Affinion presenta i risultati di una nuova indagine sulla cyber-security, che evidenzia come le buone abitudini siano cruciali per una protezione efficiente.
L’indagine Annual CyberArk Global Advanced Threat Landscape Survey si è focalizzata su 750 IT Manager e IT Security Manager a livello mondiale e ha messo in luce alcuni trend significativi in ambito protezione e sicurezza.
Secondo la ricerca, oltre la metà degli intervistati ha modificato i processi per gestire gli account privilegiati. Tuttavia il 40% delle imprese conserva ancora password privilegiate e amministrative in un documento Word o Excel e il 28% utilizza un server condiviso o una chiavetta USB.
Emerge poi un rischio di eccessiva sicurezza in sé stessi: 3 IT Security Manager su 4 hanno incrementato del 44% le proprie tutele contro gli attacchi informatici. Nonostante ciò, il 46% ammette che la sua impresa è stata vittima di un attacco ransomware negli ultimi due anni. Tra i rischi più temuti vanno notati i DDos (Distributed Denial-of-Service), ovvero attacchi tramite la cooptazione di milioni di computer infetti, il phishing, il ransomware, lo sfruttamento di un account privilegiato e le violazioni perimetrali.
Le imprese stesse spesso non riescono a far rispettare le più semplici procedure di sicurezza. I cyber criminali, infatti, si stanno concentrando sul furto e sull’utilizzo di dati che riguardano persone comuni, di fatto l’anello più debole della catena della sicurezza.
Il 57% degli europei ritiene che i propri dati personali non siano al sicuro secondo il rapporto 2015 “The State of Privacy” di Symantec. Il 49% mostra un comportamento a rischio di frode finanziaria: lasciare lo smartphone sbloccato, gettare nei cestini pubblici documenti con numeri di conti bancari ed effettuare operazioni bancarie/acquisti online senza software di sicurezza o su un pc pubblico. Uno dei bersagli preferiti degli hacker è l’home banking, come rivela una recente indagine di Kaspersky Lab sui rischi per chi consulta il saldo, effettua bonifici e fa giroconti online.
Il 61% degli incidenti sull’online banking non comporta solo danni economici ma anche perdita di dati, di reputazione dell’azienda, furto di informazioni sensibili. Le aziende che offrono soluzioni legate al mondo della protection hanno una base clienti più fedele, come emerge da una recente ricerca di Affinion, “Il Cliente fedele”: aiutare i clienti ad alleviare le proprie preoccupazioni, fortifica maggiormente il legame con il brand. La maggior parte dei consumatori è consapevole della minaccia rappresentata da frodi e furti informatici; tuttavia, non ha tempo né le conoscenze per diventare esperto di security, e necessitano di un supporto.