Memorie e storage: intervista a Cristian Riolo di Kingston

Kingston è un’azienda globale, presente in oltre 100 nazioni e distribuita in oltre 30.000 store a livello mondiale.

kingston data center

Come sta cambiando il mercato di memorie e dispositivi di storage? Cosa possiamo aspettarci nell’immediato futuro? Ne abbiamo parlato con Cristian Riolo, Business Development Manager di Kingston.

Kingston Technology è un’azienda fondata nel 1987 da John Tu e David Sun. In questi anni ci siamo sempre impegnati a sviluppare il mondo relativo alle memorie, partendo dai moduli di memoria RAM fino ad arrivare ai prodotti basati su tecnologia Flash, quindi prodotti come quindi drive USB, schede Compact Flash e Secure Digital, e da una decina di anni produciamo anche dischi SSD, che garantiscono performance notevolmente superiori rispetto ai tradizionali dischi meccanici tradizionali.

Abbiamo avuto una crescita costante che ci ha portato ad essere il principale fornitore di RAM di terze parti (siamo leader da 18 anni), e nell’arco dell’ultimo anno siamo diventati leader nel settore degli SSD in ambito prevalentemente consumer. Le nostre memorie e i nostri dischi sono presenti in tanti prodotti che ci circondano quotidianamente, basti pensare a smartphone, tablet, sistemi di navigazione e molti altri.

Kingston è un’azienda globale, presente in oltre 100 nazioni e distribuita in oltre 30.000 store a livello mondiale, e abbiamo una logistica che ci permette di spedire in tutto il mondo oltre un milione di prodotti ogni giorno.

– Come si è ampliata la gamma Kingston negli ultimi mesi?

Nell’ultimo periodo ci sono stati importanti aggiornamenti della nostra gamma prodotti, sia in ambito business che in ambito consumer e gaming. Ad esempio, abbiamo lanciato le nuove memorie DDR5, nuovi SSD sempre più performanti, e abbiamo presentato il nuovo brand Kingston FURY, dedicato ai gamers.

Parlando in modo specifico di DDR5, abbiamo annunciato proprio in questi giorni un ampliamento della gamma con modelli di maggiore capacità e le nuove SODIMM, quindi memorie per portatili, FURY Impact DDR5. Le memorie DDR5 sono progettate per offrire migliori prestazioni (hanno una banda passante doppia rispetto alle precedenti DDR4) e consumi ridotti (circa il 20% in meno) e una maggiore integrità dei dati per fare fronte alle sfide informatiche del prossimo futuro.

Per quanto riguarda il brand Kingston FURY, che abbiamo lanciato a metà del 2021, si tratta di una gamma completa di dispositivi di storage e di memorie indirizzati in modo specifico ai gamers (ma molto apprezzati anche dagli appassionati di PC). Comprende soluzioni sia DDR4 che DDR5 e dischi SSD dalle prestazioni molto elevate, capaci di supportare le esigenze dei sistemi di gaming attuali e futuri. Per fare un esempio, dopo appena una settimana dal lancio delle memorie FURY Beast DDR5 abbiamo stabilito un record del mondo per l’overclocking della RAM raggiungendo, in collaborazione con MSI, una frequenza di 8670 MT/s. Queste memorie hanno una caratteristica molto importante: eseguono in automatico l’overclock fino alla massima frequenza supportata dal sistema. Venendo agli SSD della gamma, il FURY Renegade SSD raggiunge i 7.300 MB/s in lettura e i 7.000 MB/s in scrittura.

Kingston KC2500

– Quale evoluzione prevedete nell’immediato futuro?

Già entro l’anno contiamo di lanciare memorie DDR5 destinate all’utilizzo su server; al momento per questo tipo di applicazione offriamo memorie DDR4 con frequenza fino a un massimo di 3.200 MT/s. Naturalmente siamo in fase di ulteriore sviluppo delle memorie DDR5 per i client, e contiamo di raggiungere capacità e frequenze ancora superiori: la nostra roadmap già prevede memorie “standard” con frequenza di 6.400 MT/s, quelle della gamma FURY arriveranno senza dubbio a frequenze più elevate.

Per quanto riguarda i dischi allo stato solido, sicuramente introdurremo nuovi modelli NVMe PCI 4.0, con ovviamente velocità in lettura e in scrittura nettamente superiori.

– Come sono cambiate le richieste del mercato nello scorso anno?

Naturalmente la pandemia di Covid-19 ha provocato, già a partire dal primo trimestre del 2020, un brusco aumento del ricorso allo smart working. Il lavoro da remoto è diventato sostanzialmente un modello di lavoro corrente e questo ha comportato un aumento delle richieste di storage nel cloud e nei datacenter. Tante imprese hanno dovuto investire in tecnologia e prepararsi allo smart working. Sono stati necessari importanti aggiornamenti lato server, sia per lo storage, quindi i dischi, sia per le memorie.

Parlando di storage, settore in cui abbiamo osservato una crescita davvero significativa, ovviamente si tratta di un componente fondamentale sotto l’aspetto sia della capacità che della velocità per quanto riguarda la virtualizzazione dei server. Non sorprende quindi che ci sia stata una forte richiesta di dischi SSD, che con le loro prestazioni permettono di massimizzare l’efficienza per ogni tipo di dato da elaborare.

ram ddr5

Noi negli ultimi due anni abbiamo investito molto in questo ambito, introducendo una serie di SSD pensati in modo specifico per l’utilizzo nei data center: soluzioni sia SATA 3.0 sia NVM che hanno permesso ai nostri clienti di avere un prodotto altamente performante grazie anche al firmware ottimizzato per carichi di lavoro particolari, sia in lettura sia in scrittura.

I dischi Kingston per il datacenter utilizzano la tecnologia NAND 3D TLC, che assicura una maggiore durata del prodotto, e sono dotati di un sistema di cifratura basato sullo standard AES a 256 bit. Inoltre sono protetti dal rischio di perdita dei dati in seguito ad interruzioni transitorie dell’alimentazione grazie alla funzionalità PLP (Power-Loss Protection: si tratta di una sorta di microgruppo di continuità integrato, che sfrutta condensatori ad alta capacita in grado di mantenere il disco alimentato per il tempo necessario a completare la scrittura nella memoria Flash non volatile di tutti i dati presenti nei buffer della cache, con il conseguente aggiornamento della tabella di mappatura N.d.R)

– Il mercato ormai da mesi è afflitto da un grave shortage di chip. In che misura ha colpito Kingston e quali sono le vostre previsioni per il 2022?

Kingston è uno dei più grossi acquirenti a livello mondiale di chip, utilizzati poi per tutte le nostre soluzioni. Quando ci sono situazioni di carenza di prodotto, come quella attuale, il nostro enorme potere di acquisto ci permette di dare ai partner una continuità in tutti gli ambiti in cui operiamo, quindi sia la produzione OEM sia il canale tradizionale. Di conseguenza siamo riusciti a consentire ai nostri clienti di non fermare mai la produzione anche se a volte le quantità non sono state in linea con le aspettative. E nonostante le difficoltà del mercato siamo addirittura riusciti a chiudere il 2021 con un maggiore fatturato, grazie anche all’aumentata richiesta dei prodotti – come gli SSD per data center – dal prezzo medio di vendita più elevato.

Per quanto riguarda il 2022, ci stiamo preparando ad affrontare l’inaspettato, come gli ultimi due anni ci hanno insegnato. La situazione di shortage in ogni caso è destinata a durare; noi come sempre continueremo a supportare i nostri partner con il massimo dell’impegno per riuscire a garantire sia il loro sia il nostro business.