Cloud, i trend italiani più significativi secondo Oracle

All'interno dell'Oracle Tech Summit, il VP e Cloud Tech Country Leader Andrea Sinopoli ha delineato le tendenze nell'uso di cloud in Italia e le strategie dell'azienda.

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Nel corso dell’edizione milanese dell’Oracle Tech Summit, Andrea Sinopoli, VP e Cloud Tech Country Leader di Oracle ha tratteggiato con alcuni dati i trend relativi al cloud Oracle, segnalando che nell’ultimo anno il consumo del cloud è aumentato di circa il 50%. Questo ha portato a ben 14.000 il numero di aziende e organizzazioni pubbliche italiane clienti di Oracle e a circa 200 quelle di livello enterprise.

Inoltre, la Cloud Region italiana di Milano, parte di una rete globale che al momento conta 41 strutture nel mondo, è tra le prime in Europa a fornire servizi, oltre che IaaS e PaaS, anche SaaS (come ERP, EPM, SCM, HCM e CX).

I trend del cloud in Italia

In questo momento – afferma Sinopoli –, i servizi finanziari e le Pubbliche Amministrazioni sono i settori che adottano maggiormente il cloud di Oracle con diverse tipologie di progetti, tra cui svuotamenti completi di datacenter, grandi iniziative di consolidamento, nuovi modelli di sourcing (compresa la DC Exit), migrazione e modernizzazione di sistemi legacy. Piuttosto che la realizzazione di nuove piattaforme digitali le quali sfruttano l’opportunità di modernizzare all’interno nuove soluzioni che vengono sviluppate usando anche le tecnologie più all’avanguardia quali l’intelligenza artificiale e il machine learning”.

I trend italiani che secondo Sinopoli porteranno un’accelerazione nell’adozione del cloud nel prossimo futuro sono essenzialmente tre: il costo dell’energia, che pesa sul bilancio e comprime ancora di più le risorse disponibili per l’innovazione;  l’obsolescenza della base installata che oggi, dalle analisi effettuate da Oracle, ha costi associati che possono arrivare al 30-40% del budget IT; le sollecitazioni legate ai fondi del PNRR, specie per il settore pubblico, che sta anche affrontando l’importante percorso verso il Polo Strategico Nazionale, in cui Oracle è coinvolta direttamente.

Oracle Cloud Infrastructure cloud ibrido

20 miliardi di investimenti e 41 cloud region

Negli ultimi sette anni nel cloud Oracle ha investito oltre 20 miliardi di dollari – aggiunge Sinopoli – e questo ci ha permesso di recuperare il gap temporale che avevamo rispetto agli altri hyperscaler potendo posizionarci su scala mondiale tra i quattro che offrono servizi cloud di tipo infrastrutturale”.

Tali investimenti sono stati soprattutto rivolti al rilascio di cloud region sul territorio mondiale.Infatti, la capillarità delle cloud region è uno dei nostri capisaldi – sottolinea Sinopoli –. Oggi ne abbiamo 41 e altre 9 sono in fase di realizzazione”.

Il 2023 vedrà anche le nuove “cloud region sovrane” di Madrid e Francoforte che, attraverso il “realm” sovrano dedicato alla UE, completamente isolato dagli altri realm commerciali di public cloud, saranno riservate alle esigenze delle realtà pubbliche e private che hanno i requisiti più stringenti in termini di gestione e residenza del dato all’interno dell’Unione Europea.

Il secondo filone di investimento per Oracle è quello dell’innovazione. “Stiamo sviluppando, e continueremo a sviluppare, tecnologie innovative anche in ambito cloud”, precisa Sinopoli.

Tre approcci per il multicloud

Fin da subito Oracle ha creduto alla bontà dell’approccio multicloud. “Abbiamo iniziato con una partnership con Microsoft Azure qualche anno fa – racconta Sinopoli –. Oggi 12 delle nostre cloud region sono nativamente interconnesse con Oci e garantiscono un approccio trasparente per il cliente. E abbiamo realizzato il multicloud anche con altri provider.

Il secondo approccio riguarda il cloud distribuito. Oracle è in grado di portare, con diverse opzioni, il cloud dove serve al cliente per poter facilitare importanti progetti di trasformazioni, anche per le applicazioni mision critical, con una serie di opzioni senza cambiare minimamente il contenuto tecnologico offerto.

Il terzo elemento su cui Oracle ha concentrato le proprie energie nell’ultimo periodo è quello dell’hyperscaling cloud. “Ossia non solo di servizi PaaS e Oci – conclude Sinopoli –, ma anche di infrastrutture pensate per i database Oracle, un’offering di grande contenuto tecnologico, completa, performante e sicura che comprende componenti di innovazione importanti come l’intelligenza artificiale e il machine learning. Un’infrastruttura nativamente integrata con i nostri servizi SaaS”.