Mauro Solimene, Mediterranean Area Vice President ServiceNow affronta il tema del futuro del lavoro, fra robot innovativi e forza lavoro umana.
Hollywood e l’industria cinematografica in generale forniscono molti esempi negativi di robot o di intelligenze artificiali diaboliche, che hanno poco rispetto per le persone e la vita. Cosa potrebbe essere più allarmante di un robot che prova a eliminare la razza umana? Magari uno che prova a toglierci il lavoro?
In molte rappresentazioni iconografiche, il futuro del lavoro è popolato dai robot. Riusciamo a immaginarci i robot come nuovi colleghi? Magari mentre intervengono in una conference call, portano il caffè o si occupano di progetti utilizzando altre macchine?
Io non credo sia questo il futuro del lavoro. Per molte persone l’automazione è una grande preoccupazione e molte ricerche fanno trasparire l’ansia di un futuro nel quale le macchine si occupano di attività oggi svolte da esseri umani. Ma qual è la verità? I sondaggi suggeriscono che l’automazione avrà un impatto su alcuni ruoli e su alcuni settori, ma che non sostituirà le persone e le attività che queste svolgono realmente.
In ServiceNow, il nostro motto è “making work, work better for people”. L’automazione guidata dalla tecnologia e l’innovazione, permettono a ciascuno di far evolvere la maniera in cui lavora, migliorando il modo di svolgere i compiti.Crediamo sia una chance di miglioramento.
In una nostra ricerca dello scorso anno che cercava di carpire quali fossero gli ingredienti per ottenere un lavoro più appagante, il 72% dei dipendenti di aziende con un alto grado di automazione ha affermato di avere a disposizione più tempo per la creatività, mentre il 77% ha dichiarato di svolgere meglio le proprie attività.
Crediamo che questo genere di esperienze rapprensentino il futuro del lavoro: la tecnologia ci permetterà di focalizzarci sulle attività più strategiche. Purtroppo non è ancora così in molte aziende e i dipendenti continuano a essere oberati da compiti manuali e ripetitivi, orchestrati attraverso sistemi che non dialogano tra loro. Questa routine non permette di avere un lavoro a maggior valore ed esperienze lavorative migliori, che permettono un incremento della produttività.
Nell’ultimo decennio, la tecnologia ha tasformato le nostre vite, rendendo le esperienze di ogni giorno più semplici e intuitive. Perché la tecnologia, allo stesso modo, non potrebbe rendere le nostre vite lavorative più facili? Questo è possibile, nel momento in cui le aziende adottano l’intelligenza artificiale, i workflow digitali, il machine learning e altre tecnologie. In diverse parti del mondo stiamo già assistendo a questo tipo di cambiamento e le aziende che abbracciano la digital transformation e i workflow digitali capiscono che abilitare grandi esperienze è il futuro del lavoro, costruito da dipendenti coinvolti e non da robot.
Utilizzando la tecnologia ServiceNow, ad esempio, United Airlines ha creato un’app che consente agli assistenti di volo di segnalare i problemi facilmente e in tempo reale tramite un’interfaccia a comando vocale, sostituendo un processo manuale per il quale spesso non avevano tempo. Il risultato è un’esperienza migliore per gli assistenti di volo e per i clienti della United Airlines.
Esempi di questo genere si possono trovare in ogni industry. La compagnia di assicurazione Asurion utilizza ServiceNow per sostituire i vecchi processi di onboarding a compartimenti stagni con un portale unico. Quando processi complessi diventano semplici si creano esperienze migliori.
Immaginiamo una tencnologia che rende le nostre vite lavorative semplici come le nostre vite private. Quando la tecnologia è in grado di gestire la complessità del lavoro, possiamo focalizzarci sul creare più valore.
Questa è la tecnologia al servizio delle persone. Questo è il futuro del lavoro.