Red Hat sviluppa un nuovo virtual testing environment per Volkswagen

Grazie al nuovo virtual testing environment è disponibile un'architettura standardizzata per i banchi di prova.

Volkswagen

Il gruppo automobilistico Volkswagen si allea con Red Hat per creare il suo nuovo virtual testing environment. Una soluzione che nasce per migliorare l’integrazione dei componenti e semplificarne il provisioning con funzionalità self-service.
Il gruppo rappresenta il più grande produttore di automobili in Europa ed è detentore del 29% del mercato automobilistico globale

Virtual testing environment. Come sta cambiando l’automotive

Al giorno d’oggi un singolo veicolo può contenere più di 60 unità di controllo elettronico (ECU – Engine Control Unit) che gestiscono i sistemi e sottosistemi elettrici di una vettura. E il futuro guarda in una direzione precisa, dove tutte le macchine saranno CASE. Questo è un acronimo per Connectivity Autonomous Sharing/Subscription Electrification) con tecnologie dotate di crescenti responsabilità di guida autonoma.

Per i produttori di automobili, garantire che tutti i componenti elettronici e i sistemi di assistenza alla guida di un’auto funzionino in modo corretto e sicuro, è già una priorità. Questo si accompagna anche a precise necessità: non solo realizzare ripetuti test in condizioni di forte stress, ma dotarsi di sistemi di simulazione che possano tenere conto di numerose variabili.

Red Hat mette a punto un virtual testing environment per Volkswagen

La trasformazione elettronica a cui va incontro l’automotive è una realtà già da tempo per Volkswagen. La missione del gruppo è quella di realizzare soluzioni di mobilità sostenibile per le generazioni attuali e future. Particolare attenzione ai veicoli elettrici e ai servizi di mobilità digitale e guida autonoma.

Per questo motivo, il gruppo si è dotato di un dipartimento di sviluppo elettrico dedicato a testare e migliorare le tecnologie che supportano i veicoli intelligenti e connessi. Avvalendosi di banchi di prova e ambienti virtuali per verificare progetti o modelli e regolare le ECU. Nonostante ciò, diversi fattori rendevano difficile per i team del gruppo VW completare questo compito con metodi e tecnologie tradizionali.

Test e distribuzione

Ogni volta che una ECU veniva aggiunta o aggiornata, tutti i test relativi dovevano essere ripetuti e l’integrazione diventava più complessa. Inoltre, la mancanza di un provisioning on-demand per gli ambienti di test di integrazione creava ritardi. Da qui, dunque, il desiderio di standardizzare e automatizzare completamente il ciclo di rilascio dei componenti software nei veicoli – compresi sviluppo, test e distribuzione – dando vita a un ambiente condiviso per l’utilizzo di componenti virtuali e fisici, e il conseguente contatto con Red Hat, vendor già noto e fidato, per la ricerca di una soluzione.

L’innovazione dell’assistenza alla guida

Il gruppo ha coinvolto i Red Hat Open Innovation Labs nello sviluppo e test della futura piattaforma di integrazione del software di VW, realizzata utilizzando Red Hat OpenShift.
Si tratta di una piattaforma container Kubernetes enterprise e diverse altre tecnologie, tra cui Red Hat Quay, che memorizza, costruisce e distribuisce le immagini dei container. Oltre a Red Hat Runtimes, che fornisce prodotti, strumenti e componenti completi per sviluppare e mantenere efficacemente le applicazioni cloud-native.

Oggi, grazie alla nuova tecnologia e all’adozione di principi DevOps, VW dispone di un’architettura standardizzata e di un ambiente virtuale automatizzato. Una soluzione che comporta benefici sul fronte dell’efficienza economica e operativa dei propri test di simulazione.

Prove accessibili da remoto

Basandosi su un’infrastruttura OpenShift on-premise, standardizzata e scalabile per i dati e i carichi di lavoro di integrazione, la nuova piattaforma di testing adottata da VW ha infatti prodotto una riduzione dei costi legati alle prove del 50%. Quest’ultime, inoltre, sono passate dal richiedere giorni al poter essere eseguite nell’arco di ore e, soprattutto, sono state rese accessibili da remoto. Questo permette di allineare gli approcci e le architetture di lavoro tra i team interni distribuiti e partner terzi.