L’evoluzione tecnologica è alla base dell’accelerazione digitale in atto. VMware ha identificato le tendenze principali che si imporranno nel 2022 e ne ha discusso in un recente incontro con la stampa.
Accelerazione digitale
Quella più evidente, ha detto Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware Italia, è l’accelerazione digitale, che sarà stimolata ulteriormente dai forti investimenti previsti dal Digital Europe Programme e dal PNRR.
La ricerca Digital Frontiers condotta lo scorso anno da VMware mostra che le aziende hanno ora a che fare con una base di consumatori in rapida evoluzione: il 60% degli intervistati si è identificato come “digitalmente curioso” o come “esploratore digitale”. Il 44% degli utenti è pronto a passare a un brand concorrente nel caso di una esperienza digitale non all’altezza, e al primo posto delle aspettative vi è un alto livello di sicurezza. Si tratta di una grande opportunità per le organizzazioni, ma anche un rischio considerevole per quelle che non sapranno tenere il passo.
Nel corso dell’incontro, Eleonora Faina, Direttore Generale di Anitec-Assinform ha fatto il punto sul mercato digitale sottolineando che è in forte crescita nonostante la pandemia (con l’unica eccezione del settore delle Telco, dove la forte competizione sulle tariffe ha provocato una leggera contrazione), chiaro segnale che si tratta di un mercato abilitante.
Nel caso dei Digital Enabler, ovvero di quegli strumenti tecnologici che spingono la trasformazione del mercato (cloud computing, IoT, mobile, big data e cybersecurity, solo per citarne alcuni) la crescita è stata a due cifre, con un’incidenza sul mercato totale passata dal 5,3% del 2017 al 22,7% del 2021. L’accelerazione digitale, ha detto Faina, interessa le aziende di tutte le dimensioni, dalla piccola impresa all’enterprise. Assintec-Assinform ha rilevato una grossa crescita per settore della cybersecurity, dovuta in parte anche all’esplosione della connettività in seguito alla pandemia e al corrispondente aumento, tuttora in atto, degli attacchi informatici.
Evoluzione tecnologica e cybersecurity
Proprio il ripensamento della cybersecurity sarà un’altra delle tendenze tecnologiche chiave del 2022. Il perimetro aziendale, ha affermato Claudia Angelelli, Senior Manager Solution Engineering di VMware, si è spostato ed è diventato ancora più flessibile, in un certo senso “liquido”.
In contemporanea gli attacchi sono diventati più sofisticati: i criminali sfruttano tecniche di intelligenza artificiale e di machine learning, imponendo la necessità di nuove contromisure e di un approccio alla sicurezza completamente integrato nei processi aziendali, nelle applicazioni e nei servizi.
Secondo VMware il 2022 sarà l’anno dello Zero Trust: questa definizione identifica un modello di sicurezza secondo cui nessun dispositivo viene ritenuto affidabile di default, neppure quando è connesso a una rete ritenuta sicura – come una VPN – ed è stato in precedenza autenticato. Si tratta di un approccio che prevede l’autenticazione reciproca delle due parti coinvolte in una comunicazione e la verifica dell’identità e dell’integrità dei dispositivi usati, a prescindere dalla loro posizione (interna o esterna al perimetro aziendale).
Lavoro distribuito
Che il lavoro distribuito (e il suo sottoinsieme smart working) sia stato una delle tendenze principali dei mesi passati è sotto gli occhi di tutti. E, afferma VMware, sarà determinante anche nel 2022: il lavoro distribuito è qui per rimanere. Ma la crescita di produttività dei dipendenti e la fiducia nei nuovi modelli di lavoro ibrido potrebbero essere minacciati da un aumento delle misure di monitoraggio remoto.
Secondo lo studio The Virtual Floorplan: New Rules for a New Era of Work, condotto da Vanson Bourne per conto di VMware, il 36% delle aziende intervistate ha già messo in atto meccanismi di sorveglianza per i telelavoratori e il 46% si sta preparando a farlo. La modalità di implementazione sarà critica: le misure adottate possono risultare sgradite al punto da provocare un aumento del turnover dei dipendenti, fenomeno già riscontrato nella pratica.
Il cloud, abilitatore dell’evoluzione tecnologica
Un altre delle tendenze tecnologiche più rilevanti del 2022, secondo VMware, riguarderà l’approccio al cloud da parte delle aziende. Lo studio di VMware Digital Momentum Study 2021 ha rilevato che il 75% delle imprese oggi si affida a due o più cloud pubblici, mentre il 40% dei clienti di VMware utilizza già tre o più cloud pubblici oltre ad un cloud on-premises. Questa spinta verso il multi-cloud è facilmente comprensibile: le aziende vogliono scegliere il provider migliore in funzione dell’applicazione specifica, ad esempio Microsoft Azure per le soluzioni Microsoft-centriche e Google Cloud per il machine learning e i big data, senza legarsi a un unico fornitore.
Lo studio citato ha messo in luce notevoli vantaggi per le imprese che hanno adottato un approccio multi-cloud: in particolare, un aumento dei ricavi del 35% grazie alla messa in esercizio più rapida delle applicazioni, una diminuzione del 41% dei costi e del tempo necessario per la gestione dell’infrastruttura IT e della risposta agli incidenti di sicurezza, nonché risparmi del 35% grazie all’aumento di produttività della forza lavoro distribuita.
Un esempio di innovazione tecnologica
L’incontro ha visto la partecipazione di Gianluigi Tiberi, co-founder di UBT (Umbria Bioengineering Technologies), che ha portato la sua testimonianza di innovazione basata sulle tecnologie digitali più avanzate. UBT, un’azienda umbra fondata nel 2015, opera nel settore dell’healthcare: ha sviluppato una soluzione di imaging basata su microonde anziché sulle tradizionali (e potenzialmente dannose) radiazioni ionizzanti.
Il suo primo prodotto è un dispositivo per la mammografia: l’impiego delle microonde al posto dei raggi X permette di utilizzare come meccanismo di irradiazione due semplici antenne, rendendo l’esame totalmente indolore oltre che innocuo. I dati raccolti vengono poi inviati al cloud di UBT (ma si può optare anche per un’analisi locale) e vengono elaborati con procedure basate sull’intelligenza artificiale, che permettono di ottenere una sensibilità e una specificità superiori al 90%, superiore a quella dei dispositivi tradizionali.