Cloud e multicloud per aumentare l’efficienza delle imprese

Le soluzioni multicloud offrono la flessibilità e la portabilità per migrare, creare e ottimizzare le applicazioni su più cloud e ambienti di computing.

multicloud

Un numero sempre maggiore di aziende sfrutta i cloud provider non solo per depositare i propri dati ma anche per far girare le applicazioni, usate come veri e propri servizi. Oggi esistono molti provider di questo tipo – AWS e Azure, per esempio – ciascuno con punti di forza e debolezze. Per ottenere il meglio, si sta diffondendo la strategia multicloud, ovvero sfruttare i cloud privati e pubblici di marchi diversi per un servizio sempre più su misura, capace di rispondere al meglio alle esigenze economiche, tecniche e funzionali dell’azienda.

Le soluzioni multicloud, basate su tecnologie open source come Kubernetes, offrono la flessibilità e la portabilità per migrare, creare e ottimizzare le applicazioni su più cloud e ambienti di computing. Il multicloud funziona bene con le pratiche di sviluppo DevOps e con altre tecnologie applicative cloud native che abilitano la portabilità, come i container e l’architettura a microservizi.

Un ambiente IT di tipo multicloud non è caratterizzato dalla semplice coesistenza di soluzioni diverse ma permette di connetterle e sfruttarle con flessibilità e dinamicità. L’adozione del multicloud da parte delle aziende italiane sta crescendo di anno in anno. Secondo l’ Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2023 il 51% delle imprese italiane (il 24% nel 2021) ha adottato questo approccio.

I servizi cloud offerti dai vendor

I servizi cloud sono costituiti da infrastrutture, piattaforme o software in hosting presso provider esterni e messi a disposizione degli utenti attraverso Internet. Possono essere suddivisi in tre categorie principali di soluzioni as-a-Service: IaaS, PaaS e SaaS. Ciascuna di esse prevede un flusso via Web di dati utente, dai client front end ai sistemi del provider di servizi cloud e viceversa, ma offre tipologie di servizi diverse.

web hosting

IaaS (Infrastructure as a Service)

Il provider di servizi cloud gestisce l’infrastruttura, ovvero i server fisici, la rete, la virtualizzazione e lo storage dei dati per conto del cliente, attraverso una connessione Internet. L’utente accede a tale infrastruttura, sostanzialmente a noleggio, tramite un’API o un dashboard, e gestisce aspetti come il sistema operativo, le app e il middleware. Il provider si occupa invece di tutto l’hardware, della connettività di rete, dei dischi rigidi, dello storage dei dati e dei server, assumendosi la responsabilità di gestire disservizi, riparazioni e problemi hardware. Si tratta del tipico modello di deployment dei provider storage su cloud.

PaaS (Platform as a service)

L’hardware e una piattaforma di software applicativo sono forniti e gestiti da un provider di servizi cloud esterno, ma l’utente gestisce le app eseguite sulla piattaforma e i dati che esse utilizzano. Il sistema PaaS è pensato soprattutto per sviluppatori e programmatori, dato che offre una piattaforma cloud condivisa per lo sviluppo e la gestione delle applicazioni (un aspetto importante della metodologia DevOps), senza costringerli a creare e gestire l’infrastruttura solitamente associata al processo.

SaaS (Software as a Service)

Fornisce agli utenti un’applicazione software gestita dal provider di servizi cloud. Solitamente le app SaaS sono applicazioni web o app mobili a cui gli utenti accedono tramite browser. L’utente si connette alle applicazioni cloud tramite un’API o un dashboard, mentre il provider SaaS si occupa degli aggiornamenti software, della correzione dei bug e delle altre attività generiche di manutenzione del software. Il servizio SaaS elimina inoltre la necessità di installare una determinata app localmente nei computer dei singoli utenti, offrendo la possibilità di scegliere tra varie modalità di accesso al software a livello di team o di gruppo.

Il mercato del cloud in Italia

Secondo i dati contenuti nella tredicesima edizione dell’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2023 il mercato cloud italiano continua a consolidarsi, con un tasso di crescita del 19% e un valore complessivo che raggiunge i 5,51 miliardi di euro. Nonostante l’emergere di nuove complessità legate alla situazione geopolitica, alla crisi energetica e al conseguente aumento dell’inflazione (con potenziali impatti rilevanti su un servizio energivoro come il cloud), le imprese nazionali hanno continuato a valutare positivamente i percorsi di digitalizzazione affrontati negli ultimi anni, ormai saldamente fondati nel cloud.

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A trainare la crescita sono in particolare i servizi infrastrutturali (IaaS), che raggiungono i 1,511 miliardi di euro (+ 29% sul 2022), arrivando a pari merito con la quota rappresentata dai servizi software (SaaS), in crescita del 19% con un valore complessivo di 1,532 miliardi. Segue in termini di valore il PaaS, che registra un + 27% per un totale di 686 milioni, spinto dalle opportunità legate alle funzionalità di AI e analytics e dalle iniziative strategiche di modernizzazione del parco applicativo.

In continuità con gli anni passati, sono le componenti public e hybrid cloud a registrare la dinamica di crescita più significativa, con una spesa di 3,729 miliardi e una crescita del 24% sul 2022. Tra le altre componenti della spesa complessiva cloud, il virtual e hosted private cloud, cioè i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni, raggiunge 1,034 miliardi (+ 9%).

A oggi la spesa cloud italiana è rappresentata per l’87% dalle grandi imprese, che hanno raggiunto una consapevolezza sulla necessità di indirizzarla non solo verso l’adozione di nuovi servizi digitali, ma anche verso il consolidamento di quelli esistenti. Le PMI sono un comparto in grande crescita: grazie a iniziative sistemiche, come i fondi del PNRR, la spesa in public cloud si attesta nel 2023 a 478 milioni, in crescita del 34% rispetto al 2022.

I vantaggi del multicloud

L’utilizzo di servizi multicloud può offrire molte opportunità per aumentare l’agilità e la flessibilità IT delle aziende. Ecco qui di seguito i vantaggi più comuni di una soluzione multicloud.

  • Il meglio di ogni cloud. Il multicloud consente di scegliere tra molti fornitori di cloud e offre la flessibilità necessaria per abbinare funzionalità e capacità specifiche per ottimizzare i carichi di lavoro nel cloud in base a fattori quali velocità, prestazioni, affidabilità, posizione geografica e requisiti di sicurezza e conformità
  • Nessun vincolo dovuto al fornitore. Con un approccio multicloud non si è vincolati a un unico provider. È possibile scegliere la soluzione più adatta alle esigenze dell’azienda, riducendo allo stesso tempo i problemi relativi a dati, interoperabilità e costi che si presentano spesso quando si diventa troppo dipendenti da un unico cloud
  • Efficienza in termini di costi. Gli ambienti multicloud possono essere una buona opzione per ridurre al minimo la spesa per l’IT. Il cloud pubblico prevede costi complessivi inferiori e consente di fare lo scale up o lo scale down in base alle esigenze dell’azienda. È possibile ridurre il TCO e allo stesso tempo sfruttare la migliore combinazione di prezzo e prestazioni tra diversi provider
  • Tecnologia innovativa. I cloud provider investono costantemente nello sviluppo di nuovi prodotti e servizi. Il multicloud consente di sfruttare un più ampio ventaglio di nuove tecnologie, per migliorare le soluzioni IT aziendali
  • Sicurezza avanzata e conformità normativa. Una strategia multicloud consente di eseguire il deployment e di scalare i carichi di lavoro e allo stesso tempo di implementare i criteri di sicurezza e le tecnologie di conformità, in modo coerente su tutti i carichi di lavoro, indipendentemente dal servizio, dal fornitore e dall’ambiente
  • Maggiore affidabilità e ridondanza. Il multicloud riduce le interruzioni o i tempi di inattività non pianificati in quanto riduce il rischio di single point of failure. Un’interruzione in un cloud non necessariamente influirà sui servizi negli altri cloud: se un cloud è inattivo, il servizio può essere fornito da un altro cloud già pronto all’uso