Secondo una ricerca globale di Kaspersky i dipendenti IT preferiscono lavorare da remoto, anche se hanno assistito a un aumento notevole del carico di lavoro. Tenuto conto che siamo alla fine del secondo anno di pandemia, Kaspersky ha ritenuto di rivalutare le implicazioni che lo smart working ha avuto per il settore IT. La digitalizzazione delle interazioni tra dipendenti è stato uno dei cambiamenti più veloci avvenuti nel 2020.
I dipendenti IT e il lavoro da remoto
All’inizio del lockdown, in Italia l’82% dei manager era preoccupato che un rapido passaggio al lavoro da remoto avrebbe portato a una diminuzione della produttività. Il 69% dei dipendenti italiani affermava che il lavoro a distanza aveva influito negativamente sul proprio stato emotivo. Nonostante dal sondaggio sia emerso che in smart working più della metà dei dipendenti abbia sperimentato un aumento del carico di lavoro, il 66% ha dichiarato che quando lavora da casa si sente meno stanco alla fine di una giornata. Il 31% ha riferito di avere addirittura più energia.
L’accoglienza dei dipendenti del lavoro a distanza
Per quanto riguarda la stabilità emotiva, il lavoro a distanza è stato ben accolto dagli italiani: il 61% dichiara di non aver notato un aumento dell’ansia dovuto agli straordinari, mentre il 32% degli intervistati si sente addirittura più a suo agio a lavorare da casa. La ragione potrebbe risiedere nel fatto che lavorare da remoto consente uno stile di vita più equilibrato. Infatti si evitano i lunghi spostamenti, è più facile portare avanti i propri hobby e trascorrere più tempo con i propri cari.
Le soluzioni al lavoro da remoto
Malgrado ciò, la percentuale di dipendenti italiani a cui manca la comunicazione dal vivo con i propri colleghi è ancora abbastanza significativa. Una soluzione che si sta rivelando sempre più popolare in Italia è il modello di lavoro ibrido. Nella prima parte del 2021 ormai quasi la metà dei dipendenti italiani (47%) è passata a lavorare in modalità mista. Altre soluzioni sono quelle che riguardano il benessere aziendale.
Molte aziende in Italia stanno cercando nuovi modi per aiutare i dipendenti a gestire il potenziale burnout. Il 70%, infatti, sta investendo in corsi di formazione per migliorare le competenze di base, come il management e la gestione del tempo (27%). Alcune aziende offrono anche diversi benefit, come permessi retribuiti aggiuntivi o ferie (14%) e propongono consulenze e corsi online per il benessere personale (13%).
Tuttavia, dal report emerge che c’è ancora molto da fare per limitare l’aumento del carico di lavoro per chi lavora da casa. Solo il 40% delle aziende italiane ha intrapreso almeno una misura pratica che va in questa direzione. Come implementare l’automazione delle operazioni di sicurezza o l’assunzione di personale aggiuntivo per far fronte al burnout dei dipendenti.
I consigli di Kaspersky
Con l’evolversi delle esigenze dei dipendenti, dovrebbero cambiare anche le strategie aziendali. Per questo Kaspersky e il Global Center for Healthy Workplaces ricordano alcuni consigli alle aziende:
- I datori di lavoro devono affrontare i problemi alla base del burnout in modo sistematico, considerando non solo il carico di lavoro dei dipendenti ma anche l’equilibrio tra controllo e domanda, nonché le pratiche di gestione, prevedibilità, supporto sociale, ridistribuzione del lavoro, etc.
- Utilizzare una combinazione di sondaggi e indicatori per garantire un approccio coerente ed efficace al benessere dei dipendenti.
- Se le circostanze lo consentono, cercare di essere flessibili e aperti a vari formati lavorativi. I formati ibridi consentono sia di essere flessibili che di concentrarsi sui risultati.
- Educare e formare i dipendenti all’utilizzo di pratiche di sicurezza quando lavorano in remoto. Per aiutare le aziende Kaspersky e Area9 Lyceum hanno creato un corso gratuito per lavorare in sicurezza da casa.
- Aiutare i dipendenti a gestire il proprio benessere digitale. Utilizzando sempre di più la tecnologia, è importante cercare di trovare e mantenere il giusto equilibrio. Kaspersky ha collaborato con l’insegnante di mindfulness Neil Tranter per sviluppare il corso di meditazione “Superare lo stress digitale e la dipendenza da smartphone”.