Wallife Biometrics ID è la prima polizza con app integrata che assicura l’identità digitale e protegge gli smartphone dalle minacce informatiche.
Wallife è una startup Insurtech unica nel suo genere, capace di gestire la sicurezza e la protezione dell’identità digitale delle persone, per difenderle dai rischi derivanti dall’utilizzo improprio delle nuove tecnologie. Fondato nel 2020 da Fabio Sbianchi e guidato dalla CEO Maria Enrica Angelone, il gruppo Wallife opera attraverso Wallife Insurance, agenzia assicurativa dedicata allo sviluppo e commercializzazione delle polizze, e Wallife Tech AG, che si occupa dell’implementazione di infrastrutture tecnologiche a supporto delle soluzioni assicurative.
A settembre 2022 Wallife ha lanciato Wallife Biometrics ID, la prima polizza con app integrata che assicura l’identità digitale e protegge lo smartphone da minacce informatiche. L’App Wallifeaiuta a mantenere i device sicuri tramite una tecnologia proprietaria che sfrutta algoritmi basati su AI e machine learning (scansione di oltre 60 minacce come malware, trojan, siti non sicuri, accessi Wi-Fi non protetti, man-in-the-middle) e dotata di un sistema di controllo anti-phishing per verificare l’affidabilità di link, SMS e documenti. L’assicurazione fornita da Wallife include il rimborso in caso di furto di identità digitale.
Il 13 aprile abbiamo visitato la sede a Roma di Wallife (l’azienda ha uffici anche a Milano, Zurigo, Londra) e abbiamo potuto parlare con Edwin Maria Colella, Chief Sales & Marketing Officer, che ci ha illustrato le caratteristiche salienti e i progetti della società.
I rischi della tecnologia moderna
L’innovazione porta molti benefici ma anche rischi, che non sempre sono noti o percepiti come tali. Le conseguenze negative delle innovazioni tecnologiche sono dovute a effetti involontari non conosciuti al momento della loro introduzione nella società, alla loro grande diffusione, al loro cattivo uso da parte di malintenzionati. La tecnologia moderna è sempre più pervasiva e soprattutto sempre più connessa. Se non protetta adeguatamente è vulnerabile. Meglio: rende le persone vulnerabili agli attacchi hacker.
Wallife fa sostanzialmente due cose: cerca di determinare i trend tecnologici che possono influenzare le nostre vite nel prossimo futuro (o che le stanno già modificando) e ne individua i rischi per la persona, al fine di trovare una protezione o almeno una loro mitigazione. Se un rischio si realizza, l’azienda ha una mitigazione assicurativa. La componente tecnologica dell’offerta di Wallife, oltre a mitigare il rischio, ha anche lo scopo di rendere oggettivo il sinistro, per una valutazione affidabile.
L’azienda ha focalizzato la propria attività in tre ambiti principali: Biometrics, Genetics, Biohacking, ma indaga e opera anche in altre aree ad alto contenuto tecnologico, come quella del metaverso. La prima è incentrata sull’identità digitale. Le registrazioni nei siti, i cookies, il riconoscimento delle impronte digitali (Touch ID), del viso (Face ID), dell’iride, tracciatori informatici di ogni genere seguono le nostre attività e riconoscono la nostra identità quando navighiamo in Internet. Wallife analizza in che modo questi elementi possono diventare pericolosi e protegge l’individuo da accessi fraudolenti fatti con i suoi dati biometrici. Il furto di un’identità digitale può avere conseguenze gravi: l’hacker può fare bonifici, acquisti con la carta di credito, bloccare l’accesso alle risorse – anche lavorative – della vittima.
L’Health-Tech – ossia un ambito che comprende Genetics e Biohacking – riguarda i rischi che possono comportare gli apparati bionici più recenti e l’applicazione delle moderne tecnologie genetiche. I primi sono sempre più spesso connessi alla Rete e quindi il loro funzionamento può essere compromesso dagli hacker. La genetica moderna può sequenziare il DNA di una persona in tempi brevi e con un costo di poche decine di euro. Queste informazioni possono essere rubate e utilizzate da criminali per coinvolgere la vittima in indagini in cui le prove si basano sul DNA, per esempio. Anche il furto di ovuli e di seme maschile conservati criogenicamente può portare a paternità forzate e a ricatti per la loro restituzione.
Il metaverso, il mondo virtuale in cui persone e soprattutto giocatori interagiscono insieme, comporta anche spese per l’acquisto di beni virtuali, come accessori per i giochi. Fortnite, Minecraft, Roblox contano complessivamente oltre 500 milioni di utenti, con l’80% di età inferiore ai 18 anni. La spesa media di un giocatore tipo è di 50 euro all’anno: se singolarmente questa cifra non è elevata, un cybercriminale che colpisse decine, centinaia di gamer riuscirebbe a trafugare cifre non indifferenti. Tra i diversi partner con i quali Wallife collabora, c’è anche Deloitte.
Wallife Biometrics ID
È il prodotto assicurativo già disponibile nel sito dedicato, una soluzione che ha due componenti principali: una polizza e una parte tecnologica sotto forma di SDK. Quest’ultima adempie a tre funzioni: mitigazione del rischio, analisi del comportamento dell’utente, interazione con la copertura assicurativa. L’SDK è parte dell’App Wallife ma può essere ceduto ai clienti corporate dell’azienda, che possono integrarlo nelle loro app.
Dal punto di vista della politica commerciale, Wallife propone il proprio SDK alle società, in un’ottica B2B. Ma Wallife Biometrics ID è disponibile anche ai privati, che possono provare l’app gratuitamente per tre mesi, diventare consapevoli dei rischi e proteggersi. In effetti Wallife deve combattere una mentalità comune che porta le persone a temere la perdita dello smartphone (danno oppure furto) e a ignorare il furto dei dati personali digitali. Una perdita, quest’ultima, potenzialmente molto più grave del danneggiamento limitato all’hardware. Molti assicurano lo smartphone, praticamente nessuno assicura i propri dati personali.
Edwin Maria Colella, Chief Sales & Marketing Officer
Nell’App Wallife, gli algoritmi implementati si basano su modelli di analisi comportamentale e utilizzano tutti i sensori che il dispositivo può offrire. Il software analizza il comportamento dell’individuo in base al contesto in cui si trova, le sue abitudini, come usa lo smartphone. Queste analisi sul comportamento permettono all’assicurato di mitigare il rischio di furto di identità digitale e, in futuro, ricevere proposte assicurative molto più centrate sull’individuo.
L’App Wallife permette la mitigazione del rischio tramite tre meccanismi che lavorano a livello di applicazioni, di connettività, di sistema operativo. Per quanto concerne le app, il software esegue un’analisi delle applicazioni caricate (solo Android), per verificare che siano originali e non installate da siti non ufficiali. Sulla connettività, l’App Wallife fa una verifica di tipo man-in-the-middle, in altre parole controlla che nessuno intercetti e alteri le comunicazioni tra il dispositivo mobile e il sito web. Si tratta di una verifica importante, soprattutto se si usano reti Wi-Fi aperte. A livello di sistema operativo, l’App Wallife verifica la sicurezza della password, la disponibilità di aggiornamenti del sistema, eventuali vulnerabilità. Il software compie un controllo su 60 minacce nel mondo Android e 40 in quello iOS. Ci sono poi tre tool per verificare il livello di sicurezza della password, per individuare tentativi di phishing, per analizzare documenti di tipo Office così da scovare eventuali minacce.
Per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo delle funzioni dell’App Wallife, l’azienda collabora con il professore Gian Luca Marcialis, Docente di Ingegneria Industriale e dell’Informazione presso l’Università degli Studi di Cagliari, un esperto delle problematiche relative all’identità digitale e alle tecniche per la sua protezione. Anche il professore Angelo Parini, docente dell’Università di Tolosa collabora con Wallife, nell’ambito della telemedicina.
La soluzione assicurativa Wallife Biometrics ID, lanciata a settembre 2022, a fine mese integrerà una componente per contrastare il cyberbullismo. Per quanto concerne l’App Wallife, invece, attualmente è disponibile solo per dispositivi mobili (in Italia il 90% dei furti di identità è fatto da smartphone), ma l’azienda ha in programma per il prossimo futuro di portarla nei notebook e nei personal computer. Con questi dispositivi l’idea è di renderla utilizzabile in un browser, non come programma autonomo.
I piani di Wallife per il futuro
L’azienda è una startup ed è in fase di crescita, ma ha già avviato trattative per la vendita dei propri prodotti a diverse società. Tra i primi clienti c’è InfoCert, che offre il prodotto InfoCert Care con integrato un pacchetto di servizi di Wallife. L’azienda ha una roadmap per espandersi gradualmente nell’Unione Europea, forte del suo SDK che può essere proposto in ogni nazione, non solo dell’Europa ma del mondo. Il discorso è diverso per la parte assicurativa, dato che ogni Stato ha le sue normative che devono essere rispettate, e quindi Wallife dovrà richiedere le specifiche autorizzazioni locali. In un futuro un po’ più lontano c’è il progetto di sbarcare negli Stati Uniti (Wallife ha già iniziato a tastare il terreno), ma le differenti normative in vigore nei vari Stati dell’Unione rendono l’espansione più laboriosa. Per rendere le cose più facili, l’azienda sta valutando partnership con società locali.