Red Hat presenta l’automazione IT a supporto delle aziende

Red Hat fa crescere la sua proposta per l’automazione IT con la modalità Event driven automation e con la futura intelligenza artificiale Ansible Lightspeed.

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Red Hat è una società multinazionale statunitense, fondata nel 1993 e dedicata allo sviluppo di software libero e open source in ambiente enterprise. Il fulcro della produzione software dell’azienda è il suo sistema operativo Red Hat Enterprise Linux, a cui si aggiungono middleware, applicazioni e prodotti per il management. Nell’ottobre 2018 IBM ha acquisito Red Hat e l’anno successivo ne ha assunto il controllo completo, ma Red Hat rimane comunque indipendente.

L’8 giugno a Milano, con un doppio evento per i clienti e per la stampa, Red Hat ha presentato l’evoluzione più recente del suo concetto di automazione per l’IT nelle aziende: l’Ansible Automation Platform. Le novità di Ansible Automation Platform sono state illustrate da Giorgio Galli, Senior Manager Tech and Specialist Sales, e da Marcello Panci, Specialist Sales Automation.

L’automazione IT

L’automazione dei processi informatici nelle aziende è un tema sempre più sentito. Aumenta la complessità, aumentano le tecnologie e quindi è sempre più importante automatizzare. Secondo un’indagine Gartner, però, da qui al 2025 l’80% dei compiti operativi richiederà conoscenze che solo meno della metà degli addetti possiede oggi. L’automazione, infatti, è curata dagli automation architect, una figura professionale non molto diffusa, in particolare in Italia (ma il numero di esperti in questo campo crescerà con il tempo, naturalmente).

L’automazione è sempre più centrale come importanza in ambito enterprise, in particolare nei campi della sicurezza, dei servizi cloud, della gestione delle reti. L’automazione è cruciale sia per i sistemi basati su tecnologie datate sia per quelli più recenti.

Questa automazione va vista oggi non più come una commodity, ma come un elemento strategico nel processo di trasformazione delle aziende. Con l’automazione, per esempio, è possibile sviluppare una sola volta le applicazioni e installarle ovunque (on premise, cloud, edge), senza dover possedere competenze specifiche a seconda dell’ambiente di distribuzione.

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Secondo Red Hat, per implementare nella maniera migliore possibile l’automazione, è necessario integrarla a livello di piattaforma, non più come un elemento singolo che va inserito in un sistema più ampio. Per questo è importante spezzare le strutture e le automazioni a silo e cercare di implementare un’automazione allargata, che interessi tutti i settori dell’IT. Il motto di Red Hat è “Differenti settori lavorativi, una singola piattaforma”.

Come dovrebbe essere l’automazione secondo Red Hat

L’obiettivo di Red Hat con Ansible Automation Platform è che l’automazione – proprio perché intesa come piattaforma – sia utilizzabile con ogni configurazione: locale, ibrida, cloud, edge. Ansible riflette la visione di Red Hat per le soluzioni enterprise, che devono funzionare in ogni ambiente IT. La proposta dell’azienda americana è pensata per creare operazioni di automazione IT che siano integrate e olistiche, dotate di un’architettura nativa a container, per la massima flessibilità a prescindere dalle dimensioni del sistema informatico aziendale.

Con Ansible Automation Platform, Red Hat vuole automatizzare tutto (applicazioni, network, cloud, sicurezza, infrastruttura, edge) per ottenere un miglioramento dell’efficienza, accrescere la produttività, tenere sotto controllo i rischi e i costi. Grazie all’esecuzione automatica dei task è tutto più veloce e sicuro, senza errori.

Secondo Red Hat, Ansible è potente perché permette di gestire task complessi a livello enterprise, è semplice perché impiega codice quasi naturale, facile da scrivere anche per chi non è esperto nella programmazione, è agentless e quindi non serve alcuna installazione di moduli particolari, anche in ambienti ibridi. Per quanto riguarda i moduli, ce ne sono più di 4.000, sviluppati da terze parti per i settori più disparati.

Event driven automation

Red Hat è al lavoro per portare avanti l’evoluzione di Ansible Automation Platform e una delle novità più importanti è l’automazione attivata dagli eventi. Grazie a questa nuova funzione, se si verifica un errore, un malfunzionamento o una segnalazione, l’automatismo interviene da solo in base a regole codificate in precedenza. Ansible può quindi essere proattivo, addirittura predittivo. Tutto dipende da come sono codificate le regole che fanno attivare l’intervento.

Più in dettaglio, le fasi relative all’automazione attivata da eventi sono tre:

  • Osservazione: il sistema analizza il flusso di dati proveniente dalla sorgente che il responsabile IT ha scelto, identifica l’evento anomalo (con o senza notifica) e apre un ticket di intervento
  • Valutazione: una volta individuato il problema, il sistema valuta il modo migliore per intervenire e sceglie l’azione adatta per l’intervento, in base a regole pre-codificate
  • Intervento: il sistema attiva in automatico l’azione correttiva, effettua il recupero delle funzionalità e chiude il ticket di manutenzione

In sintesi, Event-Driven Ansible è una soluzione scalabile e resiliente che offre alle aziende più modalità con cui attivare in modo efficace l’automazione nell’ambito delle proprie strategie hybrid cloud.

L’automazione con l’AI: Ansible Lightspeed

Per ora le azioni di Ansible Automation Platform sono eseguite solo in base a ben determinate regole, impostate da un operatore esperto, ma Red Hat sta studiando l’implementazione dell’intelligenza artificiale nel sistema. Il frutto di questa fase iniziale di lavoro è Ansible Lightspeed, che integra l’assistente di codifica Watson di IBM per rendere ancora più accessibile l’impiego di Ansible e allargare il suo utilizzo a un più grande numero di dipartimenti all’interno dell’azienda.

automazioneGiorgio Galli, Senior Manager Tech and Specialist Sales di Red Hat
Ansible Lightspeed nasce da un progetto di collaborazione sull’intelligenza artificiale con il laboratorio di ricerca di IBM.

L’idea alla base è quella di rendere l’automazione ancora più semplice di quanto non sia già, permettendo all’essere umano di chiedere in linguaggio naturale determinate cose e far sì che queste vengano tradotte in automatico in regole o comandi.

Lightspeed è la fase successiva dell’iniziativa Project Wisdom di Red Hat, accessibile a utenti, contributor, clienti e al sistema di partner dell’azienda americana. Il lavoro in corso mira a portare la potenza dell’intelligenza artificiale nella fase di codifica delle regole che Ansible deve seguire una volta in azione. L’AI permetterà di sopperire alla carenza di professionisti esperti nella codifica dell’automazione IT, rendendo quest’ultimo compito più accessibile, facile e veloce. Naturalmente sarà utile anche alle persone già esperte, che potranno contare su uno strumento agile e potente, capace di accelerare il processo di scrittura del codice, in maniera efficiente, affidabile e libera da errori.

In pratica, Lightspeed è accessibile dall’editor di codice dell’utente, tramite l’estensione VSCode di Ansible. Il codice generato dall’intelligenza artificiale gira direttamente nell’ambiente di sviluppo, non c’è bisogno di copiarlo e incollarlo dal sito di una terza parte. Per istruire l’AI, Red Hat ha preso tutta una serie di elementi dal mondo open source relativi ad Ansible, compresi tutti i moduli. Grazie a questa conoscenza, quando una persona chiede all’intelligenza artificiale di fare una determinata operazione (configurare un router, chiudere la porta di un firewall, creare una macchina virtuale e altro ancora), Lightspeed genera il codice necessario per eseguire il compito. Il codice è conforme alle regole di buona programmazione richieste in Ansible.

Lightspeed è anche in grado di prendere in ingresso un codice e di tradurlo in linguaggio umano. Così anche le persone che non hanno le conoscenze da sviluppatore sono in grado di capire a cosa servono le istruzioni codificate ed eventualmente possono apportare le modifiche necessarie. In ogni caso, però, Lightspeed va visto più come un acceleratore che un abilitatore, dato che bisogna sempre controllare il codice creato dall’intelligenza artificiale. Le competenze sono sempre necessarie, quindi.

La technology preview di Ansible Lightspeed con IBM Watson Code Assistant sarà disponibile entro la fine dell’anno.