Wallife Young, si è parlato di educazione, di cyberbullismo e della protezione dai rischi derivanti dall’utilizzo improprio delle tecnologie digitali.
Si è svolto in collaborazione con l’Università LUISS, che ha visto la partecipazione di rappresentanti accademici, esperti di comunicazione e del mondo digitale confrontarsi sul tema del cyberbullismo e di come tutelare ragazzi e bambini dalle violazioni digitali.
Maria Enrica Angelone, CEO di Wallife
Per ridurre i rischi per i giovani e garantire una navigazione sicura nel mondo digitale, è fondamentale promuovere lo sviluppo delle competenze necessarie per tutelarsi. L’incontro di oggi nasce da questa esigenza e rappresenta un’ulteriore opportunità per comprendere meglio le dinamiche di un mondo sempre più digitale a cui i nostri figli sono esposti ogni giorno.La conoscenza rappresenta il miglior strumento di difesa e solo con un utilizzo consapevole è possibile sfruttare tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Per questo motivo, Wallife studia e analizza anche le tecnologie maggiormente usate dai ragazzi, come ad esempio il metaverso per quanto riguarda il gaming, per investigare sulle potenziali violazioni e sulle soluzioni migliori da proporre anche ai più giovani.
Nel corso della tavola rotonda sono intervenuti Fabio Sbianchi, Fondatore e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Wallife; Maria Enrica Angelone, CEO di Wallife; Michele Costabile, Professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese (Marketing) presso l’Università Luiss di Roma; Gianluca Marcialis, Professore di Tecnologie Biometriche presso l’Università di Cagliari; Marco Camisani Calzolari, esperto di comunicazione e Divulgatore Scientifico; Manuela Baldo dell’Associazione SoprusiStop e Valerio Mammone, Direttore Editoriale di ScuolaZoo.
Nativi digitali e dialogo intergenerazionale
Per Michele Costabile, Professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese (Marketing) presso l’Università LUISS di Roma, stiamo vivendo un’evoluzione da una generazione di nativi digitali, la Generazione Z (nati dal 1997 al 2012), che non può immaginare la propria vita senza i dispositivi digitali, a una generazione di nativi social a tutti gli effetti, ovvero la Generazione Alpha (nati dal 2013 al 2023).
In questa fascia d’età, ben il 62% dei bambini inizia a usare dispositivi mobile prima dei 5 anni e, addirittura, 1 bambino su 2 possiede un device a proprio uso esclusivo.
Siamo di fronte a un utilizzo pervasivo della tecnologia, basato sull’individualità e la comunicazione one-to-one, che spesso sfugge al controllo genitoriale: quest’ultimo aspetto è ciò che differenzia le nuove generazioni da quelle precedenti, ovvero una maggiore difficoltà nell’intervenire in maniera efficace sulle interazioni con il mondo digitale.
Va infatti considerato che, se da un lato l’uso di strumenti digitali, connessi e interattivi stimola lo sviluppo di attività cognitive e il pensiero creativo, dall’altro, espone gli utenti più giovani a una serie di rischi che non possono essere sottovalutati.
Cyberbullismo e non solo, aiutare ragazzi e famiglie
In questo contesto, diventa quindi necessario aiutare ragazzi e famiglie ad avere un approccio consapevole, sensibilizzandoli sull’importanza di un utilizzo corretto della tecnologia e fornendo loro gli strumenti e le conoscenze necessarie per tutelarsi attraverso un approccio preventivo.
Gli esperti intervenuti hanno posto l’attenzione sull’importanza di alimentare un dibattito focalizzato su un utilizzo della tecnologia che sia sostenibile, inclusivo e intelligente, in grado di cogliere appieno i grandi vantaggi che questa offre. Per questo, il ruolo dell’educazione è cruciale e necessita di una maggiore sensibilizzazione rispetto alle responsabilità delle figure che si occupano di formare le generazioni future, come famiglie e istituzioni scolastiche.
Genitori e docenti devono fare da ponte tra i ragazzi e i device tecnologici, non solo fornendo loro le conoscenze necessarie per un corretto utilizzo ma acquisendo essi stessi le competenze necessarie. Questo passaggio può essere facilitato e abilitato anche dalle aziende, che spesso operano in contesti altamente tecnologici e hanno l’expertise necessaria per aiutare scuole e famiglie in questo ambito.
La tecnologia come strumento per contrastare abusi e violazioni
Gian Luca Marcialis, Professore di Tecnologie Biometriche presso l’Università di Cagliari, ha presentato BullyBuster, progetto interuniversitario realizzato in collaborazione con gli atenei di Napoli, Bari e Foggia che ha portato allo sviluppo di un’App che integra intelligenza artificiale e machine learning per monitorare e tutelare i ragazzi da episodi di bullismo, cyberbullismo e violenza online, specialmente nell’ambiente scolastico.