Ricoh Europe, i “nativi digitali” e il futuro dell’istruzione

Ricoh Europe, i “nativi digitali” e il futuro dell’istruzione

Ricoh Europe sponsorizza una ricerca sulle nuove tecnologie e il settore dell’istruzione, uno studio che abbraccia gli scenari più moderni, i dirigenti di settore e i cosiddetti “nativi digitali”. L’analisi è a cura di Carsten Bruhn, Executive Vice President di Ricoh Europe, ed evidenzia come l’Istruzione sia un aspetto fondamentale all’interno della strategia di crescita dell’Europa. Tra le iniziative per trasformare l’Unione Europea in una realtà più produttiva e innovativa il programma “Rethinking Education” e la “Open Up Education Initiative”. In questo ambito si sta palesando un periodo di grandi cambiamenti per quanto riguarda, ad esempio, la sempre maggiore diffusione dell’apprendimento a distanza.

Ricoh Europe, i “nativi digitali” e il futuro dell’istruzione

Quale è l’atteggiamento dei dirigenti del Settore dell’Istruzione nei confronti dell’innovazione tecnologica? Cosa si aspettano gli studenti? A quale velocità si muove questo settore?
Secondo la ricerca condotta dall’Economist Intelligence Unit (EIU) e supportata da Ricoh è emerso che un quarto dei dirigenti è convinto che le nuove tecnologie, come ad esempio la Realtà Aumentata, ricoprono un ruolo importante nell’ambito dell’insegnamento migliorando le prestazioni del settore e l’esperienza degli studenti. La maggior parte degli studenti sono nativi digitali per cui è chiaro che si aspettano che le università garantiscano tecnologie avanzate. I dirigenti di questo settore riconoscono quindi l’importanza della tecnologia per introdurre maggiore velocità ed efficienza e oltre la metà si aspetta cambiamenti tecnologici significativi nei prossimi tre anni. I dirigenti hanno quindi un atteggiamento positivo nei confronti della tecnologia, ma ci sono comunque alcune questioni da risolvere per evitare il rischio che vi sia un impatto negativo sul raggiungimento degli obiettivi futuri degli istituti scolastici. Non dimentichiamo, ad esempio, che ai dirigenti viene chiesto di fare di più con meno risorse. La ricerca mostra che quasi tutti i dirigenti (98%) si sentono sotto pressione perché viene chiesto loro non solo di introdurre cambiamenti ma anche di farlo rapidamente per far fronte alle richieste degli studenti.