Nel 2022 l’ILIAS Conference torna in Italia, a Bologna; i professionisti del settore parleranno di tecnologie per l’apprendimento, e-learning e deep learning.
L’incontro si terrà nel centro congressi di FICO l’8 e il 9 settembre.
I temi sul tavolo sono molto diversi ma portano tutti a mettere in evidenza l’importanza dei sistemi evoluti di apprendimento a distanza. Scuola, università, aziende, Pubblica Amministrazione richiedono tecniche e professionalità specifiche per adeguare i moduli formativi al mercato globale, alla scelta multilingue, alle possibilità consentite da intelligenza artificiale, realtà aumentata, telepresenza, tutela della privacy e analisi dei dati.
Le piattaforme tecnologiche open-source come ILIAS consentono la più alta personalizzazione delle funzionalità, sviluppando soluzioni sartoriali affidabili e adeguate ad ogni livello, dalle comunicazioni strategiche militari alla formazione scolastica passando per il training tecnico sull’utilizzo delle macchine automatiche, e così via.
e-learning e deep learning
Sono attesi a Bologna i protagonisti del settore per un confronto professionale di alto profilo partendo appunto da Realtà Virtuale, Neuroscienze, Data Analysis, Coaching, Machine Learning e Deep Learning. A questi interventi si aggiungono dimostrazioni sull’utilizzo nell’e-learning di algoritmi, software e soluzioni in grado di integrare, Realtà Aumentata, gamification, protezione dei dati e abbattimento delle barriere (linguistiche, culturali, di genere, disabilità), con esperienze chiave realizzate e applicate soprattutto in Germania e Nord Europa.
Rendere l’e-learning inclusivo è la prossima frontiera, soprattutto nei Paesi dove l’apprendimento a distanza è più evoluto, e a questo tema saranno dedicate apposite sessioni della conferenza.
C’è poi il tema della sovranità digitale, legata soprattutto all’analisi e alla raccolta dei dati delle piattaforme tecnologiche. Oggi tutta la comunicazione digitale europea passa da “nodi” soprattutto americani come Google o Amazon solo per fare un esempio, e l’Europa ha bisogno di poter tutelare maggiormente i dati relativi alle abitudini di vita, di consumo e di relazione dei suoi cittadini, senza che vengano dispersi in altre realtà geopolitiche e/o utilizzati per scopi indefiniti oppure non concordati.