Lavoro ibrido e digital workspace: dove va il mercato? Quali sono le richieste delle aziende e dei dipendenti? Analizziamo gli scenari odierni con uno sguardo al futuro.
Sono passati ormai due anni dall’inizio della pandemia e, anche se l’emergenza sanitaria sembra recedere, i cambiamenti introdotti in questo periodo sono destinati a rimanere.
Imprese di qualsiasi dimensione, professionisti e lavoratori si sono trovati a operare secondo modalità sino a poco tempo fa solo immaginate (o forse no?).
Il lavoro da remoto e il conseguente lavoro ibrido sono stati adottati in tutta fretta per assicurare la business continuity. Nel tempo, però, la flessibilità e le possibilità di gestione di tempi e modi per collaborare sono stati apprezzati in larga misura.
Il lavoro ibrido sembra dunque destinato a essere il nuovo paradigma per il mondo del lavoro.
A confermarlo, numerose indagini svolte in questi mesi dai player del settore. Tra queste, lo studio OnePoll per Citrix, che ha interessato un campione di 400 impiegati con responsabilità decisionali in Italia. Il 71% pensa che il lavoro flessibile continuerà a essere praticato nella propria azienda. Il 25% afferma che è già stato adottato come misura permanente. Il 46% afferma invece che la propria azienda si sta attrezzando con strumenti, attrezzature e modelli di management affinché diventi una misura permanente. Soltanto il 16% dice che resterà in vigore solo per alcune particolari categorie di lavoratori. Mentre il 3% rinuncerà completamente al lavoro ibrido dopo la pandemia.
Secondo una indagine Ivanti, il 71% degli intervistati preferirebbe lavorare da qualsiasi luogo piuttosto che ricevere una promozione. Il 42% dei dipendenti preferisce modalità di lavoro ibride (+5% dall’ultimo studio). Il 30% dei medesimi opta invece per lavorare da casa in modo permanente (-20% dall’ultimo studio), dimostrando la volontà di interagire nuovamente con i propri colleghi.
Pro o contro il lavoro ibrido?
Nonostante la crescente diffusione del lavoro da remoto, il 10% degli intervistati riscontra un effetto negativo sulla propria condizione di salute.
Sebbene sussistano diversi benefici legati al lavoro da remoto, tra i quali il risparmio di tempo negli spostamenti (48%), un migliore equilibrio tra vita privata e professionale (43%) e un orario di lavoro più flessibile (43%), si sono verificati alcuni svantaggi. Infatti, il 49% degli intervistati afferma di essere stato influenzato negativamente dal lavoro a distanza a causa di una scarsa interazione con i colleghi (51%), della mancanza di collaborazione e comunicazione (28%), del rischio di rumore di fondo e di alcune distrazioni (27%).
La pandemia ha introdotto un cambiamento nelle modalità e nei luoghi di lavoro. L’elemento vantaggioso è la progressiva implementazione dell’automazione per attività e compiti quotidiani. Di fatto, le aziende possono ottimizzare l’equilibrio “vita-lavoro” dei propri team di lavoro, dei gruppi IT e di security, a tutto vantaggio dell’efficienza globale dell’azienda.
Una cosa è certa, il lavoro ibrido è un argomento dirompente, che sta frammentando la forza lavoro secondo correnti favorevoli o meno. Di sicuro, il passaggio all’agile working è preferito dalle nuove generazioni e, in alcuni casi, poco gradito a chi ha qualche anno di attività alle spalle.
Trattenere e attrarre i talenti
Una indagine Poly ha sottolineato come questo argomento costituirà un elemento di rottura con il passato e un vero e proprio spartiacque in rapporto alle capacità delle aziende di attrarre e trattenere talenti. Oltre la metà delle aziende (56%) crede che se non implementa il lavoro ibrido perderà personale e non sarà in grado di attrarre nuovi talenti.
Si tratta di un problema particolarmente pronunciato per il 60% dei dirigenti della regione APAC, seguiti dal 55% dei direttori EMEA e dal 53% dei leader aziendali del continente americano. A livello globale, le imprese già stanno riscontrando gli effetti di questo cambiamento, visto che il 58% del campione afferma di aver sperimentato un elevato ricambio di lavoratori dall’inizio della pandemia.
Poco meno della metà delle aziende (48%) afferma di essere completamente preparata per il lavoro ibrido, mentre il 37% sostiene che lo è solo a breve termine. Un 52%, inoltre, crede che il lavoro ibrido sia solo una tendenza momentanea e, non a caso, il 24% dei datori di lavoro del continente americano e dell’APAC, insieme al 17% della regione EMEA già sta chiedendo ai dipendenti di tornare in ufficio a tempo pieno.
Lavoro ibrido, quali strumenti?
Abbracciare le modalità di lavoro ibride significa, prima di tutto, abbracciare una nuova filosofia lavorativa.
La situazione attuale ha offerto a molte aziende l’opportunità di superare abitudini e convenzioni per ridefinire il vero significato del “lavoro”. Occorrono modelli basati su nuove politiche flessibili e che permettano ai dipendenti di scegliere dove e quando lavorare. Serve poi strutturare la quotidianità osservando i risultati raggiunti, eliminando abitudini e pregiudizi tipici del presenzialismo.
Per fare ciò, occorrono investimenti ottimizzati, che superare il concetto di sviluppo dell’ufficio tradizionale. Questo permette di creare ovunque luoghi di lavoro personali, collaborativi e tecnologicamente attrezzati.
I dipendenti devono essere dotati di tutti ciò che serve per lavorare bene in ogni condizioni. Al di là degli strumenti “fisici”, come PC, notebook, webcam, cuffie, è bene fare attenzione ai servizi abilitati per una interconnessione sicura ai dati aziendali e tra i membri dello stesso team.
Rischi e vantaggi
In termini generali, le imprese devono attuare precise scelte per supportare la forza lavoro ibrida. Tutto questo introducendo mezzi e tecnologie capaci di mantenere un elevato engagement dei dipendenti e, al contempo, capaci di proteggere dati e persone.
Di fatto, la pandemia ha reso il lavoro sempre più ibrido, con un relativo aumento dei rischi. Questo ha spinto le aziende a rivalutare i propri processi di sicurezza per proteggere i dati dei dipendenti. Un’area che nel 2022 diventerà sempre più importante è quella della protezione dei device. Le aziende forniranno dispositivi sicuri che integrino funzionalità come l’autenticazione a due fattori, Windows 11 e Trusted Platform Module.
Così da garantire che il lavoro da casa sia sicuro come quello in ufficio. Nel 2022, le aziende aumenteranno ulteriormente le misure di protezione di questo tipo, introducendo anche soluzioni client più sicure per i dispositivi mobili. Non solo, per supportare un mondo che cambia, i responsabili IT e i dipendenti avranno bisogno di piattaforme di collaboration.
Per gli IT manager, in particolare, è fondamentale ridurre la complessità di gestione dei dispositivi usati dai dipendenti. Occorrono: un pannello di controllo unificato, visibilità e sicurezza per dati e applicazioni. Anche per questi motivi, scalabilità, accessibilità, sicurezza e il modello a servizio tipici del cloud rappresentano un supporto adeguato.
… Dopo due anni di restrizioni e allentamenti continui, il modo di lavorare è cambiato e continua ad evolversi. Le persone si aspettano che le aziende guidino questa trasformazione in modo concreto, a partire dal workplace.
Favorire il lavoro ibrido, oggi, significa favorire il business.