Massimiliano Grippaldi, Regional Sales Manager di PFU Italia, ci spiega l’importanza di digitalizzare documenti di grande rilevanza culturale.
Cultura e arte sono unanimemente considerati elementi di ricchezza. Tanto più in un paese come l’Italia che, a seconda delle diverse definizioni che si danno del cosiddetto patrimonio culturale, si stima ne possegga tra il 60% e il 75% mondiale. Di certo in Italia si concentrano poli culturali di inestimabile valore, storico e non solo, in ogni possibile ambito.
L’impetuosa evoluzione tecnologica che stiamo vivendo apre prospettive significative, anche nel mondo dei beni culturali, permettendo di fatto un’evoluzione che sotto molti aspetti è una vera e propria rivoluzione.
Digitalizzazione come protezione – Il primo effetto di una digitalizzazione diffusa, quando si parla di arte e cultura, è forse il più ovvio. Un bene culturale è per sua natura unico, prezioso e irripetibile. Questo rende ogni suo trasferimento, o comunque passaggio di mano, un’attività a rischio.
Poter disporre di una copia di alta qualità del bene in questione, pensiamo a un manoscritto ma anche a un dipinto, consente di ridurre in modo sensibile la necessità di disporne fisicamente, e con essa, il rischio di danneggiarlo, ferma restando l’opportunità di accedervi per motivi di studio o di verifica.
Digitalizzazione come condivisione – La possibilità di creare copie fedeli e ad alta qualità di un documento storico consente anche di elevare in modo significativo il numero di persone che possono avervi accesso. Un manoscritto è fisicamente confinato nella biblioteca in cui si trova, magari da molti anni. Gli studiosi devono spostarsi per consultarlo, oppure è necessario trasportarlo, con tutte le procedure di movimentazione necessarie.
In questo caso, una o più copie dello stesso documento possono essere messe a disposizione di diversi team di ricerca, consentendo di condurre anche analisi differenti e contemporanee sul medesimo testo. Questo apre nuove prospettive in campo storico e artistico, ma anche semantico e filologico, considerando anche la possibilità di estrarre dal documento stesso dati puntuali, che aiutano catalogazione e analisi successive. Si pensi a dati relativi agli autori, alla conservazione, al tipo di supporto utilizzato… Tutti elementi che, una volta digitalizzati, possono entrare in un vero e proprio workflow, consentire ulteriori elaborazioni, di certo impossibili prendendo in esame solo il singolo originale.
Digitalizzazione come diffusione – Il passo successivo è la diffusione su larga scala di un bene. Per sua natura, la digitalizzazione elimina le barriere e rende possibile accedere a distanza a ogni tipo di file. Una estesa politica di acquisizione e digitalizzazione del patrimonio culturale – di una biblioteca, di un museo, ma anche di un intero paese – potrebbe dare impulso significativo alla diffusione stessa della cultura.
Sono molti gli esempi concreti in questo senso, con intere collezioni – manoscritti, dipinti, opere d’arte in generale – rese disponibili online e accessibili da tutto il mondo grazie solamente a qualche clic del mouse. Non solo: la crescente diffusione di interfacce grafiche e animazioni 3D permette di aggiungere ulteriore valore a una visita online – si pensi alla ricostruzione digitale della sala di una biblioteca o pinacoteca, con la possibilità per il visitatore virtuale di spostarsi negli spazi originali.
Una tecnologia che abilita – Tutto questo non è solo possibile in ottica futura, ma è già realizzabile oggi disponendo delle giuste tecnologie. Ci sono scanner dalla tecnologia particolarmente avanzata, che permettono di acquisire immagini di ogni dimensione, con la massima qualità e cura del dettaglio, senza nemmeno dover toccare il documento originale – che quindi non corre alcun rischio.
Parallelamente alla scansione, vi è la possibilità di correlare l’immagine digitale con metadati che ne descrivono aspetti specifici e che rendono possibili ulteriori elaborazioni, semplificando il lavoro di catalogazione ma anche quello di analisi – pensiamo a uno studio filologico mirato a verificare l’evoluzione di una determinata terminologia nel corso del tempo, con un’approfondita analisi condotta su documenti e versioni differenti…
Promuovere un’ampia politica di digitalizzazione non solo preserva l’arte, ma può fungere da volano per la diffusione di cultura e conoscenza su scala potenzialmente globale, aprendo prospettive di studio finora inedite, in Italia e nel mondo.