La Cloud Transformation traina le scelte delle imprese in fatto di gestione del dato e sicurezza: le osservazioni della School of Management del PoliMI e di Westpole.
Il 2021 è l’anno delle grandi occasioni per la Cloud Transformation in Italia. Da un lato la spesa Cloud continua a crescere, trainata non più dai servizi SaaS (+13%), che hanno garantito la tenuta del sistema economico italiano durante le fasi di emergenza dello scorso anno, bensì da quelli PaaS (+31%), che riguardano più nello specifico la modernizzazione applicativa, l’orchestrazione e la gestione dei sistemi informativi, e IaaS (+23%).
Tuttavia, complessivamente il 34% delle imprese dichiara di non aver ancora accompagnato questo percorso tecnologico con azioni di cambiamento organizzativo rivolte alla Direzione IT, come l’arricchimento delle competenze del personale esistente, il potenziamento della struttura organizzativa con specialisti nelle tecnologie Cloud, o la revisione dei processi aziendali coinvolti.
Cloud Transformation in Italia
Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation
A seguito del deciso cambio di passo avvenuto nel mercato italiano nel corso del 2020 a causa dell’emergenza sanitaria, le prime stime per quest’anno confermano un ulteriore consolidamento, con tassi di crescita assimilabili a quelli pre-pandemici e una spesa in Cloud che si attesta a 3,84 miliardi di euro nel 2021 (+16% rispetto al 2020).Superata la preoccupazione che l’esplosione dello scorso anno potesse rappresentare uno scalino per l’andamento del mercato, dovuto alle esigenze circostanziali legate al Covid-19, ora le imprese e le pubbliche amministrazioni stanno affrontando la vera sfida: strutturare una strategia di lungo periodo che ponga il Cloud al centro della digitalizzazione. I numeri mostrano segnali positivi sul percorso intrapreso, con un incremento degli investimenti legati ai progetti strategici, all’interconnessione delle applicazioni ormai distribuite in diversi ambienti computazionali e all’innovazione funzionale e architetturale…
Il Public & Hybrid Cloud, ovvero l’insieme dei servizi forniti da provider esterni e l’interconnessione tra Cloud pubblici e privati, si conferma ancora la componente principale, per una spesa di 2,39 miliardi di euro (+19%).
In particolare, proprio all’interno del Public & Hybrid Cloud, i servizi PaaS (Platform as a Service) registrano la dinamica di crescita più robusta raggiungendo il valore di 390 milioni di euro (+31% sul 2020), e si confermano un layer tecnologico abilitante non solo per lo sviluppo del nuovo, ma anche per la modernizzazione applicativa, l’orchestrazione e la gestione del sistema informativo.
Seguono lo IaaS (Infrastructure as a Service), che registra una dinamica del +23%, per un totale di 898 milioni di euro, e infine il SaaS (Software as a Service) che – pur rimanendo la componente più rilevante con oltre 1,1 miliardi di € – dopo il boom dello scorso anno vede un progressivo consolidamento e un fisiologico rallentamento del tasso di crescita (+13%).
Guardando alle scelte progettuali e all’evoluzione dei sistemi informativi, l’adozione del Cloud nelle grandi imprese italiane è un dato di fatto e il portafoglio applicativo aziendale risulta erogato da ambienti eterogenei: mediamente, il 44% del parco applicativo è oggi gestito in Cloud pubblico o privato, numeri ormai vicini a sorpassare la quota gestita on-premises.
Cloud Transformation, il pensiero di Westpole
Matteo Masera, General Manager Italia di Westpole, evidenzia come cresca l’adozione del Cloud nelle grandi aziende italiane, ma manchino gli investimenti nelle PMI. Il progetto europeo Gaia-X rappresenta la soluzione per accelerare il processo di digitalizzazione del Paese.
Come fanno notare dall’Osservatorio Cloud Transformation, le PMI non sono tornate indietro ma da loro si aspetta un ulteriore investimento di sistema per colmare il gap esistente che ancora scontiamo con le aziende del resto del mondo.
Due sono gli elementi che rallentano, secondo noi, questo processo di migrazione al Cloud: la mancanza di competenze disponibili e la difficoltà per le PMI di interagire con le multinazionali del cloud pubblico.
Negli ultimi mesi Westpole ha aderito, come Day One Member, a Gaia-X, la federazione europea del Cloud nata per facilitare la condivisione affidabile di dati decentralizzati fornendo servizi caratterizzati da alto contenuto tecnologico (paragonabile a quello fornito dalle multinazionali del Cloud pubblico) ma allo stesso tempo basandosi sulle infrastrutture dei soggetti locali aderenti al progetto.
Cloud Transformation e Gaia-X
L’obiettivo di Gaia-X è legato al cosiddetto Decennio digitale europeo, che punta a raggiungere entro il 2030 un tasso di adozione del 75% di servizi Cloud avanzati per le aziende europee.
Lo sviluppo di questo progetto potrebbe inoltre incoraggiare le aziende private e le pubbliche amministrazioni a fornire dati per servizi che rafforzerebbero a loro volta la competitività stessa dei Paesi europei nel mondo.
Come Westpole, nell’ultimo anno e mezzo abbiamo investito in particolare nella formazione del nostro personale, nell’evoluzione tecnologica e nella messa in sicurezza delle nostre infrastrutture e delle nostre soluzioni, dotandoci di data center certificati tier IV e AGID e di strumenti evoluti di automazione e monitoraggio.
Stiamo inoltre lavorando sullo sviluppo delle nostre soluzioni Cloud, sia lato Full Stack Observability (FSO) – ovvero servizi di monitoraggio e follow-up sul comportamento, sulle prestazioni e sull’integrità sia delle applicazioni che dell’infrastruttura di supporto attraverso le metriche raccolte da tutto il patrimonio IT – che attraverso modelli a Container – cioè con l’utilizzo di unità standard di software che racchiudono il codice e tutte le sue dipendenze in modo che l’applicazione venga eseguita rapidamente e in modo affidabile ovviando alla lentezza della virtualizzazione degli interi sistemi operativi.