Oggi, i principali provider di infrastrutture cloud e operatori di data center hanno creato il patto per la neutralità climatica dei data center.
Tra le 25 società aderenti: Aruba, OVHcloud, AWS, Google, Equinix ed NTT, oltre a 17 associazioni, tra le quali il CISPE.
I player coinvolti hanno concordato un’iniziativa di autoregolamentazione per rendere i data center in Europa neutri dal punto di vista climatico entro il 2030.
Si tratta di un impegno storico e senza precedenti da parte di un’industria per guidare in modo proattivo la transizione verso un’economia neutra dal punto di vista climatico.
Neutralità climatica data center – occorre ridurre i consumi
Per capire la centralità della notizia è sufficiente ricordare che, oggi, nonostante i datacenter e il settore della co-location siano solo una piccola parte, essi hanno un grosso impatto quando si parla di consumo energetico. Gestire il flusso di dati utile per generare e mantenere attivi i servizi Web ha un peso economico ed energetico non indifferente. La maggior parte dell’energia è utilizzata per far funzionare l’infrastruttura digitale e raffreddare i grandi centri di data storage. Dato che le nostre vite diventano sempre più connesse, questo dispiego di energia non può che crescere.
Per ambire alla creazione di un Internet più “green” è necessario che il settore adotti strategie diverse e orientate a una maggiore collaborazione.
Prima di tutto si dovrebbe cercare di introdurre tecnologie e sistemi più innovativi per consumare meno energia. Ciò è possibile attraverso lo sviluppo di algoritmi che lavorano i dati con meno potenza di calcolo, con soluzioni edge cloud in modo che la trasmissione dei dati avvenga tra distanze più brevi. Si possono inoltre adottare soluzioni pratiche come lo spostamento dei data center in luoghi sotterranei a bassa temperatura e più facili da mantenere freschi.
Neutralità climatica data center
Il settore sta facendo progressi con il continuo miglioramento dell’efficienza dei macchinari, ma nonostante questo si continua a registrare un aumento del consumo di energia. La spiegazione va trovata nel crescente numero di persone e imprese che usano sempre di più i device connessi e accedono a un sempre più maggiore numero di servizi e contenuti disponibili online. Uno studio finanziato dalla Commissione Europea ha evidenziato che i data center nei paesi Europei nel 2017 hanno consumato il 25% in più rispetto al 2014.
L’iniziativa voluta dai Big del settore fissa obiettivi ambiziosi per il 2025 e il 2030. Si vuole provare l’efficienza energetica con obiettivi misurabili, acquistare energia 100% priva di carbonio, dare priorità alla conservazione dell’acqua, riutilizzare e riparare server e cercare modi per riciclare il calore.
Stefano Cecconi, AD Aruba
Grazie a sistemi di pannelli solari fotovoltaici e centrali idroelettriche di nostra proprietà, stiamo già producendo più energia verde di quanta ne avremmo effettivamente bisogno nei nostri data center.
Questo genera un’impronta di carbonio negativa in tutte le nostre operazioni. Ci consente di supportare le nostre attività e quelle dei nostri clienti con un impatto ambientale pari a zero. Scegliendo data center climaticamente neutri, ora tutti possiamo contribuire attivamente al futuro del nostro pianeta.