Lafert produce motori elettrici personalizzati sulle specifiche dei clienti e si appoggia a Nutanix per accelerare la crescita del business globale con l’iperconvergenza.
Lafert è attiva da 60 anni e dè stata acquisita da Sumitomo Heavy Industries. Questo passaggio ne ha facilitato l’espansione internazionale del business.
Al ritmo di circa un milione di pezzi l’anno, l’azienda è cresciuta del 60% nell’ultimo decennio, occupando circa 900 persone in tutto il mondo e fatturando, nel 2019, 156 milioni di euro. Il 30% del giro d’affari proviene dal mercato nazionale, mentre la restante quota è generata dalle vendite nel resto del mondo, soprattutto in Europa e negli USA, dove è presente con una filiale.
Orientata da sempre all’innovazione tecnologica, Lafert ha un’architettura IT prevalentemente on-premise, dislocata in un data center presso la sede di San Donà di Piave (VE), e infrastrutture locali presso le diverse filiali in tutto il mondo.
Innovazione dell’IT
Nel 2019 Lafert decide che è arrivato il momento di sostituire lo storage che serviva i due cluster che supportavano i carichi di lavoro relativi alle Virtual Machine e alla farm Citrix per la virtualizzazione applicativa.
I dischi avevano cinque anni di vita e avevano fatto il loro tempo, entrando in sofferenza sia in termini di prestazioni sia di occupazione anche a causa della crescita dell’azienda. Gli utenti sperimentavano un degrado dei tempi di risposta e l’IT non riusciva a creare nuove macchine virtuali; insomma, l’infrastruttura bloccava lo sviluppo del business e dei nuovi progetti.
Lafert sceglie di puntare più in alto rispetto alla semplice sostituzione del materiale obsoleto, approfittando per semplificare la gestione, migliorare l’efficienza e costruire un’infrastruttura in grado di crescere con facilità e scalabilità. Decide quindi di sposare la filosofia iperconvergente, in grado di soddisfare tutti i requisiti richiesti.
Iperconvergenza, la strada è tracciata
A metà del 2019 viene sostituita l’infrastruttura sottostante lo stack Citrix, con un primo cluster Nutanix composto da tre nodi di produzione HPE. Lafert addirittura anticipa i tempi, perché la partnership ufficiale tra Nutanix e HPE viene siglata alla fine del 2019.
Il secondo step, realizzato all’inizio del 2020, vede la sostituzione dell’infrastruttura che regge i carichi di lavoro relativi alle Virtual Machine. In questo caso vengono usati nodi HPE certificati Nutanix e, di nuovo, la soluzione viene implementata presso il data center dell’azienda.
Completati i primi due step e verificata da subito la bontà della scelta fatta, Lafert decide di allargare l’adozione della tecnologia Nutanix anche alle altre filiali, realizzando una sorta di laboratorio presso la sede di Noventa di Piave (VE), dove vengono installati due nodi ROBO per gestire i servizi delocalizzati, come i domain controller, i print server e un piccolo file server utilizzato per le attività di produzione. Lo stesso scenario viene poi replicato presso la sede di Ravenna.
Thomas Barea, CIO di Lafert
La scalabilità e la facilità di gestione sono le due caratteristiche che apprezziamo di più della tecnologia Nutanix, tanto che stiamo pensando di replicare la soluzione creata nel nostro data center anche nelle altre filiali della nostra organizzazione.
L’iperconvergenza taglia i consumi e migliora la user experience
Con il primo step, la sostituzione dell’infrastruttura per Citrix, Lafert ottiene un deciso miglioramento delle prestazioni: il tempo di log-on degli utenti passa da circa un minuto della vecchia architettura a 23 secondi, restituendo quindi una più gradevole user experience.
Il vantaggio più sensibile registrato dopo il secondo step, la sostituzione del cluster per la gestione delle VM, è stato invece la semplificazione dell’infrastruttura, con la riduzione dello spazio occupato nel data center e dei consumi. Con Nutanix, Lafert può anche godere dell’alta affidabilità “by design” dei servizi, visto che in caso di guasto di un nodo l’architettura è progettata in modo da riconfigurarsi e continuare a funzionare, una prerogativa che l’infrastruttura tradizionale a server-storage non poteva garantire.
Grazie ai cluster ROBO di Nutanix, tutta l’infrastruttura è monitorabile con facilità attraverso una console centrale.
Thomas Barea, CIO di Lafert
La facilità di gestione è stato uno dei driver principali per la scelta di Nutanix insieme alla scalabilità, visto che il nostro reparto IT è composto da sole cinque persone. Un altro elemento vincente è stato la possibilità di utilizzare l’hypervisor AHV di Nutanix, anche questo un prezioso tassello per la semplificazione nonché un apprezzato risparmio economico.
Iperconvergenza, domani
Oltre ad aver aperto una strada per il continuo sviluppo a livello mondiale dell’azienda, grazie alla scalabilità delle infrastrutture iperconvergenti, Lafert potrà proseguire nel deployment delle soluzioni Nutanix ROBO presso le diverse filiali.
Nel prossimo futuro, inoltre, l’infrastruttura VDI verrà estesa anche alle postazioni grafiche degli operatori CAD, che potranno quindi operare anche da remoto e beneficiare della ridondanza degli ambienti virtuali, garantendo una migliore continuità di business.
Thomas Barea
Una delle caratteristiche più interessanti della tecnologia Nutanix è la possibilità di realizzare il Disaster Recovery in cloud, una funzionalità che pensiamo di esplorare presto.