Cybersecurity, intervista a Denis Cassinerio di Bitdefender

Cybersecurity, intervista a Denis Cassinerio di Bitdefender

Al Cybersecurity Summit 2019 incontriamo Denis Cassinerio, Regional Sales Director SEUR di Bitdefender, che ci ha raccontato la vision della compagnia rumena.
Il manager ha più volte rimarcato il tema della semplificazione del linguaggio. È questo, secondo Bitdefender, il primo vero ostacolo.
Infatti, toppo spesso, si usano termini che sono respingenti e poco comprensibili alla massa. Altrettanto importante è allargare il fronte della conoscenza: non di rado gli esperti di settore tendono a creare community che, se da un lato favoriscono la circolazione di competenze ed expertise, dall’altro aumentano il “digital divide” informativo, quando sarebbe auspicabile l’esatto opposto.

La percezione del rischio viene quindi veicolata, da Bitdefender, nel modo più chiaro e semplice possibile. E questo vale tanto per la comunicazione pura, quanto per le soluzioni proposte.
La società ha scelto una strada diversa rispetto ad altri competitor. In un periodo in cui non di rado si assiste ad un certo ridimensionamento del ruolo dell’endpoint protection, Bitdefender rilancia su di esso e, anzi, lo arricchisce. Entro l’estate, il pacchetto Gravityzone sarà infatti arricchito. Per ogni singolo endpoint protetto esistono specifici indicatori di rischio, basati su di più di 150 parametri che restituiscono immediatamente, e in modo costante, il livello di rischio; il tutto in un formato comprensibile anche dai meno esperti.
Ritorna dunque il tema della “leggibilità e comprensibilità del rischio”: per Cassinerio è un vero mantra, e non possiamo non condividere la sua posizione. Il tema della scarsa cultura informatica è infatti trasversale e accomuna tutti i reparti.
Senza una comprensione adeguata è impossibile pensare che si riesca a fare presa sui board delle aziende; il management non è infatti solitamente preparato ad accedere a temi tecnologici complessi e con termini ostici.

Le regole del gioco in ambito security cambiano rapidamente. Basti pensare al pericoloso spyware rootkit Scranos, grazie al quale i cybercriminali cercano di ottenere denaro rubando gli account a pagamento degli utenti dalle loro pagine di Facebook, Amazon e Airbnb. Tutto questo alterando le metriche dei social media, come views, pay-per-click e diffondendo malware di altre organizzazioni criminali a pagamento.
Il settore healthcare è un esempio di attacchi ad alto valore economico, i dati personali valgono ancora oggi migliaia di euro. Nessuno è quindi al sicuro, non esistono “zone franche” o soggetti non a rischio.

Peraltro, l’approccio di Bitdefender è molto concreto ed aperto a collaborazioni, come quelle con numerosi organi istituzionali di investigazione, in una logica win-win. Le organizzazioni possono contare sulla esperienza e sulla competenza degli esperti della società, la quale a sua volta ha modo di apprendere e documentare casi di attacco altrimenti spesso segreti.
Sono oltre 150 gli OEM che sfruttano il motore di Bitdefender, e nuovamente si tratta di una collaborazione fruttifera per tutti. La compagnia ovviamente produce utili per questa attività, ed importanti feedback sullo sviluppo, e gli OEM hanno a disposizione le API di Bitdefender, per implementare nelle proprie soluzioni lo stato dell’arte della sicurezza.

La strategia italiana fa parte del processo di espansione di Bitdefender, che porterà alla quotazione in borsa nel breve periodo. Presente nel nostro Paese da settembre 2016, l’azienda conta oggi più di 10 persone impiegate. Il piano di sviluppo globale è particolarmente ambizioso; in questo contesto, il mercato italiano ha risposto con grande interesse, in particolare attraverso il canale.