Un NAS (Network Attached Storage) è un dispositivo per l’archiviazione centralizzata dei dati, collegato alla rete locale tramite un indirizzo IP ad hoc. Le versioni più recenti di questo tipo di apparecchi offrono anche diverse altre funzionalità, come il controllo della sicurezza e la conversione dei file multimediali, per soddisfare le esigenze degli utenti aziendali e domestici. Ma oggi il cloud domina nelle architetture dei sistemi informatici aziendali, a tutti i livelli, dalle società enterprise alle PMI. C’è quindi ancora spazio per i NAS?
La risposta è decisamente affermativa, anzi possiamo dire che i due sistemi di archiviazione dei dati si completano a vicenda. Un approccio ibrido, costituito dall’impiego sia del cloud sia di uno o più NAS, massimizza i vantaggi e riduce al minimo gli svantaggi, inoltre si sposa bene con la mentalità prevalente delle realtà italiane, che non vogliono affidarsi completamente al cloud ma preferiscono avere un controllo completo sui propri dati. Le informazioni possono così essere in locale, per le massime prestazioni, e risiedere nel cloud come backup, magari immutabile e criptato. Questo permette di implementare la strategia 3-2-1, ovvero backup in più copie (idealmente tre), con almeno due tecnologie diverse e con una copia in una località differente.
Un NAS consente di tenere all’interno dell’azienda le informazioni più riservare, in un’ottica di sovranità, inoltre, sempre rispetto al cloud, riduce al minimo la latenza, ovvero il ritardo con cui i dati sono memorizzati e letti. Ancora, in ambito manifatturiero è oggi importante salvare i dati a bordo macchina, spesso in ambienti ostili, con temperature, umidità e vibrazioni elevate. Questi dati sono fondamentali, non sono più i semplici log, ma sono informazioni preziose per le analisi, per ottimizzare i processi e assicurare il loro regolare funzionamento. Per massimizzare le possibilità di installazione nei reparti produttivi, la tendenza è anche ridurre le dimensioni dei dispositivi di archiviazione, che, insieme all’esigenza di resistere a condizioni ambientati difficili, porta alla scelta degli SSD come supporto di memorizzazione nei NAS.
Un mercato in crescita
Secondo un’indagine compiuta da Mordor Intelligence, il settore dei NAS è in costante crescita, una crescita che in base alle previsioni continuerà nei prossimi anni. Si stima che il mercato dei NAS crescerà con un CAGR di circa il 19,5% durante il periodo 2024 – 2029.
La tendenza ad accumulare una quantità sempre maggiore di dati porta le organizzazioni a cercare una soluzione di archiviazione dei dati consolidata e sicura. Oltre l’80% delle società di fascia media ed enterprise utilizza i NAS on-premise, un impiego superiore in capacità rispetto ad altri tipi di archiviazione, come DAS (Direct Attached Storage) e SAN (Storage Area Network).
I principali fattori che guidano il mercato includono: l’esplosione dei dati non strutturati, l’aumento della presenza nei sistemi IT aziendali dei NAS scale-out (cluster di NAS gestito via software come un unico sistema) e l’attenzione alla virtualizzazione della rete. La crescente adozione di sistemi NAS negli ambienti aziendali sta spingendo i fornitori verso la creazione di soluzioni NAS personalizzate per le società, così da offrire una soluzione completa per la gestione dei dati.
La facilità di installazione e gestione, i costi ragionevolmente bassi e l’elevata capacità sono alcune delle caratteristiche significative che attraggono le aziende verso i NAS. Questi dispositivi hanno inoltre un vantaggio in termini di prestazioni rispetto ai DAS, in particolare quando più client devono accedere allo storage. Un NAS può anche essere più efficace di un SAN per alcuni carichi di lavoro, a seconda del traffico di rete e delle preferenze dei protocolli di comunicazione e di archiviazione.
Per quanto riguarda i NAS scale-out, si tratta di un mercato da 16,2 miliardi di dollari nel 2020, con un CAGR del 21% per il periodo 2021 – 2026. Le aziende più grandi, alla ricerca di una migliore scalabilità, tendono ad allontanarsi dai NAS tradizionali, preferendo infrastrutture di archiviazione on prem definite dal software, così da gestire molta più capacità di storage mantenendo sotto controllo i costi di integrazione e gestione.
Tra le soluzioni NAS scale-out citiamo i prodotti Dell EMC X-Series, che scalano fino a 20 PB con 144 nodi, con capacità da 12 TB a 144 TB per nodo e un throughput dichiarato fino a 200 GB/s.
Le caratteristiche dei moderni NAS
Un NAS è caratterizzato principalmente dal numero e dal tipo di dischi che può contenere, dalla velocità delle porte di connessione, dalla potenza del processore.
Sul mercato esistono molti modelli diversi di questi dispositivi. Dai più semplici ed economici con due slot per altrettanti dischi – come il Synology DS723+, dotato di processore Ryzen e anche di due slot M.2 – a quelli più potenti e costosi in formato rack con 24 bay. La potenza di elaborazione è sempre proporzionata alla capacità di archiviazione della macchina, dato che una maggiore quantità di dati memorizzati richiede una più elevata velocità di calcolo. Naturalmente non si parla solo di processore ma anche di memoria Ram, anche questa installata in quantità adeguata.
Negli ultimi anni i dischi meccanici tradizionali hanno in parte ceduto il posto alle memorie a stato solido SSD, SATA e soprattutto NVMe, con quest’ultimo standard che permette di sfruttare appieno la velocità dei moderni SSD. Oggi ci sono NAS che previlegiano la capienza, grazie a molti slot per dischi meccanici, e NAS full flash, che impiegano solo dischi SSD NVMe M.2 per avere una banda passante eccezionalmente ampia, come il Qnap TBS-h574TX, compatto, portatile ed estremamente prestante. Esistono anche modelli ibridi, che montano sia dischi tradizionali sia SSD, per un mix ottimale tra capacità e velocità.
Per quanto riguarda le porte di connessione, le prese Ethernet da 1 Gb/s sono ormai il minimo. I migliori NAS per le aziende sono dotati di porte da 2,5, 10, 25, 100 Gb/s.
Il sistema operativo che governa il NAS è naturalmente proprietario (ma esistono anche software con licenza open, come FreeNAS) ed è in genere una variante di Linux. La sezione software non si limita a gestire il flusso in input e in output dei dati, ma ottimizza l’uso dei dischi (una funzione particolarmente importante nel caso di memorie SSD), effettua la compressione, la decompressione e la sincronizzazione dei dati, implementa misure di cyber security, fornisce al gestore IT indicazioni e report sul funzionamento e sulla salute dell’hardware.
I benefici per le imprese
I NAS sono macchine molto affidabili, semplici da configurare e da usare, economiche se si considera il rapporto prezzo/prestazioni. Il mercato offre moltissimi modelli ed è facile trovare la macchina più adatta per le esigenze della propria azienda. È possibile partire con soluzioni piccole e aggiungere unità più grandi o moduli di espansione via via che i dati crescono nel tempo.
Un NAS funziona bene come unità di backup statico o dinamico (deve essere una macchina diversa da quella principale di lavoro). Grazie alla tecnologia snapshot, che memorizza e recupera i file a una versione precedente, è possibile ripristinare in breve tempo l’attività di un’azienda colpita da un ransomware o da cancellazioni involontarie.
Grazie a funzioni come la gestione on-premise delle e-mail tramite un server software dedicato, è possibile far lavorare al meglio i team aziendali, in un’ottica di collaborazione tra persone in sede e da remoto.
Il NAS è ideale non solo per archiviare in maniera ordinata e centralizzata tutti i documenti di lavoro, ma anche per registrare i flussi video delle telecamere del sistema di videosorveglianza. Grazie a funzioni integrate nei migliori sistemi operativi, l’apparecchio genera avvisi e statistiche in tempo reale, con il riconoscimento delle persone e dei veicoli che entrano ed escono dall’edificio della società.
Infine, un NAS ben configurato permette di risparmiare sulle spese di gestione dei dati rispetto all’impiego del solo cloud. I servizi di cloud storage, infatti, sono fatturati in base al loro uso: se si carica tutto sul cloud, si riceverà una grossa bolletta per lo spazio e la banda utilizzati. Con un NAS configurato come storage locale e come gateway al cloud pubblico è possibile tenere i dati più sensibili nell’infrastruttura locale e usare il dispositivo come cache per il cloud pubblico. In questo modo si risparmia in spazio e in trasferimento dati da e per il cloud. Inoltre usando il NAS come cached gateway al cloud pubblico, tutti gli upload e i download su cloud sono processati dal NAS invece che dai singoli client. Le richieste di download per lo stesso file saranno gestite dal gateway, con un risparmio di banda. Le richieste di upload andranno prima nel gateway, accelerando l’accesso dei client al cloud.