Data Center, solo building intelligenti per Data4

Nei pressi di Milano, Data4 ha il suo campus italiano che è composto da 7 moderni data center. Ce lo siamo fatti raccontare dal Country Director Davide Suppia.

data center

Alle porte di Milano, a ovest della città, Data4 ha insediato il suo campus, che annovera al momento 7 data center operativi, ma ci sono tutti i presupposti perché a breve il numero possa aumentare. Si tratta di un campus che impiega alcune delle più moderne infrastrutture e ospita svariate migliaia di rack di server. Abbiamo chiesto di raccontarci un po’ di dettagli a Davide Suppia, Country Director di Data4.

– Potrebbe descriverci com’è strutturato il vostro campus in Italia?

I nostri data center sono costruiti nel comune di Cornaredo, a ovest di Milano. Sono infrastrutture moderne di ultima generazione con migliaia di server, che a loro volta sono collegati alle reti di milioni di utenti nel mondo, compresi i principali operatori cloud. Questi operatori sono presenti nei nostri campus sia in Italia sia a Parigi e molto presto ci saranno anche in Spagna.

Il campus di Milano (che abbiamo visitato nel 2016 in occasione dell’inaugurazione) copre una superficie di circa 14.000 m2, sulla quale abbiamo costruito sinora 7 data center operativi ma ci siamo riservati la possibilità di realizzare altri edifici di grandi dimensioni. Sono building intelligenti, con all’interno migliaia di rack, sensori, cablaggi e infrastrutture tecniche necessarie per garantire la continuità dei servizi. In campo abbiamo una potenza operativa complessiva di 67 megawatt. Ogni data center assorbe circa 4 megawatt. All’interno di ogni data center abbiamo una potenza IT che mediamente è l’80% della potenza effettiva.

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– Da dove arriva tutta la potenza che assorbite?

Questa potenza ci arriva attraverso un accordo globale che abbiamo con Terna ed Enel. Terna è l’unico operatore in Italia che può erogare potenze in alta tensione che alimentano il backbone nazionale italiano. Ma è anche il più “pulito” perché l’energia erogata è certificabile green e per noi questo è molto importante, avendo potenze in gioco così elevate. Il 100% dell’energia consumata dal nostro DC è infatti compensata da energia “verde” reimmessa nella rete. Nello specifico, Terna porta due collegamenti ad alta tensione da 135.000 volt con linee ridondate proprietarie nel Campus. Acquisiamo l’energia da vicine sottostazioni di Terna per alimentare il campus. Inoltre, abbiamo costruito una stazione di trasformazione a nostro uso esclusivo, che ci consente di portare l’alta tensione da 135.000 volt, che sarebbe inutilizzabile, a una media tensione di 15.000 volt, la quale a sua volta alimenta tutti i data center. Quindi ogni data center ha un ingresso a 15.000 volt e cabine di trasformazione per erogare i servizi in sala dati.

L’utilizzo dell’alta tensione ci garantisce alti livelli di affidabilità e continuità del servizio, basti pensare che dal 2004, anno in cui un albero mise in blackout le linee che collegavano la Svizzera con l’Italia, non si registrano interruzioni sulle linee di alta tensione.

Per noi è fondamentale che l’alimentazione elettrica sia costante e continua perché le macchine ovviamente non si possono spegnere. Non possiamo certo permettercelo con clienti come il più grande gruppo ospedaliero privato d’Italia, istituti finanziari e realtà tecnologiche internazionali che hanno tutte le infrastrutture informatiche all’interno dei nostri data center.

– Come connettività a Internet quale provider utilizzate?

La connessione è un punto importante. Si può avere il più bel campus del mondo e disporre della massima energia, ma se poi il campus non è connesso a Internet non serve a niente. I data center devono poter comunicare con il resto del mondo.

Abbiamo ottenuto la presenza di tutti gli operatori di telecomunicazioni più importanti: ne abbiamo 28, a partire da Fastweb, Wind e Telecom Italia etc. Sono arrivati con la propria infrastruttura in fibra ottica in doppia via per garantire sempre e comunque la continuità dei loro servizi. Gli operatori di Telco arrivano con queste doppie linee fibra ottica e portano le proprie apparecchiature per far sì che il campus sia visto come On-Net.

I clienti, grandi, medi o piccoli che siano, hanno tutti bisogno di alimentazione elettrica, di sicurezza fisica e chiaramente di connessione Internet. Connessione a banda larga per poter condividere le informazioni, essere raggiunti dagli utenti e potere erogare servizi business. Abbiamo migliaia di fibre ottiche che arrivano nel campus e alimentano le infrastrutture informatiche dei nostri clienti in maniera neutrale.

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– Che cosa significa neutrale?

Vuol dire che noi eroghiamo solo il servizio di colocation, non eroghiamo anche servizi di telecomunicazioni. È il cliente che sceglie l’operatore e il tipo di contratto. I grandi operatori cloud di cui si parlava prima hanno 4-5-6 collegamenti verso gli operatori Telco, per garantire il bilanciamento sia del carico informatico sia della connettività, nel caso una delle linee o un operatore possano interrompersi.

I campus e i data center come i nostri funzionano bene sia per grossi clienti, parliamo degli hyperscaler o dei wholesaler, sia anche per piccoli clienti. Nel campus abbiamo la presenza di molte piccole e medie imprese, che hanno anche solo un singolo rack. Queste nuove infrastrutture, così come sono state progettate e costruite, offrono flessibilità e scalabilità in modo da garantire lo stesso livello di servizio a un cliente che ha un piccolo rack e a un grande cliente che ha migliaia di rack installati presso i nostri data center. Oggi abbiamo raggiunto un buon 80% di occupazione del campus, ma siamo già in fase avanzata per espanderci.

– Come viene garantita la sicurezza fisica?

La sicurezza fisica è garantita da processi molto stringenti che ci assicurano che nessuno possa accedere in maniera incontrollata al Campus e alle sale dati dove ospitiamo le infrastrutture IT dei clienti. Infatti, anche se una persona è dotata di un badge che le consente l’accesso, prima di arrivare alle macchine deve passare almeno cinque punti di controllo.

Tutto il campus è videosorvegliato sia con telecamere diurne sia con telecamere notturne e con un sistema di allarmistica antiscavalcamento. Inoltre, siamo in una zona dove non sono presenti siti industriali sensibili, siamo raggiungibili in pochi minuti dagli aeroporti e il territorio non è soggetto ad attività sismica o rischio idrogeologico. Sono aspetti molto importanti che fanno sì che chi deve scegliere dove mettere le sue infrastrutture informatiche, abbia la certezza che siano in un posto sicuro e garantito.

Data4 non costruisce singoli data center come fanno altre aziende. Noi costruiamo campus per garantire la scalabilità. Avere edifici indipendenti l’uno dall’altro, assicura poi anche la duplicazione della scalabilità delle infrastrutture. Se c’è un cliente che ha bisogno della massima sicurezza, noi possiamo installare le infrastrutture informatiche anche in due data center diversi indipendenti l’uno dall’altro. Ogni data center ha generatori elettrici in caso di blackout per coprire il completo fabbisogno di assorbimento di energia e ha un serbatoio di gasolio proprio. Ogni data center ha circa 5.500 sensori, per questo lo chiamiamo building intelligente, che controllano qualsiasi cosa succeda all’interno dell’edificio. Così non siamo in grado di sapere chi entra e chi esce, ma anche temperatura, umidità e tutte le informazioni possibili inerenti allo stato del datacenter.

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– Dove si trovano i vostri data center?

Siamo distribuiti a livello europeo, tra Italia, Francia, Spagna, Lussemburgo e in Polonia. Probabilmente apriremo altre aree europee perché i nostri clienti, tipicamente i grandi hyperscaler, ci chiedono di poter posizionare le loro infrastrutture informatiche un po’ sparse in Europa e vogliono avere la garanzia dello stesso livello di servizi in qualsiasi paese decidano di andare ad aprire i propri data center insieme a noi.

– Aziende come Google e Oracle stanno aprendo delle Region in Italia. Cosa vi differenzia da queste nuove offerte?

Un’azienda può decidere di costruirsi il data center da sola, se ha investimenti e risorse per poterlo fare. Però non è facile. E non tanto per la costruzione in sé, perché si possono realizzare in 8-9 mesi. Quanto invece per la gestione: il team di operation, che gestisce un data center, deve essere molto affiatato e molto preparato per mantenerlo e farlo funzionare in maniera corretta. Se poi si tratta di un data center multitenant, che ha clienti di diversa natura all’interno di un unico building, è ancora più complesso. Inoltre, per avere una fornitura di energia come quella che riceviamo da Terna ci vogliono in media dai 3 ai 4 anni solo per l’iter burocratico. Per questi motivi, tipicamente, i grandi operatori scelgono di non costruirsi un data center e di puntare alla colocation presso infrastrutture tipo le nostre.

– Come si struttura la vostra offerta di colocation?

Abbiamo due modalità di vendita: diretta, cioè noi vendiamo direttamente la colocation al cliente, che gestisce autonomamente le infrastrutture, e indiretta, in cui la colocation viene erogata attraverso system integrator che amministrano in toto l’infrastruttura per il cliente. Sono importanti realtà italiane come Var Group, Reevo Cloud o Cloudfire ma anche grandi operatori internazionali.

– Ha accennato al fatto che per voi è importante poter disporre di energia green…

Data4 ha iniziato il suo percorso di sostenibilità da qualche anno. Nel 2020 il nostro Presidente ha firmato il Climate Neutral Data Center Pact secondo cui, entro il 2030 questi campus dovranno avere impatto zero sull’ambiente. Questo non significa soltanto rendere efficienti i data center, cioè che consumino il meno possibile nel raffreddamento e nella gestione delle infrastrutture dei nostri clienti, ma riguarda anche il modo in cui li costruiamo, li gestiamo e a fine vita delle loro componenti, smaltiamo i materiali ormai obsoleti.

In questo senso, abbiamo messo a punto un sistema che ci permette, ancor prima di costruire un data center, di sapere quale sarà il comportamento dinamico di impatto ambientale dell’edificio. Stiamo applicando questa nuova tecnologia che ci consente di disegnare il data center in maniera virtuale e di accenderlo di fatto, anche se non è ancora stato costruito, per capire cosa ottimizzare per migliorarlo.

Stiamo introducendo il cemento green e sistemi di raffreddamento di ultima generazione con gas refrigerante a basso impatto ambientale. Insomma, tutta una serie di iniziative che ci permettano di costruire data center con il minore impatto possibile sull’ambiente. Abbiamo anche un programma specifico per il riciclo dei server e delle componenti IT e collaborazioni con i comuni di Cornaredo e Settimo Milanese per gestire aree verdi e parchi giochi sul territorio.