La trasformazione digitale libera il potenziale degli studenti

trasformazione digitale

Fabrizio Liberatore, Senior Sales manager Local Government di Dell Technologies Italia, ci spiega come anche il successo degli studenti passa dalla trasformazione digitale.

La digitalizzazione, ormai lo sappiamo, ha trasformato anche il mondo della scuola. Nuove metodologie didattiche e la disponibilità di nuovi device fanno sì che l’infrastruttura IT di un istituto scolastico non possa più limitarsi alla semplice gestione di hardware o software, ma debba integrare le ultime tecnologie per offrire servizi agili, efficienti e innovativi e venire così incontro alle esigenze di apprendimento della nuova generazione di studenti.

Un percorso di trasformazione non semplice e con alcuni importanti ostacoli da superare, come ad esempio la contenuta disponibilità di budget, una informatica decentralizzata e la scarsa sicurezza delle reti che caratterizzano buona parte degli istituti e organizzazioni scolastiche, anche in Italia.

Il processo di digitalizzazione della didattica italiana, avviato oltre 15 anni fa con le prime misure di trasformazione digitale, oggi può venire accelerato grazie ai fondi del PNRR. Come emerge dalla 36° edizione della Conferenza di AICA (Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico), tenutasi a Milano lo scorso mese di novembre, oggi l’integrazione delle tecnologie sembra essere una realtà diffusa a livello nazionale, addirittura trasversale rispetto agli ordini e gradi di scuola, oltre che a tutte le principali aree disciplinari.

La transizione digitale

Ciò che però va migliorato, e che non si deve dimenticare è come, affinché la transizione digitale non diventi una forma di esclusione, ma si trasformi in una reale opportunità di crescita professionale per tutti gli studenti, sia necessario investire sul capitale umano.

Al di là dei progetti basati sul connubio efficace tra contenuti e tecnologie digitali, diventati ormai parte della didattica ordinaria, oggi la scuola deve ambire a un salto di livello, utilizzando la tecnologia per creare ambienti più collaborativi o per esplorare nuove prospettive, ad esempio con l’utilizzo di hardware e software immersivo, coding, Internet of things, ovvero tutti ingredienti che davvero possono cambiare, anche nel segno dell’inclusione,  l’esperienza didattica digitale degli studenti – e degli insegnanti.

Ma come è possibile, al di là dei già citati fondi PNRR, reperire le risorse necessarie? Ecco alcuni spunti:

  • Innovare in modo più intelligente: esattamente come una azienda, anche una istituzione scolastica può valutare un modello pay-per-use, as a service, per supportare i servizi che maggiormente vengono utilizzati dalla loro utenza. Questo permette una gestione più agile, efficiente, sicura ed efficace delle risorse digitali. Ad esempio, la soluzione Dell APEX, grazie alle funzionalità di lifecycle automation integrate, offre ai team IT maggiore agilità e controllo. Oltre a questo, i servizi cloud APEX permettono di fare operazioni in modo sicuro nell’intera infrastruttura IT di un istituto, che spesso non hanno un’unica sede.

Dell APEX Flex on Demand

Non è un caso che proprio Dell APEX Flex on Demand sia il servizio a cui le Università e i Centri di Ricerca associate a CRUI, l’Associazione delle Università italiane statali e non statali, potranno accedere sulla base dell’accordo quadro che le due realtà hanno recentemente siglato.

Con una soluzione come il PC as a service (PCaaS) invece, è possibile combinare hardware e servizi software in un’unica soluzione, favorendo il lavoro da remoto e l’e-learning, senza dimenticare gli standard di sicurezza. 

  • Adottare un approccio olistico alla cybersecurity: anche i CIO delle istituzioni scolastiche, come quelli di tutte le aziende, hanno tra le loro priorità la cybersecurity; una strategia olistica, attraverso soluzioni di sicurezza integrate in tutto il plesso scolastico, può proteggere adeguatamente persone, informazioni e i device.
  • Attenzione all’archiviazione e gestione dei dati: I dati sono sempre più decentralizzati. Secondo Gartner, entro il 2025 il 75% dei dati generati dalle aziende sarà creato e conservato al di fuori di un data center tradizionale o di un cloud. L’utilizzo di vari device da parte di studenti e docenti richiede enormi risorse IT. L’Intelligent automation e i cluster di calcolo integrati aiutano gli istituti ad ottimizzare la gestione dei dati e ridurre le spese operative. L’accesso immediato ai dati, infatti, offre una vasta gamma di strumenti e risorse digitali sia per gli studenti che per gli insegnanti.
  • Fare leva sul cloud: Per facilitare l’interattività virtuale tra insegnanti e studenti, in un contesto di remote learning, come ad esempio quello universitario, il cloud è fondamentale. I servizi cloud portano significativi vantaggi operativi e di costo, consentendo una rapida capacità di scale-up e scale-down che migliora l’agilità dell’IT e il funzionamento del data center per raggiungere anche nuovi obiettivi più strategici in futuro. 
  • Una scuola sempre più connessa: Per coinvolgere maggiormente gli studenti in classe, oggi sono disponibili tecnologie interattive e collaborative che possono davvero rivoluzionare la modalità di apprendimento degli studenti: schermi di grande formato, proiettori e display interattivi, ma anche soluzioni di virtual desktop infrastructure (VDI) o videoconferenze per facilitare l’apprendimento a distanza. La VDI, inoltre, permette di accedere in modo sicuro alle applicazioni aggiornate e ai contenuti dei corsi, con il vantaggio di poter contare su user experience conosciuta all’utente. Senza dimenticare che permette una allocazione dinamica delle risorse IT: anche per questo molte scuole, principalmente quelle di grado superiore, stanno prevedendo la VDI come centrale per la loro strategia di trasformazione digitale a lungo termine.