Livio Pisciotta, Sales Manager Client Solutions di Dell Technologies Italia, ci spiega perché sarà l’intelligenza artificiale a guidare la prossima generazione di PC.
L’ambiente di lavoro è in continua evoluzione. I cambi culturali portano le aziende a dare sempre di più priorità a orari di lavoro flessibili, promuovendo la decentralizzazione della forza lavoro. Tutto questo è possibile grazie alle innovazioni e agli investimenti in tecnologie che permettono ai lavoratori di essere sempre più produttivi e collaborativi.
Queste innovazioni, quanto sono importanti anche nell’ “ultimo miglio”, come potremmo definire i PC?
Tantissimo. Non dobbiamo pensare che le innovazioni tecnologiche riguardino solo la modernizzazione dell’infrastruttura informatica di una azienda. Quella è certamente fondamentale per garantire una serie di parametri di sicurezza, affidabilità e disponibilità delle risorse, ma non possiamo dimenticare che, in diversi casi, il lavoro viene svolto fisicamente attraverso un PC. E questo ha un impatto non solo per la produttività di una azienda, ma anche sul benessere dei lavoratori. A questo proposito, cito uno studio di Dell del 2020 Brain Tech, che ha evidenziato proprio come la produttività della forza lavoro aumenti del 37% nel corso della giornata e di come gli stessi collaboratori si sentano più appagati rispetto al lavoro svolto se dotati di tecnologie non solo nuove, ma supportate da software e servizi moderni, reattivi e intelligenti,
Dal suo punto di osservazione, quale è la situazione delle aziende rispetto all’adozione di device “evoluti”?
L’emergenza sanitaria ha portato a una adozione del lavoro ibrido più tattica che strategica: per tamponare una situazione critica, molte organizzazioni hanno preferito optare per un’unica tecnologia sia per i collaboratori da remoto, sia per coloro che hanno scelto di essere presenti in ufficio. Oggi la situazione vede ancora molta incertezza, con diverse aziende che non hanno ancora deciso se e come organizzare il lavoro agile. Questo porta, purtroppo, ad avere team di lavoro che non possono far affidamento su tecnologie che siano realmente adatte alle loro esigenze. E questo a sua volta genera la frustrazione che, come abbiamo visto, influisce sulla produttività.
Quale approccio propone Dell?
Dell ritiene che i device per l’hybrid work debbano supportare il lavoro delle persone che li utilizzano. Un esempio per tutti, assicurare la migliore prestazione possibile durante i virtual meeting che, come sappiamo, sono aumentati in maniera considerevole. Ma è chiaro che l’esperienza del lavoro ibrido non è più legata al solo PC, ma deve diventare una “esperienza premium al PC”, dove un ecosistema affidabile, fatto da sistemi sempre più performanti e smart, arricchisce ogni punto di contatto del lavoratore con il device. Su questo, sono stati fatti molti passi avanti, e l’intelligenza artificiale sta giocando un ruolo fondamentale per migliorare questo tipo di esperienza.
Come l’AI entra in un PC?
Le potenzialità che l’AI può esprimere rispetto all’evoluzione del PC devono essere incentrate sulla persona. Con l’AI, il PC diventa un oggetto sempre più personalizzato, in grado di offrire una esperienza su misura, dove i service provider possono integrare i componenti out of the box. Questa, però, è solo la punta dell’iceberg. L’AI migliora ogni aspetto del PC, dalla connessione alla collaborazione, dalla performance fino alla qualità dell’immagine e del suono. L’impegno di Dell va propria in questa direzione: Dell Optimizer è un software AI-driven sicuro, progettato per creare un’esperienza più intelligente e personalizzata.
Ci può fare degli esempi concreti di esperienza intelligente?
Certamente. Il primo: se con un PC, siamo in grado di svolgere un lavoro in qualunque momento e in qualsiasi luogo, è necessario che non ci siano rumori di sottofondo durante i nostri meeting online, cosa che per altro può creare imbarazzo o stress. Grazie agli AI accelerators è possibile riconoscere e rimuovere questi rumori e avere una migliore qualità dell’audio.
E ancora, l’utilizzo contemporaneo di diverse applicazioni può sovraccaricare il PC. Le nostre applicazioni di AI, analizzando il comportamento dell’utente, riescono ad ottimizzare le applicazioni che richiedono maggiore disponibilità di rete e a dare priorità alle risorse di sistema che, sulla base del flusso di lavoro dell’utente in quel momento, risultano più importanti.
Può sembrare poi un problema minore, ma anche la carica della batteria ha la sua importanza. Ci sono diverse persone che, addirittura, dimenticano di caricare il proprio PC. Gli algoritmi aiutano a monitorare l’utilizzo della batteria, estendendo non solo la sua durata, ma ottimizzandone le prestazioni
Non da ultimo, sul fronte della privacy, l’intelligenza artificiale può garantire che i dati restino al sicuro anche se i lavoratori operano da remoto. Le funzioni intelligenti di privacy di Dell Optimizer, ad esempio, oscurano automaticamente lo schermo del PC quando si distoglie lo sguardo.
Ci sono delle organizzazioni che hanno già adottato queste soluzioni, magari in Italia?
Sono diversi i clienti di Dell che hanno dichiarato di avere incrementato la produttività e l’efficienza delle loro aziende utilizzando l’AI nei loro device: People’s Emergency Center, un’organizzazione non-profit di Philadephia, ha dotato tutti i suoi operatori di laptop Latitude con l’ultima versione di Dell Optimizer, permettendo loro di avere conversazioni on line con chi richiede il loro aiuto, senza interferenze o rumori di sottofondo, cosa per loro ovviamente fondamentale.
Secondo la sua opinione, l’utilizzo dell’AI nei PC oggi ha raggiunto il suo massimo?
No, credo che siamo solo agli inizi. E’ una direzione che è stata presa ma c’è ancora molto da fare. Gli studi sul comportamento umano e sulla relazione dinamica tra persone e tecnologia influenzeranno e faranno evolvere ancora molto le potenzialità dell’AI, in generale, e di conseguenza la sua applicazione nei device.