Gli smartphone rugged sono classificati in base a rigidi protocolli che ne stabiliscono robustezza e campi d’impiego: Motorola Defy è terminale robusto per tutti i giorni.
L’intento è proprio quello di fornire un dispositivo per l’uso comune, per i mobile workers e per chi non vuole essere eccessivamente limitato durante l’uso del proprio device portatile. Defy non è un prodotto per l’operatore di cantiere o il ruspista ma, piuttosto, uno smartphone compatto, solido e dal prezzo contenuto per la massa. Può infatti risolvere l’annoso problema che qualsiasi proprietario di smartphone ha quotidianamente: la delicatezza intrinseca del dispositivo.
In molti casi, la rottura del vetro o la totale inservibilità di un comune “cellulare” possono derivare da piccole disattenzioni o cadute.
In questo senso, Defy è la soluzione indicata.
Diversamente da alcuni rugged per i mercati verticali, questo smartphone rugged vanta una dotazione tecnologica all’avanguardia, che non fa rimpiangere più di tanto i terminali più blasonati.
Motorola ha scelto una CPU octa-core Qualcomm SnapDragon 662 a 2 GHz e ha affiancato un supporto RAM da 4 GByte e uno spazio storage interno da 64 GByte. In rapporto al costo, probabilmente, lo spazio a disposizione può rappresentare un piccolo vincolo, soprattutto se paragonato ai molti terminali da 128 e 256 GByte in circolazione.
Se desiderate maggiore spazio è comunque possibile integrare microSD con capacità sino a 512 GByte.
Smartphone rugged, display e chiassis robusti
La GPU Adreno 610 si occupa di gestire l’ampio schermo da 6,5” con risoluzione HD+ da 1.600×720 pixel. Il display si fa notare per l’elevata luminosità, indispensabile per poter lavorare all’aperto o in presenza di fonti di luce intense.
Un aspetto particolarmente apprezzabile è dato dalla grande sensibilità del pannello touch, che può essere usato in contesti di forte umidità, dita bagnate e persino con i guanti da lavoro.
La risoluzione, in rapporto alla diagonale, non è delle più elevate e, pur risultando adeguata per buona parte degli impieghi, risulta al di sotto della media.
Lo schermo vanta una finitura Corning Gorilla Glass Victus da 0,7 mm di spessore ed è incastonato nello chassis con una rientranza di 0,5 mm. Si tratta di un accorgimento importante, che permette di salvaguardare il pannello in caso di cadute frontali. Lo chassis è robusto e zigrinato, facile da impugnare in ogni condizione, ed è stato progettato con una logica simile a quella dei gusci aftermarket. Il vantaggio, in questo caso, è che l’intero dispositivo è nettamente più robusto e sottile (169,8×78,2×10,9 mm), nonché più piacevole da vedere.
Il comparto fotocamere consente di scattare soggettive di qualità, grazie a un sensore principale da 48 MPixel f/1,8 e altri due sensori da 2 MPixel ciascuno, per effetti di profondità e macro. La fotocamera frontale permette di catturare selfie bilanciati, correttamente esposti e con un buon dettaglio, grazie al sensore da 8 MPixel.
Sul fronte connettività, Motorola Defy si può definire ben accessoriato. Include infatti un modem LTE Cat 4 con supporto VoLTE e VoWiFi, con velocità sino a 150 Mbps. Il controller wireless è compatibile con lo standard Wi-Fi 5 su banda a 5 GHz. Lo smartphone può alloggiare due SIM, dispone di rete PAN Bluetooth 5.0 e NFC.
Smartphone rugged per tutti i giorni
Motorola Defy è uno smartphone rugged che consente un impiego “senza troppi pensieri”.
Il progetto è stato validato secondo specifiche certificazioni. Rispettando il grado di protezione IP68, può lavorare senza problemi in presenza di sabbia, polvere, sporco, acqua, umidità e nebbia salina.
In questo caso è bene specificare che il prodotto è impermeabile fino a 1,5 metri di profondità e per un tempo massimo di 35 minuti. Per una corretta manutenzione, in caso di immersione in acqua di mare, Motorola suggerisce di sciacquare il dispositivo compresi il jack audio e il connettore USB per evitare la corrosione salina.
Se siete tra i tanti che hanno rotto lo schermo per una semplice caduta o una presa maldestra, Defy può fare al caso vostro. È infatti certificato per sostenere cadute da un’altezza massima di 1,8 metri su superficie in acciaio. La struttura è infatti molto robusta e il PCB interno ha subito un processo di rinforzo strutturale. Motorola inserisce nel bundle un pratico cordino, utile per ridurre le cadute accidentali.
Defy è certificato MILSTD-810H e può resistere a shock termici importanti. Sopporta variazioni di temperatura comprese tra -25°C e + 55°C (-30°C e 75°C per un massimo di 30 minuti).
Nonostante tutti gli accorgimenti mirati a rendere più resistente questo smartphone, Defy non risulta esageratamente più pensate di un qualsiasi concorrente con schermo da 6,5”. Con un peso di 232 grammi risulta infatti il 20% – 25% più pensante dei terminali non-rugged mainstream dello stesso segmento di prezzo/schermo.
Uso quotidiano
Nell’utilizzo di tutti i giorni, Motorola Defy si fa apprezzare per la maneggevolezza. Il terminale è bilanciato, il guscio consente di trattenere e usare lo smartphone anche con una mano. Lo sblocco tramite il sensore per impronte digitali è preciso, le false letture sono ridotte al minimo.
La versione Android 10 installata giova di minime personalizzazioni, un fattore che non va ad appesantire la GUI e assicura reattività nel corso di tutta la giornata.
Oltre ai consueti tool e App di serie, Defy incorpora la Moto App, un centro di gestione con suggerimenti e una serie di utilità per una gestione fluida del telefono. Include una sezione per personalizzare l’interfaccia, i Moto Tips, per imparare a usare il terminale e le Moto Actions.
Si tratta di una serie di gesture e movimenti che, se attivati, consentono di comunicare rapidamente determinate scelte al dispositivo. È così possibile attivare la fotocamere ruotando lo smartphone rugged, oppure accendere la torcia muovendo il device “a martello”.
Se appoggiato con lo schermo rivolto al piano di lavoro, è possibile silenziare ogni suoneria. Sono permesse interazioni con la mano, a tre dita e una serie di movimenti e rotazioni per migliorare l’interazione quotidiana e velocizzare le attività più comuni (sblocco del terminale, regolazione volume, suddivisione dello schermo…).
Moto Display consente di attivare alcune funzionalità davvero comode. Lo schermo interattivo consente di accedere alle notifiche quando il display è spento. Un semplice tocco riattiva la matrice LCD, per una rapida occhiata a messaggi e note.
“Schermo Attento” permette di mantenere acceso il display quando si sta leggendo o guardando testo/video, senza che la luminosità si abbassi. Si tratta di una funzione utile nel caso si stia leggendo un testo lungo, che richiede tempo. In questo caso non dovremo riattivare il display con una pressione dei tasti laterali o un tocco. La telecamera frontale si occuperà di controllare se l’utente è ancora davanti al terminale, con gli occhi focalizzati sullo schermo.
Moto Gametime, infine, permette di abilitare tasti e una barra laterale per facilitare le sessioni di gioco e ridurre le interferenze dovute ad App o altri programmi.
Test e autonomia
Messo alla prova per un periodo continuativo di due settimane e analizzato con benchmark real-life e sintetici, Motorola Defy ci ha soddisfatto in buona parte le nostre aspettative.
La batteria da 5.000 mAh e il caricatore USB Type-C da 20 W con funzionalità TurboPower consentono di avere sempre il terminale pronto all’uso.
Posto sotto stress con la suite di produttività PCMark for Android, Defy ha fatto segnare una autonomia di 22 ore e 29 secondi (utilizzo continuativo, display e Wi-Fi sempre attivi).
Nell’uso di tutti i giorni, alternando navigazione, chat, gaming, telefonate, pause in standby, lo smartphone si è dimostrato decisamente parco. È infatti possibile lavorare per due giorni senza dover riconnettere la presa di corrente. In caso di utilizzo base è stato possibile superare le 53 ore.
Il caricatore consente di ripristinare il 50% della carica in appena 32 minuti. L’autonomia completa è invece ripristinata in circa 2 ore.
Sul fronte prestazioni, come evidenziato da PCMark, Geekbench, GFXBench e PerformanceTest Mobile, questo smartphone Motorola brilla durante l’esecuzione di suite e software per la produttività. I core low-power e quelli hi-performance della CPU si alternano per soddisfare le esigenze dei software in esecuzione, bilanciando sempre al meglio, velocità e autonomia.
Le attività di web browsing, gestione basilare di immagini e video, l’archiviazione di banche dati e la stesura di testi sono effettuate in modo fluido.
Benchmark alla mano, il processore si è dimostrato molto veloce nell’esecuzione di calcoli interi e in virgola mobile e capace, per esempio, di esprimere velocità di 521 MB/s in fase di encryption dei dati e di 53,2 MB/s durante la compressione file.
Lo storage interno vanta buone medie di accesso, con 263,5 MB/s in lettura sequenziale e 206,87 MB/s in scrittura sequenziale.
La GPU integrata rappresenta, probabilmente, il comparto meno evoluto del lotto, pur offrendo piena compatibilità con le API OpenCL 2.0 Full, OpenGL ES 3.2 e Vulkan 1.1.
Nel complesso, il terminale può gestire senza difficoltà primitive 3D e geometrie non eccessivamente complesse. Dai test effettuati, tuttavia, si registrano velocità molto basse nei benchmark base 3DMark Sling Shot, con appena 11,9 fps e 5,4 fps nelle due sezioni di test. Decisamente meglio la gestione della fisica dei corpi, con velocità di calcolo e rappresentazioni tra le 32,10 e le 9,9 fps.
Test più complessi, come 3DMark Wild Life sono eseguiti al di sotto delle 5 fps.
GFX Bench evidenzia le limitazioni della GPU, capace di produrre fotogrammi a una velocità accettabili solo al di sotto di 720p. In questo senso, il processore grafico risulta tarato per soddisfare la massima risoluzione del display, pur sempre con qualche limite lavorando con dettagli elevati, sia in OpenGL, sia con Vulkan.
Robustezza
Il dispositivo appartiene a una famiglia rugged ed è pertanto stato sottoposto ai testi fisici elaborati per mettere alla prova la robustezza dello smartphone.
Defy è stato sottoposto a cadute ripetute da differenti angolazioni. Il terminale ha resistito a 20 cadute dal piano di lavoro (70 cm) direttamente sul pavimento. La prova ha incluso 20 cadute da 110 cm, a simulare la perdita dello smartphone dalla mano durante la navigazione. Infine, abbiamo provato un pari numero di cadute da 170 cm, avvicinandoci al limite massimo dichiarato da Motorola.
In ogni caso, il cellulare ha incorporato l’energia generata dall’impatto senza alcun tipo di danno o graffio.
Abbiamo poi usato il telefono in ambienti umidi, a diretto contatto con l’acqua corrente e in condizioni di totale immersione a 30 cm in acqua calda a 50°C per mezz’ora.
Il test di usabilità all’aperto ha previsto impatti da 150 cm su asfalto, terriccio, erba e cemento. Fango, acqua e ogni tipo di sporcizia non hanno impedito al Motorola Defy di continuare le ordinarie attività in corso!
Punteggio
81
su 100
PRO
Robusto e ben assemblato; prezzo interessante; Moto App; buona qualità fotocamera; veloce e reattivo nella maggior parte dei casi; buon ricezione Wi-Fi/4G.
CONTRO
Non è 5G – Wi-Fi 6; risoluzione inferiore alla media in rapporto alla diagonale; GPU non indicata per App intensive; spazio storage di serie migliorabile.
Produttore | Motorola |
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Modello | Defy |
Sito web | https://www.motorola.it/ |
Prezzo (IVA inclusa) | Euro 339,00 |
Dimensioni | 169,8 x 78,2 x 10,9 mm |
Peso | 232 grammi |
Processore | Qualcomm SnapDragon 662 @ 2,0 GHz + GPU Adreno 610 |
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RAM | 4 GByte SDRAM |
Storage | 64 GByte interni / fino a 512 GByte aggiuntivi microSD |
Sistema operativo | Android 10 (Supporto Android Enterprise) |
Display | 6,5″ IPS / 1.600×720 pixel con Corning Gorilla Glass Victus |
Connettività | LTE Cat 4, VoLTE, VoWiFi / Wireless AC / Bluetooth 5.0 / USB Type-C / NFC |
Fotocamere | 48MP f/1,8 + 2MP profondità + 2MP macro / anteriore da 8MP |
Batteria | Ioni di Litio 5.000 mAh + ricarica TurboPower 20 W |