L’Italia ha grandi gruppi e anche tante realtà molto piccole dove, in particolare, serve l’infrastruttura di networking ed è necessaria una capacità superiore delle reti.
Michele Dalmazzoni, Collaboration & Industry Digitization Leader di Cisco Italia, sottolinea come con l’iniziativa Digitaliani Cisco sia fortemente focalizzata sulle imprese italiane manifatturiere che presentano una loro natura specifica.
Il nostro paese ha grandi gruppi cui si affiancano tante realtà molto piccole dove servono le basi, in particolare l’infrastruttura di rete, e dove è necessario razionalizzazione le reti e fornire una capacità superiore.
La digital transformation porta a intervenire almeno su tre aspetti dell’impresa: l’innovazione dei modelli di business, l’operation improvement e l’experience rivolta a clienti, cittadini e istituzioni.
Inoltre, si tratta di affrontare tutti i momenti in cui si porta un contributo alla catena del valore: Ricerca e Sviluppo, connected factory, connected asset, supply chain, sicurezza, customer experience. Tra i problemi affrontati con Digitaliani figurano in primo piano la digitalizzazione dei processi di formazione, la manutenzione predittiva con il coinvolgimento per esempio di Fanuc, la smart logistic, la cybersecurity.
Tema di particolare rilievo in ambito industry è la digitalizzazione documentale, un requisito fondamentale per le aziende italiane che vogliono inserirsi in una filiera internazionale. Un punto critico è come digitalizzare quelle attività dove la manualità è fondamentale.
Qui, più della teoria, è interessante vedere esperienze concrete come quella del Tacchificio del Brenta che opera nel campo della moda che richiede creatività, innovazione, esclusività e sicurezza. In particolare, per l’azienda è fondamentale l’attività di modellazione dei tacchi e la verifica dei risultati da parte dei clienti.
Il Tacchificio del Brenta mette a disposizione di quei clienti che non hanno la possibilità di venire direttamente in azienda per controllare il prototipo, un sistema che, tramite una piattaforma digitale, ne permette la condivisione a distanza con una risoluzione video e una possibilità di interazione come se i clienti fossero in loco.
Compresa la possibilità di disegnare direttamente sui monitor le modifiche da apportare al prototipo, grazie anche a una soluzione realizzata dalla Vem Sistemi che garantisce una qualità video ad altissima definizione.
Non da ultimo i tempi di consegna rapidissimi: dall’approvazione allo stampo passano due ore.
Andrea Pontremoli, CEO e General Manager di Dallara da dieci anni dopo oltre vent’anni trascorsi in IBM della quale è stato Presidente e Amministratore Delegato IBM Italia, ci porta in una realtà diversa come dimensione e ambito industriale rispetto al Tacchificio del Brenta con il quale condivide la ricerca dell’eccellenza, il che significa, come dice lui stesso, “non stare mai fermi.”
Non a caso Dallara ha vinto 17 volte a Indianapolis con vetture da lei prodotte.
Con la digitalizzazione si uniscono le competenze di esperti bravi ma nei loro campi specifici, inoltre sono riusciti a combinare la libertà e la freschezza dei giovani che non hanno barriere con le persone di esperienza per realizzare il modello di business efficace.
Le scelte tecnologiche di Dallara sono coerenti con la logica del superamento delle barriere. Per esempio, nel campo dei simulatori di guida lavorano con Moog utilizzando software open source con Linux Red Hat, il che consente di utilizzare e modificare anche sistemi matematici sviluppati da altri.
“Il virtuale e il reale si mescolano – sottolinea Pontremoli -, anzi, il virtuale permette di provare soluzioni che nella realtà non sarebbe possibile testare.”
L’esempio importante è quello della Pirelli che, per decidere quali pneumatici portare per il Gran Premio del Bahrein, ha usato il simulatore della Dallara con una dislocazione territoriale che ha visto gli ingegneri della Pirelli in Bahrein e i piloti al simulatore presso il cento di ingegneria di Indianapolis della Dallara.
L’azienda parmense in questi ultimi anni è stata anche protagonista di una forte crescita del numero di dipendenti passati in dieci da 107 a 620 persone, il 40% dei quali laureati.
Non a caso Dallara crede fortemente nella formazione e nell’alternanza scuola-lavoro. Dal suo Centro di formazione passano 250 persone all’anno e gli studenti degli Itis che lo frequentano hanno un tasso di occupazione del 100% alla fine del ciclo di studi.
A questo vanno aggiunti quattro master post-universitari, la definizione, con le nove aziende della Motor Valley, di sei lauree magistrali e la costituzione del consorzio Muner (Motorvehicle University of Emilia-Romagna), associazione tra atenei del territorio e case motoristiche.
“Bisogna preparare le persone – dice Pontremoli -, cambiano i mestieri e bisogna studiare per poter lavorare.”