Il backup è fondamentale per salvaguardare i dati, ma quanto sono attenti e preparati professionisti e imprese? Il sondaggio di TechFromTheNet per QNAP Italia.
Abbiamo coinvolto i nostri lettori in un’attività di confronto in materia di sicurezza e protezione delle informazioni presenti nei rispettivi sistemi informativi.
A fronte di minacce per la sicurezza sempre più complesse ed evolute, è importante poter contare su un sistema collaudato per mettere al riparo file e documenti.
Per proteggere i dati e la reputazione aziendale, nel 2022 e anche nei prossimi anni, c’è bisogno di forti contromisure che superino gli strumenti generalmente messi a disposizione dalle tradizionali soluzioni di backup.
Il backup è una componente fondamentale di una strategia globale di cyber resilienza e la chiave per garantire che la propria organizzazione sia preparata per fronteggiare ransomware o altre minacce alla sicurezza informatica. Avere una copia sicura, pulita e immutabile dei dati può rendere l’azienda meglio equipaggiata per difendere i dati e rifiutare di pagare il riscatto.
Come sottolinea QNAP, promotore della Survey di TechFromTheNet, abilitare schemi di backup efficaci è essenziale per protegger i dati e il core business. I NAS sono un punto di partenza ideale per molte piccole imprese, per iniziare a consolidare e proteggere i propri dati. Semplificano la gestione dei dati e contenuti multimediali attraverso lo streaming video e l’indicizzazione delle foto.
Offrendo opzioni complete di protezione e ripristino dei dati, consentono inoltre l’accesso ovunque ai contenuti multimediali, e non solo, tramite un’interfaccia Web intuitiva.
La survey
Al sondaggio hanno partecipato oltre 400 figure tecniche, esperti, ma anche liberi professionisti di differenti settori e commercianti.
Il 64% dei rispondenti, con età compresa tra 35 e 55 anni, è in piena carriera professionale e usa strumenti avanzati per il proprio lavoro. Il 25% del campione include invece i giovani professionisti e gli addetti junior, con un’età tra i 18 e i 34 anni.
Gli intervistati, quasi esclusivamente uomini, hanno una formazione tecnica, con diploma di medie superiori per il 54%; il 30%, invece, ha una istruzione universitaria.
Nel campione preso in esame, quasi la metà ricopre mansioni direttamente correlate alle attività IT e di sviluppo all’interno dell’azienda (il 40% circa opera o gestisce sistemi NAS).
NAS, tipologia e impiego
Entrando nel dettaglio della ricerca, possiamo osservare come il 65% del totale disponga di un solo NAS per lo svolgimento di attività essenziali, come il backup e la condivisione dei dati. Il 10,9% dispone di due storage di rete, mentre l’8,9% ha integrato tre NAS.
Rispetto al campione che ha aderito al nostro sondaggio, registriamo un 36% di utenti con NAS QNAP, seguiti dal 23% di preferenze per il brand Synology e il 12% per WD. Altri marchi, come Buffalo, D-Link, Netgear, TerraMaster, Asustor e Thecus sono diffusi con percentuali tra l’1% e il 6,1%.
È interessante notare come la tendenza di acquisto di dispositivi basilari si stia riducendo. Solo il 9,5% sceglie NAS con un solo drive bay, prodotti certamente validi ma che non permettono di beneficiare della protezione contro i potenziali danni del disco fisso.
Per definire array RAID ad alta capacità e protetti da ridondanza (RAID 1, RAID 5, RAID 6…), un quarto del campione in oggetto ha scelto unità capacità di accogliere sino a 4 hard disk.
Il “classico” NAS dual-bay regge alla prova del tempo, con una quota del 19,8%. Si tratta di una classe di prodotto ampiamente apprezzata, capace di coniugare efficienza, funzionalità e prezzi contenuti.
Le imprese con esigenze specifiche scelgono unità più avanzate: 6 bay (9,5%), 8 bay (4,11%), 10 bay (2,7%), 12 bay (3,4%).
Non solo, il 25% ha confermato intenzioni d’acquisto di nuovi NAS per i prossimi 12 mesi.
Aggiornamento, manutenzione e backup
Nel processo di aggiornamento e uso dei NAS, gli utenti si affidano alle proprie esperienze ma necessitano di un supporto esterno per le attività più critiche.
– Ricevete comunicazioni dal produttore del NAS circa aggiornamenti e vulnerabilità? Aggiornate regolarmente il NAS?
In questo caso, la maggioranza dei rispondenti conferma di ricevere supporto diretto, quasi il 75%. La complessità delle reti e il forte aumento delle minacce spingono i produttori a studiare strumenti sempre più integrati e proattivi. Gli utenti possono così ricevere notifiche push e beneficiare di processi di aggiornamento automatizzati o semi-automatici.
In merito al secondo quesito, il 91,8% ha confermato la propria attenzione alla sicurezza e alla stabilità dei repository di rete. Questa percentuale di operatori aggiorna i NAS con metodicità e segue le procedure prescritte per salvaguardare il server di rete e i dati.
La ridotta percentuale di utenti poco accorti o non in grado di seguire le best practice e gli aggiornamenti è un segnale della maturità generale del settore, da anni soggetto a costanti comunicazioni in materia di salvaguardia dei dati.
Proteggere i dati
Il backup, svolto su base temporale variabile, è effettuato dalla totalità degli intervistati. Il 10% non usa un software specifico.
Chi adotta un sistema software addizionale si affida in buona parte alle piattaforme Veeam (26%), capaci di assicurare protezione relativamente ai dati e all’ambiente operativo, per un recovery totale e tempi di ripristino contenuti.
Le risposte in materia di software di backup sono state numerose e variabili, un particolare che “polverizza” i rimanenti risultati. Le suite Acronis raggiungono il 9% del totale, con valori più bassi per soluzioni come Cobian Backup, Uranium Backup, Iperius, NetBak, Nakivo.
La survey ci offre, dunque, uno spaccato dei professionisti e degli utenti che usano almeno un NAS per l’operatività quotidiana. Si tratta di uno strumento presente nella maggior parte degli ambienti di business, un componente essenziale per la protezione dei dati e la produttività quotidiana.