App e network aziendale, intervista a Manuele Ceschia di Mynet

App e network aziendale, intervista a Manuele Ceschia di Mynet

Manuele Ceschia, CEO di Mynet, ci racconta le peculiarità della proposition aziendale e la visione innovativa che differenzia l’offerta del brand sul mercato.

– Come si posiziona MyNet, oggi, a livello italiano e globale?
Siamo l’unica piattaforma che permette alle aziende di realizzare, pressoché in completa autonomia e nel giro di 24 ore, una propria App aziendale.

– Quali sono i punti di forza della proposition MyNet?
Immediatezza, personalizzazione e piena integrazione con i gestionali in uso. Abbiamo creato un’architettura tecnologica aperta: l’App che ogni azienda si può creare si inserisce nelle dinamiche interne, velocizzandole e semplificandole.

– Quali sono le strategie di sviluppo per il medio periodo? Cosa proponete oggi e quali servizi arriveranno nel 2020?
Oggi diamo modo alle aziende di costruirsi la propria App attingendo ad una ventina di moduli diversi, ognuno dei quali permette di gestire una serie di azioni e attività (dalla timbratura del cartellino alla richiesta delle ferie, per esempio); l’obiettivo è di ampliare il numero dei moduli. Stiamo per esempio lavorando a 4 nuovi moduli proprio in questo momento, uno servirà a “bookare” sale riunioni mezzi o strumentazione.

– Quali mercati andate a indirizzare? Quali osservatori privilegiati, potete dirci come si sta muovendo il Vs segmento di competenza?
La trasformazione digitale sta cambiando radicalmente le dinamiche di tutto il mondo delle risorse umane. Le direzioni del personale hanno compreso che è necessario interpretare in modo diverso il rapporto con dipendenti e collaboratori e l’agilità del lavoro impone che l’operatività sia mobile-friendly. Noi ci collochiamo all’interno di questo scenario, abilitando le aziende al cambiamento.

– Qual è il vostro rapporto con i partner e il canale?
Noi abbiamo lanciato Mynet nel mercato italiano nel secondo semestre 2019. Abbiamo già circa 5000 utenti in piattaforma suddivisi su 7 clienti. Da quelle di 26 a quelle di 1200 dipendenti stanno apprezzando lo strumento, sono soddisfatti e ci spingono a migliorare giorno dopo giorno. Il 2020 sarà l’anno in cui apriremo al mercato internazionale con dei partner con i quali stiamo lavorando per mesi. Per il mercato italiano stiamo valutando la possibilità di collaborare con un distributore, stiamo parlando con diverse realtà ma trovare quella giusta non è facile.

App e network aziendale, intervista a Manuele Ceschia di Mynet

– Oggi, più che in passato, la tecnologia rappresenta un vero abilitatore per il business, quali crede siano le innovazioni cruciali introdotte nel medio periodo? Perché?
Il cloud è sicuramente il territorio sul quale, più di ogni altro, si giocherà la partita della competitività. Cloud non è solo sinonimo di architettura tecnologica. Rappresenta anche un modo di pensare nuovo. Le aziende dovranno essere sempre più aperte allo scambio con quello che avviene al loro esterno. E poi, naturalmente, c’è l’intelligenza artificiale che stiamo studiando a fondo per capire come potrebbe essere utilizzata al meglio nelle funzionalità che Mynet offre alle aziende e ai loro collaboratori.

– Nonostante il forte impatto della tecnologia nel mondo imprenditoriale, molto spesso le aziende sono restie al cambiamento. In Italia si registra una resistenza al cambiamento particolarmente alta. Quali considerazioni potete fare in merito? Cosa riscontrate presso i clienti?
La resistenza al cambiamento è inevitabile, ed è connaturata in ognuno di noi. Modificare abitudini, prassi e dinamiche operative è sempre complicato. Da qualche anno a questa parte, però, c’è una sensibilità nuova verso l’innovazione.

Noi siamo entrati in contatto con tante realtà pronte a sperimentare, a confrontarsi e anche a rischiare pur di evolversi. Non è facile ma è l’unico modo per non rimanere indietro. Parliamo con molte risorse in azienda che sono preoccupate del loro carico di lavoro derivante dal cambiamento e credo che spesso il limite sia questo.

– Tecnologia e trasformazione digitale passano necessariamente dal concetto di “innovazione”. Ma quando sono i competitor a fare innovazione? È bene considerarli alleati nella continua corso del progresso o avversarsi da battere?
Chiunque innova e porta sul mercato nuovi prodotti fa del bene per la crescita del nostro ecosistema dell’innovazione che, ahimè, presenta ancora delle fragilità significative. Il digitale ha dimostrato che c’è spazio per tutti e anche ragionare distinguendo tra chi è un competitor e chi non lo è, è riduttivo. Personalmente ho lavorato in diversi settori ma non ho mai trovato tanta collaborazione da parte di competitor come nel settore dell’innovazione digitale.

Forse questo è dato dal fatto che Mynet è ancora una piccola realtà e che in realtà non ci sono competitors che fanno quello che facciamo noi. Spero che questa situazione duri il più possibile, ma il mercato ora come ora richiede soluzioni come la nostra.

– In un campo in rapido mutamento, la falsa idea di innovazione e la continua guerra dei prezzi al ribasso rischiano di vanificare gli sforzi di chi, realmente, sceglie la via del rinnovamento e della modernizzazione. Cosa ne pensa? Che esempi ci può fare derivante dalla Vs. esperienza?
Noi per ora non abbiamo ancora fatto uno sconto, forse anche perché i prezzi di listino sono stati studiati bene in base al nostro target. Le altre aziende con le quali il nostro prospect ci confronta sono quasi sempre più costose di noi, il grosso dello sforzo economico lo chiudiamo alla fine di quest’anno con questi ultimi sviluppi, poi dovremo essere bravi a tenere una struttura snella e performante.

Il nostro piano di sviluppo punta a grandi numeri in termini di utenti in piattaforma e le aziende con le quali parliamo (quasi sempre oltre i 50 dipendenti) sono strutturate e abituate a investire in tecnologia, spesso si aspettano di spendere di più rispetto al nostro preventivo.