Il cloud computing è, in assoluto, una delle tematiche a più ampio raggio d’azione e che stanno interessando il mondo IT, le aziende e gli utenti finali. Nonostante il gran parlare di tecnologie e piattaforme, solo negli ultimi mesi è stato possibile osservare una certa crescita di questa componente, sia a livello di business per i vendor, sia a livello di adozione tra i clienti.
A confermarlo è Microsoft, che ha avviato numerose campagne di sensibilizzazione e di migrazione, con l’intento di convertire un modello di business tradizionale, in uno più dinamico, legato alla “nuvola”. Ad oggi, l’azienda conta svariati servizi attivabili e gestibili tramite il cloud, Office 365 e Azure, in primis.
Ma per far crescere il volume dei possibili clienti, Microsoft si sta impegnando a sostenere le proprie piattaforme tecnologiche, sia attraverso un dialogo con le PMI, sia avviando un processo di coinvolgimento dei partner di canale senza precedenti.
Ad oggi, l’ecosistema dei partner Microsoft comprende più di 25mila operatori. Di questi, circa 10mila fanno parte del Microsoft Partner Network e circa 350 sono i partner gestiti direttamente.
A sottolineare questa prospettiva, le parole di Vincenzo Esposito, Direttore della divisione Small and Midmarket Solutions & Partners di Microsoft. La società è infatti tra le più attente alle esigenze della rete di partner e può definirsi 100% “partner-driven”. La volontà è quella di sostenere le aziende e gli affiliati in un passaggio cruciale, migrando da un business model convenzionale al cloud.
Secondo i dati raccolti da Microsoft, circa il 30% dei partner muove e implementa soluzioni basate sul cloud. Si tratta di un dato in sensibile aumento e con un trend in crescita nell’ultimo anno. Tra le aspettative della società, la volontà di portare questo parametro a un 40% di partner coinvolti entro fine giugno, che rappresenta la chiusura dell’anno fiscale.
Di fatto, stando a ricerche interne condotte dall’azienda, circa il 92% delle società che puntano sul nuovo modello di business stanno registrando un organico in crescita. Di fatto le assunzioni per il breve periodo competono principalmente all’area cloud, con un 60% del totale, seguite dal 34% per quanto riguarda lo sviluppo software e l’8% per il segmento server.
Consapevole dalla frequente mancanza di competenze e capacità operative in questo comparto, Microsoft vuole supportare in modo concreto l’ecosistema dei partner, e ha lanciato il programma Skills4You, un progetto che è stato strutturato per abilitare un percorso di “upskilling” e per facilitare la combinazione tra domanda e offerta di lavoro. Come precisato da Massimiliano Ortalli, Direttore dell’area partner di Microsoft Italia, il progetto sarà avviato nel mese di febbraio.
Per rafforzare la propria presenza sul canale e avvicinare ulteriormente i partner è stato inoltre avviando un progetto corporate denominato P-Seller (Partner-Seller). Si tratta di supportare in modo esclusivo quei partner che rappresentano una vera e propria estensione dell’organizzazione, sia lato commerciale, sia per la prevendita. Per farlo, Microsoft offrirà ai partner l’accesso ai propri uffici e alle risorse, in modo analogo a quanto accade a un interno all’azienda. Ad oggi, il programma conta 23 partner italiani certificati e include 93 persone.
In un contesto di forte motivazione e crescita per i partner, Microsoft punta con convinzione nella direzione del cloud, che viene interpretato come una forza dirompente e che deve ancora esprimere tutto il proprio potenziale.
Ne è certo Fabrizio Fassone, Direttore Mercato Piccola e Media Impresa, che ha sottolineato come siano state raddoppiate le persone che, in azienda, si occupano di questa fetta di mercato. La forte vocazione al cloud passa dunque, inevitabilmente, dalle tre figure partner principali: i Var, i Service Provider e gli sviluppatori software.
In questo senso, la crescita può avvenire solo a seguito di uno sviluppo professionale, reso possibile dai programmi formativi. Microsoft propone corsi di livello universitario per il comparto marketing e vendite e insiste sull’importanza di avviare proficui meccanismi per il digital marketing, molto apprezzati ed efficaci soprattutto in nord Europa. Come evidenzia Esposito, per uscire dai confini regionali e per una maggiore valorizzazione dei prodotti sono poi essenziali attività di demand generation, co-marketing, comunicazione e specifici incentivi programmati.