“Per Oracle il 2022 è stato un anno fiscale incredibile”. Così Alessandro Ippolito, VP Tech e Country Manager di Oracle Italia, ha definito l’esercizio che si è concluso lo scorso 31 maggio e che ha visto il fatturato dell’azienda crescere del 7% a livello globale e del 10% in Italia. Risultato ottenuto grazie in particolare alla forte spinta di trasformazione digitale e alla grandissima crescita della componente cloud.
Ippolito ha aggiunto: “All’apertura degli uffici di Milano è seguita quella della Cloud Region Italiana, un’opportunità importante tutti i clienti del nostro Paese. Che in questa infrastruttura trovano risposta alle esigenze di sicurezza, affidabilità e prestazioni necessarie a dare una svolta al loro percorso di migrazione al cloud. Sono convinto che rappresenti un valore tanto per le grandi aziende quanto per le Pmi, fondamentali per la ripresa italiana”.
Una sede di 6.200 metri quadrati
Oracle ha tenuto la presentazione dei risultati di bilancio all’interno della nuova sede, che si trova nel cuore di Milano, in Via Massimo d’Azeglio. Si tratta di una struttura da 6.200 metri quadrati, disposta su quattro piani e concepita con spazi modulari e flessibili, adatti alle diverse esigenze di “lavoro agile” in team, individuale e di confronto con clienti e partner. Sono predisposte circa 350 postazioni singole e numerose altre per le riunioni e la comodità e servizi mettono al centro il benessere delle persone, come per esempio dimostra uno spazio-palestra e una sala biblioteca, la “library” dove si è svolto l’incontro con la stampa.
Oltre 150 assunzioni in Italia
Tornando ai numeri, Ippolito ha evidenziato come il +10% del fatturato italiano sia in linea con i trend di Oracle emersi dai risultati del quarto trimestre (marzo – maggio 2022) a livello mondiale. Anzi, ha precisato Ippolito, in Italia si sono registrati risultati anche migliori in alcune aree, come per esempio la migrazione al cloud (+60%) accelerata dagli eventi degli ultimi due anni, dai nuovi scenari e dalle importanti risorse del PNRR dirette all’innovazione. “Per l’Italia si tratta di una crescita solida, che ha riguardato sia il cloud tecnologico (IaaS e PaaS) sia il cloud applicativo (SaaS)”, ha sottolineato Ippolito.
Il manager ha poi evidenziato come alla crescita del business si sia affiancato un importante investimento sulle persone. Nell’anno fiscale appena concluso, ha rimarcato Ippolito, Oracle Italia ha inserito in azienda oltre 150 persone. Inoltre, ha lanciato “Generation Oracle” o “GenO”, un programma EMEA per l’acquisizione dei migliori talenti in uscita delle università (o comunque che si sono da poco affacciati sul mondo del lavoro), che ha l’obiettivo di coinvolgere 400 giovani nell’arco di tre anni a livello europeo. Si tratta di un percorso che prevede 24 mesi di formazione, lavoro su progetti diversi e l’indirizzamento verso uno dei vari sentieri di carriera in Oracle, con una forte componente internazionale.
Un “booster” per la trasformazione digitale
Andrea Sinopoli, che guida in Italia il business delle tecnologie cloud IaaS (Infrastructure as a Service) e PaaS (Platform as a Service), ha confermato come la Cloud Region aperta a Milano sia da considerare un “booster” importante per incidere sui grandi percorsi di trasformazione digitale. Percorsi che sono in atto nel nostro Paese e che sono legati sia al settore pubblico (sanità, infrastrutture cloud nazionali ecc) sia a quello privato, che in alcuni segmenti (come i servizi finanziari, bancari e assicurativi) sta migrando in modo molto significativo processi, dati e applicazioni verso il cloud.
“In questo ambito, Oracle ha creato in Italia nell’arco di appena due anni un percorso di grande successo” ha commentato Sinopoli, sottolineando come la filiale del nostro Paese, con il suo +60% abbia superato la pur già elevata crescita riportata dall’azienda a livello globale.
Questo successo si basa due elementi: il cloud di seconda generazione di livello enterprise tipico di Oracle, riprogettato in modo da offrire i livelli di sicurezza, performance, predicibilità, automazione dei servizi necessari per i processi mission-critical, e la proposta unica di “Distributed Cloud”, con offerte differenzianti quali Exadata Cloud at Customer e le Dedicated Region Cloud at Customer. Queste ultime permettono di ricreare completamente nel perimetro infrastrutturale fisico del cliente il cloud pubblico Oracle, in tutte le sue componenti infrastrutturali e applicative, con tutti i vantaggi di integrazione in architetture ibride (tra on-premise e cloud) e di controllo sui dati che ne conseguono.
Programma per i partner e multicloud
Tali elementi, associati alla specializzazione “naturale” di Oracle sul data management anche in cloud e alla disponibilità nel territorio nazionale della Cloud Region di Milano, sono stati anche fattori chiave che hanno consentito ad Oracle di inserirsi nelle cordate per i bandi dell’infrastruttura cloud nazionale, dando questo specifico apporto, con la proposta Dedicated Region Cloud at Customer.
Guardando ai prossimi mesi, Sinopoli ha confermato l’investimento sull’ecosistema di partner. In particolare, ha evidenziato un programma per i CSP (Cloud Service Provider) rivolto ai grandi system integrator con l’obiettivo di farli diventare gestori del cloud infrastrutturale e di piattaforma Oracle e integrarvi “on top” le loro componenti applicative.
Dal lato dell’utente finale, sarà invece sempre più rilevante l’approccio multicloud, che Oracle facilita grazie alla collaborazione con tutti gli hyperscaler, in particolare con Microsoft. Tale collaborazione è volta a offrire apertura, facile integrazione e interconnessione tra le “nuvole” di cui il cliente si vuole servire per le proprie esigenze di trasformazione digitale.
Uno scenario italiano particolarmente attivo
Nel suo intervento, Giovanni Ravasio, VP e Country Leader per le Cloud Applications (ERP, EPM, SCM, HCM, CX), ha invece parlato di uno scenario italiano particolarmente attivo, che si traduce in investimenti in progetti di trasformazione digitale che hanno un importante requisito: essere sostenibili nel tempo, al di là dello stimolo attuale, determinato dall’adattamento alla “nuova normalità” e dalle opportunità generate dal PNRR. “Le applicazioni aziendali progettate nativamente in cloud, come quelle di Oracle, abilitano la sostenibilità nel tempo – ha sottolineato Ravasio –. Inoltre, traducono una visione ben precisa in execution, perché permettono di portare in cloud tutti i processi aziendali, dal back-office fino al front-end, avvantaggiandosi di aggiornamenti continui e di un’interfaccia e di un motore di AI e ML comune a tutte le nostre soluzioni”.
Riguardo all’ultimo anno fiscale, Ravasio ha sottolineato la crescita di oltre il +90% per le applicazioni cloud HCM (quelle per la gestione HR, una suite completa che comprende anche talent management, e-training, health and security ecc), sulle quali molte imprese italiane stanno investendo anche in risposta alle nuove esigenze dei loro dipendenti e alla trasformazione digitale e dell’organizzazione del lavoro. Un altro ambito in forte crescita è quello delle applicazioni ERP, in particolare sul segmento delle medie imprese.
Oltre ai processi finance “classici” oggi assume sempre maggiore rilevanza anche la capacità di integrare la misurazione e il reporting dei parametri ESG (Environment, Society, Governance) che – in alcuni settori e dimensioni di impresa – è già previsto da specifiche regole.
Parlando di ESG, Ravasio ha ricordato l’attenzione di Oracle ai temi chiave della sostenibilità e della diversity. E si sostanzia, in particolare, nell’obiettivo di alimentare solo con energia da fonti rinnovabili tutti gli uffici e i data center delle Cloud Region Oracle, in tutto il mondo, entro il 2025 (come già avviene in Europa) e di arrivare per il 2030 a essere totalmente “Net Zero”.
La task force dedicata al PNRR
In conclusione, ha ripreso la parola Alessandro Ippolito per ricordare che Oracle continuerà a dare supporto alle imprese nelle loro esigenze di innovazione e cloud e darà sostegno al settore pubblico, in particolare, attraverso una task force dedicata al PNRR – che riporta al board italiano che riunisce competenze trasversali di applicazioni e infrastrutture – creata al fine di massimizzare la capacità di intervento e la presenza a fianco delle organizzazioni pubbliche e private italiane.
Ippolito ha ricordato anche l’impegno di Oracle in Italia con il mondo universitario e accademico e alcuni programmi rivolti in specifico al mondo della ricerca e dell’innovazione, come Oracle For Research, Oracle Open Data e Oracle Labs.
Un altro ambito che assumerà infatti via via più rilevanza, ha ricordato infine Ippolito, anche alla luce dell’acquisizione appena completata di Cerner, sarà quello dell’innovazione nell’healthcare a 360 gradi “che può realmente cambiare in meglio la vita delle persone, in tutto il mondo”, come ha sottolineato recentemente commentando la più grande acquisizione degli ultimi anni lo stesso Larry Ellison, fondatore, chairman e CTO di Oracle.