio. Ci sono due modi per affrontare questo problema. Il primo è quello di stabilire la regola secondo cui, ogni volta che viene aggiunto un nuovo elemento tecnologico o che avvengono cambiamenti o aggiornamenti, il piano di continuità aziendale va rivisto in modo che sia le procedure interne sia gli impegni SLA possano essere controllati. Inoltre, dovrebbero essere inserite nel programma generale di revisione del board aggiornamenti regolari e completi.
Chief Information Officer – Dati, analytics e formazione
L’evoluzione della figura del CIO include necessariamente una formazione e una attenzione alle tendenze di mercato costanti.
Secondo una ricerca condotta Osservatorio Big Data & Business Analytics della School of Management del Politecnico di Milano ad investire in soluzioni di Big Data e Analytics sono soprattutto le grandi imprese. Qui il 96% dichiara di aver proseguito attività di valorizzazione del patrimonio dati aziendale. Il 42% ha iniziato a sperimentare soluzioni o a ottenere competenze in ambito di Advanced Analytics. Tecnologie avanzate come Machine Learning e Intelligenza Artificiale giocheranno un ruolo fondamentale nell’evoluzione verso un’economia. Non solo quella fondata sui dati, ma sulle informazioni che questi stessi dati contengono.
Sempre più spesso si pone l’accento sulla loro importanza, e a ragione, perché rappresentano le fondamenta da cui partire. Senza una base di dati solida, affidabile ed estesa non è possibile analizzare il passato per predire il futuro dal punto di vista del business. E se non si hanno i dati giusti a disposizione, è difficile prendere decisioni informate e tempestive. Fondamentali per competere nel mondo attuale in cui il concetto di tempo reale ha davvero trovato la sua celebrazione. Le esigenze dei clienti cambiano in continuazione come pure le indicazioni normative. E di fronte a un panorama competitivo in continua evoluzione, solo una costante attenzione a leggere i movimenti del mercato può garantire a ogni organizzazione la giusta competitività.
Sfide tecnologiche per il Chief Information Officer
L’utilizzo della tecnologia è cresciuto in maniera esponenziale durante la pandemia, generando volumi senza precedenti di dati aziendali di importanza fondamentale. Questi dati saranno alla base della trasformazione digitale di numerose aziende.
Al contempo molte organizzazioni si trovano ad affrontare problematiche significative nell’elaborazione degli stessi. Ad esempio, attualmente vi sono problemi di latenza che rendono inefficiente inviare grandi volumi di dati da elaborare nel cloud. Questo è un campo di applicazione dove l’edge computing può avere un ruolo importante nel creare efficienza e sostenere la futura crescita delle aziende.
Inoltre, facciamo sempre più affidamento sui dati. Le aziende hanno bisogno di averli prontamente disponibili per innovare in tempo reale. Questa esplosione di dati ha determinato la necessità urgente da parte delle aziende di massimizzare l’utilizzo di tecnologie quali l’intelligenza artificiale (AI), l’edge computing e il 5G. Il top management delle aziende si sta focalizzando sulle infrastrutture richieste da queste tecnologie. E sul ruolo che l’edge computing può avere nell’ottenere un vantaggio competitivo attraverso una digital transformation più rapida.
Il Chief Information Officer deve promuovere l’innovazione
Quando si tratta di infrastrutture, i requisiti tanto complessi quanto diversificati delle applicazioni di oggi conducono inevitabilmente a strategie multi-cloud. Le aziende si stanno concentrando sull’accesso a piattaforme multi-cloud, in grado di supportare qualsiasi applicazione, su qualsiasi cloud, su qualsiasi dispositivo. Una scelta verso la semplicità e una storia di innovazione, allo scopo di offrire accesso e consumo di app capaci di sfruttare l’IA e il ML in estrema facilità e trasparenza.
Le applicazioni sono oggi nel radar dei responsabili delle aziende leader. Una recente ricerca di Forrester ha evidenziato che l’88% dei dirigenti ritiene che la customer experience possa essere migliorata proprio arricchendo i propri portafogli di applicazioni, con l’82% che dichiara un legame diretto tra customer experience e incremento dei ricavi. Tuttavia, in un momento in cui le organizzazioni hanno bisogno di trovare nuovi modi di fare business) questa nuova ricerca volta a migliorare e guidare il successo aziendale è spesso ostacolata da architetture complesse e dall’approccio incoerente dell’IT alla creazione, all’esecuzione, alla gestione e alla protezione delle applicazioni.
La complessità e l’espansione organica di cloud privati e pubblici accanto a data center on-premises, così come i corrispondenti silos dei team, caratterizza oggi molte infrastrutture IT aziendali. Disporre di diversi ambienti può offrire dei vantaggi, perché le infrastrutture coinvolte possono adattarsi alle esigenze aziendali e ai meccanismi di distribuzione o alle applicazioni, tuttavia anche il multi-cloud deve essere in grado di garantire la coerenza delle operazioni. Un recente studio di VMware ha rilevato che il 63% delle organizzazioni riconosce l’incoerenza tra cloud come una delle principali sfide del multi-cloud, poiché può profilarsi nuovamente il pericolo di ricreare i vecchi silos IT.
In definitiva, i Chief Information Officer si trovano di fronte a continui cambiamenti e sono chiamati a interpretare bene e rapidamente ogni mutazione del panorama tecnologico e IT. Un team affiatato e debitamente formato è essenziale per una evoluzione continua e una trasformazione “seamless”.
(Continua a leggere, nelle prossime pagine riportiamo il parere dei Big del settore)