Durante l’evento CA Technologies “Donne al cuore dell’Innovazione Digitale” si è parlato di come rilanciare le discipline STEM, per superare gli stereotipi di genere che le caratterizzano.
L’incontro ha permesso di approfondire le tematiche della ricerca “Digital gender gap: valorizzare il talento femminile nel settore tecnologico”, condotta da NetConsulting cube per CA Technologies e Fondazione Sodalitas. L’indagine fotografa la situazione italiana delle donne impegnate in campo tecnologico, all’interno di un campione di 60 aziende coinvolte online, e gli orientamenti degli studenti delle scuole superiori in tema di future scelte formative e professionali.
Secondo quanto riportato dai Responsabili delle Risorse Umane intervistati da Netconsulting cube, infatti, nel 70% delle aziende interpellate la quota di donne che attualmente ricopre ruoli tecnico-scientifici è inferiore al 25% del totale degli addetti impiegati in questi ambiti, una percentuale che scende al 10% nel 68% delle stesse realtà quando vengono considerati i livelli manageriali/dirigenziali.
Il divario di genere è quindi ancora molto elevato – lo rileva circa un terzo degli intervistati – anche se oltre il 50% dei direttori del personale partecipanti all’indagine ritiene che si tratti di un fenomeno in progressiva riduzione.
Per quanto riguarda il tema dei livelli salariali, secondo il 70% degli intervistati la Retribuzione Annua Lorda delle donne specializzate nell’IT è in linea con quella dei colleghi dell’altro sesso, a parità di ruolo e anzianità. Solo il 16,7% ha dichiarato salari inferiori del 10% per le donne a livello quadro, mentre il 12,5 ha evidenziato una disparità del 10% per le donne dirigenti.
Dando per assodate le competenze tecniche richieste nei vari settori professionali, le donne dimostrano attitudini molto spiccate in termini di soft skill. In particolare, i Responsabili delle Risorse Umane sottolineano come, rispetto ai colleghi maschi, siano più inclini al problem solving (75%), al multitasking (62,5%), alla gestione dei rapporti interpersonali e al team working (45,8%). Il 41,7%, inoltre, riconosce alle donne anche maggiore creatività e propensione all’innovazione.
Secondo i Responsabili delle Risorse Umane coinvolti nell’indagine, le disparità numeriche tra uomini e donne in ambiti STEM deriva dall’attuale difficoltà nel reperire risorse di sesso femminile con competenze in discipline tecnico-scientifiche soprattutto a causa delle resistenze culturali interne all’organizzazione (45,8%), ma anche della mancanza sul mercato di laureate nelle discipline tecnico-scientifiche (29,2%) e dello scarso interesse da parte delle donne verso le professioni legate a tematiche di Information Technology (29,2%).
Per colmare questo gap e attrarre un numero più elevato di risorse femminili, una buona parte dei direttori del personale – di concerto con i vertici aziendali – è impegnato nello sviluppo di pari opportunità di carriera rispetto agli uomini (47,8%), nella maggiore disponibilità di soluzioni lavorative part-time e flessibili, anche di smart working (43,4%), nonché nello sviluppo di percorsi formativi ad hoc per potenziare le competenze tecnico-scientifiche (30,4%).
Sostanzialmente in linea con quanto riportato dai colleghi delle risorse umane risultano le risposte dei Responsabili dei Sistemi Informativi interpellati da NetConsulting cube, anche se con interessanti spunti quando il manager responsabile della divisione informatica è donna (37,8% dei casi).
Un primo elemento da sottolineare riguarda la presenza di addetti di sesso femminile nelle strutture Information & Communication Technology (ICT). Il 54% ha un titolo universitario e il 40% di queste ha una laurea in discipline STEM, con Ingegneria Informatica e Scienza dell’Informazione in testa. A fronte di una presenza femminile complessiva del 22,6% nelle aree ICT delle aziende del panel, nei casi in cui a guidare la struttura sia una donna la quota aumenta fino a raggiungere il 37,9%, mentre scende al 13,9% quando alla guida c’è un uomo.
I risultati relativi all’inquadramento aziendale nelle organizzazioni ICT delle imprese interpellate rivelano una percentuale di donne a livello quadro pari al 49%, laddove il responsabile è una donna, e al 18,1% nei casi in cui a capo della struttura è un uomo. Dello stesso tenore i dati riguardanti la quota di donne dirigenti, che dal 3,5% nelle organizzazioni informatiche guidate da una donna si fermano all’1,4% se il responsabile è un uomo.
I ruoli principalmente ricoperti dalle donne in ambito tecnologico sono quelli di Responsabili di Area (48,6%), Project Manager (45,7%) e Sviluppatori/Programmatori (31,4%). Nelle organizzazioni ICT guidate da una donna, il profilo femminile prevalente è quello di Project Manager. Nei casi in cui è un uomo a dirigere la struttura, le donne sono più spesso impiegate nel ruolo di Sviluppatori / Programmatori.
Mediamente, nel 2016 le figure di Project Manager e Sviluppatori/Programmatori saranno ancora le più ricercate nell’ambito delle divisioni ICT. Dall’indagine emerge inoltre un crescente interesse verso l’assunzione di donne con profili adeguati a ricoprire il ruolo di Digital Manager, nelle aziende in cui il responsabile della funzione informatica è un uomo, e di Data Scientist dove invece è una donna a capo della struttura ICT.
In generale tutti i Responsabili dei Sistemi Informativi contattati sono concordi sul fatto che nei dipartimenti informatici le donne siano sottorappresentate nelle posizioni manageriali e di responsabilità e che le aziende dovrebbero incentivare una loro maggiore presenza, in linea con quanto espresso dai colleghi delle risorse umane. Approfondendo le domande, però, la ricerca ha rivelato che, relativamente all’evoluzione del fenomeno di gender gap nell’ambito tecnologico, i pareri di donne e uomini sono discordanti: oltre il 60% dei CIO uomini infatti afferma che il divario esiste ma si va riducendo (una percentuale ancora più elevata rispetto a quanto emerso dalle interviste ai direttori del personale), mentre secondo una percentuale sostanzialmente simile di donne (59%) il divario di genere è, al contrario, ancora molto elevato. Secondo queste ultime, sono proprio gli stereotipi di genere associati alle competenze tecnico-scientifiche (76,5%) la principale causa della minore presenza di donne in ambito ICT, mentre per gli uomini è la cultura aziendale a rappresentare il principale ostacolo (40,9%).
Qualcosa però sta cambiando e si deve anche alle peculiarità dell’universo femminile, sia lato fornitore sia lato cliente. Tutti i Direttori dei Sistemi Informativi intervistati ritengono infatti che le donne avranno un peso sempre più rilevante nella richiesta di prodotti tecnologici molto personalizzati e dotati di maggiori funzionalità e servizi (il 73,1% si dichiara abbastanza/molto d’accordo) e che, di conseguenza, l’inserimento di donne all’interno dei team di sviluppo di nuovi prodotti/servizi tecnologici può dare un contributo significativo alla creazione di offerte maggiormente in grado di cogliere e indirizzare le esigenze dell’utenza femminile (92,7% d’accordo/molto d’accordo).
Il superamento degli stereotipi di genere e la scarsa propensione delle donne a seguire percorsi di studio e di carriera dove viene percepito più difficile il loro ingresso e l’ascesa professionale, rappresenta quindi uno dei maggiori ostacoli sulla strada della parità in ambiti STEM. Una parità che, di fatto, viene invece rilevata quando a parlare sono i giovani in età scolare, pur nelle ancora significative differenze di percorsi formativi e prospettive di lavoro tra maschi e femmine.
A questo proposito, gli analisti di NetConsulting hanno coinvolto 216 studenti di età compresa tra i 14 e i 18 anni che frequentano Istituti tecnici/superiori (63,6% degli studenti) e Licei (36,4%), con l’obiettivo di comprendere la loro propensione ad intraprendere un percorso di studi universitario e/o una carriera lavorativa nell’ambito delle discipline STEM in futuro.
Indubbiamente, gli studenti maschi evidenziano un maggiore interesse verso le discipline tecnico-scientifiche a scuola (il 40% è molto interessato) rispetto a quanto espresso dalle studentesse (25,2%). Il 32,7% dei ragazzi dichiara di preferire le materie tecnico-scientifiche, contro il 19,1% delle ragazze.
Nella scelta del futuro percorso di studi universitario, solo il 10,8% del totale degli intervistati si dichiara ancora indeciso rispetto all’ambito in cui proseguire. Il 58,4% è orientato verso facoltà STEM, mentre il 30,8% intende intraprendere un indirizzo umanistico-sociale (economia, scienze politiche e giurisprudenza in primis). Tra le lauree nelle discipline STEM, Medicina (26,6%) e Biologia (20,1%) risultano ai primi due posti seguiti da ingegneria, mentre Informatica si posiziona al penultimo posto (solo il 6,1% la indica come potenziale scelta).
Le differenze appaiono marcate quando viene condotta un’analisi per genere. Gli studenti maschi infatti sono in generale più orientati verso un percorso di studi STEM – indicando al primo posto delle probabili scelte la laurea in Chimica (29,3%) -, mentre oltre la metà (53%) delle studentesse è orientata a proseguire studi di tipo umanistico-sociale o, se in ambito STEM, all’interno della facoltà di Medicina (32,2%).
In merito al futuro percorso professionale, il 39,9% ritiene che il settore in cui vi saranno maggiori opportunità professionali sarà quello Tecnologico, seguito da quello Farmaceutico (35,6%) e Chimico (29,8%).
Questo può in parte spiegare il fatto che tutti gli studenti coinvolti nell’indagine affermano di impegnarsi nel conseguire buoni risultati nelle materie tecnico-scientifiche perché le ritengono importanti per il proprio futuro scolastico/professionale (l’84,9% è abbastanza/molto d’accordo con questa affermazione). Gli studenti maschi, però, dichiarano sia di essere più propensi a lavorare in futuro nel campo delle discipline tecnico-scientifiche (69,4%) rispetto alle ragazze (52,6%), sia di avere le attitudini/qualità personali necessarie per poter fare carriera in campo scientifico-tecnologico (74,5% contro il 51,7% delle donne).
Infine, sul tema del divario di genere in ambito STEM, gli studenti di oggi mostrano di non avere preconcetti: infatti, l’88,7% degli studenti, sia maschi che femmine, non ritiene che le donne siano meno portate verso le materie tecnico-scientifiche rispetto agli uomini e il 78% non pensa che per una donna sia più difficile intraprendere una carriera in campo scientifico-tecnologico rispetto ad un uomo. Una delle barriere all’ingresso delle donne in ambito STEM, quindi, potrebbe cadere già alla prossima generazione di lavoratori.