Immersive Education, intervista a Orazio Stangherlin, di Arcadia Consulting

“Immersive Education”, intervista a Orazio Stangherlin, CEO di Arcadia

Intervistiamo Orazio Stangherlin, Founder & CEO di Arcadia Consulting, per parlare di “Immersive Education” e di come la tecnologia possa diventare un reale strumento di apprendimento.

– Come si posiziona Arcadia Consulting, oggi, sul mercato italiano e globale?
Arcadia oggi ricopre il ruolo di innovatore, sta aprendo il mercato Education Technology (edtech) in Italia, un mercato finora non esistente. Il settore più vicino infatti è quello dei corsi tradizionali in eLearning; ma Arcadia realizza prodotti digitali estremamente interattivi, gamificati, utilizzati all’interno di metodologie emergenti come il social learning, la flipped classroom, la gamification, l’Immersive Education.
Gli ingenti investimenti in ricerca e sviluppo di modelli di apprendimento innovativi, hanno generato un proprio framework metodologico AAL, Arcadia Augmented Learning: un’interpretazione disruptive della digital transformation dell’apprendimento riconosciuta anche dalla società di advisoring internazionale GARTNER, che ha inserito Arcadia nel report Cool Vendor 2016 in Italy. Lo stesso framework ha vinto alcuni giorni fa il premio Digital 360 Awards 2016 come primo classificato nella categoria Smart Working, Collaboration & eLearning. Ci confrontiamo costantemente con player internazionali e, nonostante la Digital Transformation in Italia sia ancora in fase iniziale all’interno delle organizzazioni, vogliamo essere pronti anche anticipando sul territorio nazionale alcuni trend che sono già confermati all’estero.
Tra questi, scenari aziendali in realtà virtuale in cui simulare processi aziendali, materiali didattici in realtà aumentata, etextbook adattivi, simulatori comportamentali, video interattivi gamificati e altri prodotti digitali che rendono l’apprendimento adattivo. Questo approccio e questi oggetti digitali, nativamente multilingue, sono ideali per aziende internazionali e proiettano Arcadia in un mercato globale. I primi passi attuati sono stati quelli di realizzare dei progetti internazionali assieme a centri di ricerca e università italiane e straniere.
L’edtech a livello internazionale, può vantare aziende ed istituzioni che investono maggiormente sull’innovazione rispetto al mercato italiano, e questo, viste le soluzioni disruptive che Arcadia propone (ad esempio siamo stati i primi al mondo a proporre sul mercato un simulatore di community management), garantisce enormi possibilità di sviluppo e crescita. Inoltre alcuni oggetti didattici che realizziamo sono innovativi anche per il mercato internazionale, e questo ci permette di affacciarci al mondo globale come player di riferimento, non solo italiano nel settore Education & Learning.

– Quali sono i Vostri focus e le strategie per il 2016/2017?
Arcadia vuole diventare punto di riferimento per la digital transformation dei processi People e Learning, nel mercato internazionale dei settori Corporate ed Education. Vogliamo supportare le aziende nei processi di Digital Transformation soprattutto per la parte di Selezione ed Onboarding, Formazione e Sviluppo delle persone e nel mondo delle Scuole/Università, in cui già cominciamo a muovere i primi passi, per contribuire alla crescita formativa dei giovani, anche attraverso la formazione del corpo docenti, insegnando loro nuove metodologie didattiche supportate dalle tecnologie di frontiera: insegnanti che diventano sempre più facilitatori Social e Digital e che hanno bisogno di essere accompagnati in questo processo di cambiamento.
“Quasi il 25% dei dipendenti lascia volontariamente il posto di lavoro a causa della mancanza di sviluppo e formazione. E’ importante creare un apprendimento che coinvolga i dipendenti” (fonte: Lynda.com). L’obiettivo principale rimane quello di rendere l’apprendimento più facile, più veloce, più divertente e coinvolgente, per liberare tempo alle persone che possono impiegarlo per fare altro. E semplice: i nostri oggetti didattici sono caratterizzati da una semplicità d’uso, in quanto siamo convinti che la tecnologia a supporto debba essere semplice da usare, per facilitare l’accesso alle informazioni, in modo che l’apprendimento sia immersivo, accessibile a tutti e metta in connessione le persone anche attraverso i più svariati supporti (smartphone, tablet, pc, smartwatch…).
La strategia di sviluppo di Arcadia prevede una crescita sia territoriale, su mercati internazionali, sia un allargamento di linee di prodotto innovative e uniche (smart agent, simulatori in realtà virtuale, game digitali) che renderanno l’apprendimento sempre più un’esperienza piacevole, naturale, facilmente accessibile e sempre meno una mera acquisizione passiva di contenuti.

– Quale segmento reputate maggiormente strategico in ottica di sviluppo del Vostro business?
Sicuramente l’Immersive Education è l’ambito di sviluppo maggiormente strategico per Arcadia. L’apprendimento sta diventando sempre più un’esperienza fatta di situazioni immersive, di simulazioni, di interazioni continue e intelligenti con smart learning object.
Questo mercato di enorme potenziale è trainato dalla forte diffusione dei dispositivi HMD, per la realtà virtuale, gli ologrammi e la realtà aumentata. Stiamo parlando di Oculus, GearVR, Google CardBoard, Microsoft Hololens, dispositivi estremamente affascinanti, che alimenteranno la creazione di contenuti digitali in vari settori (education, health, entertainement, etc). Questo segmento è in stretta correlazione con i trend mondiali che disegnano un apprendimento sempre più personalizzato, immersivo, adattivo e che mette al centro il discente, come parte attiva del proprio processo di formazione e sviluppo.

– Come coniugate un retaggio di tipo consulenziale per il finance con le nuove forme di apprendimento digitale? Quali vantaggi possono derivarne secondo voi?
Le nuove forme di apprendimento digitale sono un ottimo facilitatore al rethinking dei processi aziendali e dei modelli di business e al processo di cambiamento delle competenze delle persone che questi nuovi modelli di business inducono. Oggi l’area finance sta subendo fortemente la rivoluzione digitale e il cambiamento in atto sta creando un forte divario tra le organizzazioni parte attiva del cambiamento e quelle invece resistenti al cambiamento.
Ovviamente il ripensamento delle attività finance in ottica digital portano a maggior velocità nell’esecuzione di nuovi business, a modalità alternative di finanziamento dei progetti, a fortissimi risparmi di tempo grazie a operazioni finanziarie via via più facili e a portata di click, a creazione di nuovi ruoli.
Sistemi blockchain, Big Data, Data Analysis, smart agents, modelli predittivi e adattivi diventeranno a breve di dominio quotidiano nel settore finance.

– Quali sono i punti di forza del Vs. modello di apprendimento? Più in dettaglio può spiegarci come le tecnologie possano diventare reale strumenti di apprendimento?
Il nostro framework Arcadia Augmented Learning, mix di metodologie didattiche innovative e tecnologie di frontiera a supporto, è frutto di 2 anni e mezzo di studio e ricerca, in cui abbiamo provato e testato circa 205 app, 25 piattaforme, 40 simulatori comportamentali, 100 contenuti in Realtà Virtuale, etc. La scelta di quali metodologie utilizzare (e di conseguenza delle tecnologie di supporto) non è quindi casuale, ma il risultato di queste sperimentazioni, supportate anche da ricerche con alcuni importanti atenei e centri di ricerca.
La forza del nostro framework sta nella base pedagogico-educativa delle metodologie utilizzate (Learner-centered teaching & Immersive Learning), quali Immersive Education, Personalized Learning, Flipped Classroom, Social Learning, Adaptive Learning, Gamification, Bite Sizing…; sta nell’avere trasformato l’esperienza dell’apprendimento, attraverso Realtà Aumentata, Realtà Virtuale, video interattivi, simulatori comportamentali, etc., rendendola più facile, più veloce, più naturale ed ingaggiante per le persone. L’utilizzo delle nuove tecnologie di frontiera ci ha dato la possibilità di rendere immersiva l’esperienza dell’apprendimento. Ad esempio attraverso uno scenario in Realtà Virtuale possiamo simulare un discorso in pubblico, visualizzando la platea difronte a noi e la possibilità di far scorrere la propria presentazione, registrandosi e riguardandosi, allenandoci a migliorare. Abbiamo creato un percorso di onboarding gamificato, AAL People, che permette alle aziende di integrare il processo di selezione ai primi giorni di inserimento in azienda del discente, dando un feedback anche a chi non supera tutte le fasi della selezione (progetto che ha ottenuto la menzione speciale alla decima edizione del Premio Aldo Fabris 2016). Abbiamo costruito un simulatore comportamentale per allenarci al ruolo di community manager, etc… Per promuovere e diffondere un nuovo modo di sviluppare le competenze digitali all’interno delle organizzazioni aziendali, abbiamo costruito un percorso di una giornata Deminar Lifetech, che ha vinto il premio AIF Adriano Olivetti 2015, in due categorie “Comunicazione e Fundraising” e “Nuova Tecnologia e digitale”.
Altra caratteristica che ci contraddistingue è che investiamo in modo costante nella Ricerca, attraverso un team dedicato, con collaborazioni strutturate con Università prestigiose italiane ed internazionali e centri di ricerca, e facciamo continuo scouting di trend sociologici, metodologici e tecnologici che impattano nell’apprendimento delle persone e quindi nei percorsi di change management nelle organizzazioni e abbiamo un team di 8 persone che si occupano dello sviluppo dei prototipi e dei progetti.

– Lo stimolo dell’engagement attraverso il divertimento implicito nel percorso di formazione che proponete risulta efficace con tutti?
Certamente! In realtà l’engagement si crea sia attraverso il divertimento, sia attraverso l’immersività, e quindi l’alta interattiva con cui sono costruiti i nostri percorsi formativi, il fatto che le persone vivono un’esperienza, quindi non apprendono solo attraverso un passaggio di informazioni, ma anche attraverso le emozioni, che come le neuroscienze ci insegnano, impattano molto di più nella nostra memoria. Questo modo di fare formazione risulta efficace per tutti, quindi non c’è distinzione di sesso o scolarità o età; risulta maggiormente efficace in quelle organizzazioni in cui la digital transformation è già in atto, è supportata dal top management, e le persone hanno un buon feeling con l’uso dei device, perché ne fanno già un uso quotidiano al lavoro.

– Quali sono le impressioni dei Vs. clienti?
I nostri clienti sono assolutamente entusiasti: al termine delle nostre giornate di formazione dobbiamo “invitare le persone ad uscire dall’aula” perché rimarrebbero a provare e sperimentare ad oltranza. Vediamo i volti sorridenti durante la fruizione dei corsi: in termini di engagement i risultati ottenuti sono davvero entusiasmanti. Per quanto riguarda l’efficacia e l’efficienza dell’apprendimento stiamo anche sviluppando alcune ricerche in collaborazione con alcune Università per misurare l’impatto formativo attraverso una griglia di indicatori che abbiamo già costruito. Ci stiamo attivando anche in ambito internazionale attraverso alcuni progetti europei perché siamo convinti che sia fondamentale il confronto con università e centri di ricerca attivi oltre i confini del nostro territorio nazionale. Oggi i nostri clienti, dopo aver sperimentato questa nuova esperienza formativa, non ci chiedono più formazione tradizionale: e anche questo è un dato oggettivo concreto riguardo al positivo impatto del nostro learning framework.