Disaster Recovery e PMI, pianificare il futuro con Aruba

Molte PMI non pensano di pianificare l’adozione di un sistema di Disaster Recovery neanche nel prossimo futuro.

disaster recovery

Secondo un’indagine di Aruba, sono una su 4 le PMI dotate di un piano di Disaster Recovery, con un’incidenza leggermente più elevata tra le medie imprese (31%). Il report, realizzato da BVA Doxa, riguardava il tema della conservazione e sicurezza dei dati, e, in dettaglio, sulla disponibilità di piani di Disaster Recovery nelle PMI italiane. L’occasione è stata offerta dallo European Cyber Security Month, campagna UE sulla sicurezza informatica a ottobre per promuovere tra i cittadini la consapevolezza sulle cyber minacce e soprattutto la conoscenza dei metodi per contrastarle.

Nuovo approccio alla sicurezza

È possibile prevenire un evento disastroso in ambito IT o un cyber-attacco? Non sempre, ma sicuramente è possibile limitarne i danni. Ancor più nel 2022 si conferma un nuovo approccio che vede il Disaster Recovery non più come un piano B, ma come una componente basilare da considerare in fase di progettazione. Ripristinare l’accesso e la funzionalità dell’infrastruttura IT a causa di attacchi informatici, interruzioni e guasti.

Disaster Recovery e PMI

Questo rappresenta per le aziende la soluzione “as a service” più importante da implementare per garantire la propria business continuity. Eppure, secondo la ricerca il 73% delle Pmi italiane non è dotato di un piano di Disaster Recovery. Più incoraggianti i dati legati al segmento degli esercizi pubblici – alberghi, ristoranti e bar –, dove a disporre di un piano di Disaster Recovery è il 49% degli intervistati.

L’opinione delle PMI sul Disaster Recovery

Stando ai risultati della ricerca, il 68% delle PMI intervistate non è interessato ad introdurre piani per il ripristino dei dati neanche nel lungo periodo. Più in dettaglio, è l’80% delle piccole imprese a non pianificare l’adozione di un sistema di Disaster Recovery neanche nel prossimo futuro, a fronte del 53% delle medie imprese. Eppure, come già sottolineato in una survey targata BVA Doxa-Aruba, 7 aziende su 100 hanno sperimentato una perdita di dati nel corso degli ultimi anni. Un fatto che ha causato in media un downtime di quasi 2 giorni e danni economici non quantificabili per il 43% degli intervistati.

Necessaria un’analisi dei rischi

backup dei dati

Lorenzo Giuntini, CTO di Aruba
Backup e Disaster Recovery hanno due scopi diversi ma al contempo complementari. Il primo mira a salvaguardare il dato in seguito a cancellazioni, errori umani o in generale perdita dati. Il secondo protegge il sistema nel suo complesso, compreso il sito di erogazione. Questo garantisce una ripartenza in tempi certi e in qualunque circostanza, anche a seguito di disastri ambientali o catastrofici. Si va quindi oltre il concetto di dato includendo invece tutto quello che gli orbita intorno.

Visti i pericoli, anche potenzialmente disastrosi, a cui si espone un’azienda priva di questi servizi, la strategia più corretta per la sua tutela è quella di implementare entrambe le soluzioni. Per farlo non esiste un’unica via. La scelta delle soluzioni e delle modalità più adatte passa attraverso un’analisi dei rischi, la classificazione dei dati e la definizione del perimetro di protezione. Solo in questo modo è possibile costruire l’infrastruttura più adeguata a garantire e ad assicurare la continuità operativa aziendale in ogni condizione.