VMware, come contenere i costi di migrazione con il cloud ibrido

VMware, come contenere i costi di migrazione con il cloud ibrido

Simone Brunozzi, Chief Technologist Hybrid Cloud di VMware, spiega come ridurre i costi della migrazione delle infrastrutture adottando un cloud realmente ibrido.
Negli ultimi dieci anni, le aziende hanno avuto alcune difficoltà nella gestione delle risorse IT. È un dato di fatto. Senza dubbio ci sono molte tecnologie che hanno portato innovazione e lo hanno fatto in maniera semplice ed economica, ma la vera sfida per molti è capire come utilizzarle in maniera sicura, sfruttandone gli elementi differenzianti per avere una marcia in più nei confronti della concorrenza. È proprio per questo motivo che abbiamo visto molte aziende scegliere il cloud pubblico. Dopo tutto, l’efficacia e la semplicità del public cloud ne fanno la scelta ideale quando si decide di spostarsi nel cloud, no? In questo articolo cercherò di spiegare perché la questione è un po’ più complessa.
Innanzitutto occorre capire la vera ragione di questa mentalità. E per spiegarla bisogna guardare alla natura del business oggi, veloce e non prevedibile. Costantemente sotto pressione per rispondere ai cambiamenti del mercato, crescere a doppia cifra, espandersi geograficamente e offrire nuovi prodotti e servizi, le aziende devono avere un IT flessibile per muoversi alla velocità del business. Il cloud pubblico gioca un ruolo cruciale in questo, poiché offre alle aziende la capacità di testare nuove applicazioni e scalare velocemente e in modo economico nel caso, ad esempio, del lancio di un servizio all’ultimo minuto o di una campagna marketing. Non sarà una sorpresa sapere che l’88% delle organizzazioni utilizzano il cloud pubblico, rispetto al 63% che ha scelto quello privato.

Tuttavia, è anche importante capire che mentre il cloud pubblico è così popolare oggi e si prevede che il mercato crescerà di un altro 25% nel 2015 , i suoi benefici non dureranno per sempre. Molti clienti ci raccontano dei significativi vantaggi che hanno ottenuto usando il cloud pubblico per attività come test e sviluppo o per specifici workload come una web app. Ma nel momento in cui un’azienda tenta di fare un uso più esteso del cloud pubblico, magari provando a utilizzare molteplici public cloud, i benefici potrebbero svanire a causa della crescente complessità.
Gestire più cloud pubblici è un’impresa, poiché richiede più strumenti di gestione e molteplici configurazioni di rete. Il che si traduce nell’esigenza di risorse aggiuntive che conoscano Amazon Stack, Open Stack, Azure, VMware, per non parlare della sicurezza. Secondo Gartner, le paure legate alla sicurezza sono uno degli ostacoli principali contro l’adozione del cloud pubblico, una pressione che sembra destinata addirittura a crescere in previsione della Direttiva dell’Unione Europea sulla protezione dei dati prevista per il 2015.
Occorre trovare un equilibrio fra la necessità dell’agilità che il cloud pubblico garantisce e l’esigenza di proteggere l’azienda con sistemi in-house o cloud privati, che causa problemi ai CIO e agli IT manager. La migrazione fra i due non è per niente facile, cambiare provider non solo è difficile, ma ha un costo. Infatti, fra i problemi legati alla migrazione, una ricerca IDC evidenzia la sicurezza e la riservatezza per il 35% dei casi, la complessità per il 32% e le spese per il 25%.

La migrazione verso il cloud può spesso diventare una decisione che limita la flessibilità di un’azienda andando avanti nel tempo. I costi associati a una migrazione gestita male possono essere molto elevati. Non solo in termini di capitale speso e risorse impiegate per risolvere i problemi, ma anche per le opportunità perse perché, ad esempio, una campagna o un nuovo servizio non possono essere lanciati abbastanza velocemente.
La buona notizia è che questi costi possono essere tenuti sotto controllo se si usa la giusta soluzione. La questione private cloud vs public cloud è chiusa. È il momento dell’hybrid cloud. Le soluzioni ibride come VMware vCloud Air consentono alle aziende di avere carichi di lavoro sia nel cloud che on-premise ed essere in grado di gestirli con gli stessi strumenti, spostando i workload senza problemi in tutti gli ambienti.
Chiudendo il cerchio, ritorno alla domanda iniziale: l’economicità e la facilità d’uso del cloud pubblico ne fanno il primo passo ideale verso il cloud? Forse. Ma quando si tratta di effettuare la migrazione, è importante farlo bene. La flessibilità e la possibilità di scelta del cloud ibrido offrono alle aziende il valore duraturo nel tempo di cui hanno bisogno per contenere i costi, minimizzare i rischi legati alla sicurezza e creare un ambiente che permetta di raggiungere gli obiettivi aziendali.