Rainer W. Kaese, Senior Manager, HDD Business Development, Toshiba Electronics Europe GmbH, ci parla di storage personale e di come configurare un NAS.
Gli storage di rete sono sempre più popolari, sia in azienda, sia a casa; tra le mura domestiche possono essere usati per archiviare dati privati o come server multimediali. Questi device possono inoltre diventare il centro di controllo della smart home e offrono una valida alternativa all’archiviazione cloud, soprattutto per quegli utenti che preferiscono mantenere i dati all’interno del proprio ambiente domestico.
Considerando la vasta disponibilità di dispositivi e l’elevato numero di funzionalità offerte, la scelta di un NAS e dei relativi hard disk potrebbe non essere immediata.
Non solo, il numero di dispositivi digitali presenti nelle case sta crescendo rapidamente e, con esso, la quantità di dati che devono essere archiviati. Indipendentemente dal fatto che siano foto e video privati o documenti importanti, hanno una cosa in comune: sono inestimabili per i loro proprietari e la perdita, per esempio a causa di un notebook difettoso o uno smartphone rubato, sarebbe molto spiacevole.
Di conseguenza, sempre più utenti sono alla ricerca di soluzioni per la centralizzazione e la protezione dei loro dati. Unità che consentano l’accesso diretto anche ad altri dispositivi o membri della famiglia.
Accedere al cloud o configurare un NAS?
I servizi cloud sono spesso scelti come soluzione di storage per motivi di semplicità, ma offrono relativamente poco spazio di archiviazione gratuito. Non solo, il trasferimento dei dati può richiedere molto tempo a seconda della connessione Internet disponibile. Inoltre, non a tutti gli utenti piace affidare i dati privati a un provider cloud.
L’alternativa è un sistema NAS. Si tratta di una soluzione compatta e affidabile, che si integra facilmente nella rete domestica e fornisce un’ampia capacità di archiviazione, oltre a supportare velocità di trasmissione elevate in qualsiasi momento.
Negli ultimi anni, l’evoluzione dei NAS è stata costante. Sono passati da semplici dispositivi di stoccaggio a piattaforme avanzate per il backup, diventando veri e propri tuttofare. Ora possono essere usati come server multimediali per lo streaming di musica e video in tutta la casa, sono utilizzati come centro di controllo per la casa intelligente e come archivio per le registrazioni di videosorveglianza.
NAS tuttofare
Le applicazioni multimediali e di comunicazione funzionano su molti dispositivi e si possono persino configurare ambienti virtuali completi, per soddisfare ogni esigenza. I NAS disponibili sul mercato si distinguono per specifiche e performance differenti; un’importante caratteristica distintiva è rappresentata dal numero di alloggiamenti per unità. Per la maggior parte degli utenti domestici, sono sufficienti sistemi con due alloggiamenti, in quanto possono già fornire diversi Terabyte di spazio di archiviazione e offrire protezione contro eventuali guasti del disco rigido.
I sistemi single-bay sono più economici, ma non offrono alcuna protezione contro la perdita di dati in caso di rottura dell’hard disk. I NAS con quattro o più alloggiamenti sono indicati solo nel caso in cui l’utente intenda archiviare grandi quantità di dati e necessiti di prestazioni elevate, come per esempio gli appassionati di video.
Dischi rigidi: il fattore decisivo
La maggior parte dei sistemi NAS è venduta senza unità disco rigido. In generale, questi dispositivi sono compatibili con quasi tutte le unità con interfaccia Serial Ata. Tuttavia, gli utenti dovrebbero utilizzare preferibilmente le serie di hard disk consigliate per un uso specifico all’interno dei NAS.
Tali unità sono state sviluppate appositamente per l’uso in applicazioni di archiviazione di rete e figurano negli elenchi di compatibilità dei produttori di NAS. Ciò garantisce un funzionamento prolungato regolare.
Diversamente, gli hard disk classificati per l’uso desktop sono certamente più economici ma non garantiscono affidabilità e stabilità per un funzionamento 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Solitamente, infatti, sono progettati solo per un carico di lavoro annuale di 55 TByte. Considerando l’accesso regolare di diversi utenti e le procedure di gestione e controllo interne al NAS, che causano ulteriori attività di lettura e scrittura, queste unità raggiungono rapidamente il limite di carico. In un simile scenario, la probabilità di errori e guasti aumenta in modo sensibile.
Gli hard disk giusti per configurare un NAS
Gli hard disk progettati per lo storage di rete possono gestire un carico di lavoro di 180 TByte all’anno. Sono inoltre dotati di sensori di vibrazione e meccanismi di controllo che impediscono alle vibrazioni rotazionali di diversi dischi rigidi disposti in un alloggiamento di amplificarsi a vicenda e di compromettere le prestazioni.
Le unità possono memorizzare tra 4 e 16 TByte di dati; i modelli con maggiore capacità si basano sulla tecnologia a elio e hanno quindi un consumo energetico leggermente inferiore rispetto ai modelli a capacità più bassa.
I produttori offrono una garanzia di tre anni per i dischi rigidi NAS, ma gli hard disk di questo tipo possono operare per un periodo molto più lungo, senza problemi. Nonostante questo, l’esperienza ha dimostrato che, spesso, lo spazio di archiviazione offerto può non bastare più. Proprio per questo, prima ancora di riscontrare difetti o danneggiamenti degli hard disk, gli utenti tendono a passare a dischi rigidi di capacità maggiore.
La tecnologia RAID protegge dalla perdita di dati
Al momento dell’acquisto di un hard disk, gli utenti devono essere consapevoli che la piena capacità indicata sull’etichetta non sarà disponibile per l’archiviazione dei dati. I dischi possono essere utilizzati come unità singole o combinati in un array di grandi dimensioni.
È bene specificare che il NAS non offre, di per sé, alcuna sicurezza contro i guasti degli hard disk; se un disco si danneggia, i dati memorizzati su di esso possono andare perduti.
Configurare un NAS
Per scongiurare un simile scenario è meglio configurare gli hard disk in un NAS a due alloggiamenti in modalità RAID 1. Con questo sistema, i dati saranno gestiti in modalità ridondante, o mirroring, in modo che in caso di guasto del disco rigido, l’intero archivio sia ancora disponibile sull’altra unità.
Il disco difettoso potrà così essere sostituito senza problemi. Dopo la sostituzione, il NAS avvierà automaticamente la rigenerazione del mirror dati.
Con un RAID 1, la capacità di archiviazione dello storage di rete corrisponde alla capacità del disco rigido più piccolo; con due unità identiche corrisponde invece alla metà della capacità totale combinata.
I sistemi NAS con quattro o più alloggiamenti supportano livelli RAID più elevati, in cui è possibile sfruttare una maggiore capacità effettiva, rispetto alla capacità totale disponibile. Questi schemi di gestione disco raggiungono inoltre prestazioni più elevate, grazie a una distribuzione intelligente dei dati sui singoli dischi.
Nelle tipiche reti domestiche, tuttavia, questo si nota appena poiché la velocità di trasmissione è limitata dal throughput LAN Gigabit. Naturalmente esistono anche sistemi NAS con interfacce più veloci o due porte LAN Gigabit, e che possono essere interconnessi tramite link aggregation. Tuttavia, questo investimento è utile solo se lo switch e altri dispositivi nella rete domestica supportano elevate velocità di trasmissione dati e l’interconnessione delle porte.
Il RAID non è un backup
Un array RAID offre protezione contro la perdita di dati dovuta a guasti del disco rigido, ma non sostituisce il backup. Per evitare la perdita di dati a causa di un evento come ransomware, incendio o scoppio di un tubo dell’acqua, furto del dispositivo o un difetto del NAS, gli utenti devono salvare regolarmente i propri dati su un altro dispositivo di archiviazione e tenerlo in un altro luogo, ad esempio presso i parenti o in ufficio.
Il modo più semplice per farlo è con un disco rigido USB, poiché tutti i sistemi NAS hanno un’interfaccia USB 3.0 o più veloce. Possono essere configurati in modo tale da copiare le directory specificate in modo completo o incrementale su un disco esterno, una volta connesso.
Per un uso esteso e proficuo dei NAS si consiglia di approfondire la propria conoscenza dell’interfaccia Web del dispositivo di rete. I moderni device offrono numerose funzioni, alcune richiedono specifiche competenze informatiche.
Se opportunamente configurati, gli storage di rete consentono di gestire i backup dei computer presenti nella rete domestica attraverso un accesso remoto, garantendo elevati standard di sicurezza.
Per un funzionamento ottimale, gli utenti possono tenere sotto controllo lo stato delle singole unità attivando notifiche via e-mail. I molti casi, i LED di stato presenti sul NAS possono aiutare a individuare possibili problemi, anche se gli storage di rete non sono quasi mai posizionati in vista. Un eventuale guasto potrebbe quindi sfuggire ma, grazie all’architettura RAID, i dati saranno protetti.
Un controllo periodico è comunque consigliato, prima che il secondo drive si guasti e si corra seriamente il rischio di perdere tutti i dati. Si tratta dello scenario peggiore e del momento in cui il backup esterno vale oro quanto pesa!