Stefano Bonmassar e Franco Broccardo di Praim ci parlano di thin client, di produttività in azienda e dell’impatto dello smart working nel 2020.
Risponde: Stefano Bonmassar, Chief Sales Officer di Praim
– Pandemia e rapido cambiamento dei mercati. Com’è stato il 2020 di Praim?
Sicuramente il 2020 è un anno che ricorderemo per lo stravolgente impatto della pandemia sulle persone e sulle aziende.
Molte hanno dovuto fermare, o quantomeno rallentare la propria operatività, poche erano strutturate per operare in remoto. In Praim siamo stati avvantaggiati dalla stessa tecnologia che sviluppiamo e proponiamo al mercato.
Non ci siamo mai fermati: la quasi totalità dei collaboratori ha continuato ad operare in smart working e abbiamo supportato i nostri clienti in un momento particolarmente critico. Il mercato ha avuto un rallentamento sulle soluzioni hardware, ma nello stesso tempo abbiamo rilevato un crescente interesse per le soluzioni software a supporto dello smart working nelle aziende, che hanno compensato questo calo.
Smart working e thin client – Il 2020 è quasi terminato, tra poco si faranno i bilanci, ma possiamo ritenere di aver conservato la posizione di leadership nel mercato italiano e di aver incrementato la quota delle soluzioni software come ThinMan, Agile4PC e soprattutto ThinOX4PC. Sicuramente quest’anno ha evidenziato l’importanza della digitalizzazione dei processi per le aziende, ha spinto all’adozione di strumenti digitali di collaborazione come mai era successo prima e ci ha insegnato che non è più indispensabile essere presenti in azienda per collaborare.
– Quali novità introdurrete e quali strategie svilupperete per imprimere accelerazione al business nel 2021?
Gli obiettivi di sviluppo delle soluzioni software, per Praim, erano già chiari da prima della pandemia. L’accesso da postazioni remote, la gestione e il controllo dei dispositivi di accesso alle applicazioni aziendali, l’utilizzo di dispositivi di accesso verso infrastrutture multicloud e la semplificazione dell’accesso fanno parte della nostra strategia di prodotto da molto tempo.
Praim continuerà con questa visione, investendo ulteriormente nella semplificazione della gestione della postazione di lavoro in Cloud, rilasciando al mercato una nuova gamma di prodotti Thin Client, anche laptop mobile, e soprattutto ampliando le soluzioni software dedicate alla gestione di qualsiasi postazione di lavoro, Windows oppure Linux.
Sicuramente il mercato delle soluzioni per lo smart working può essere un forte acceleratore per il 2021, non solo in Italia, ma anche nei mercati esteri dove operiamo, come Spagna e UK.
– I Mobile Thin Client rappresentano una “nuova frontiera” per il lavoro agile e sicuro. Come declinate questi concetti? Quali sono le peculiarità di Flexi, il vostro primo Mobile Thin Client?
Sicuramente il mercato di dispositivi di accesso mobili è in forte crescita.
Nei primi mesi della pandemia le aziende hanno improvvisato delle soluzioni utilizzando laptop di qualsiasi tipologia per operare in remoto da casa. Dopo questa prima fase gestita in urgenza sono però emersi i problemi legati alla gestione e alla sicurezza. Il dispositivo PC laptop è facilmente alterabile, esposto al rischio di virus e difficilmente gestibile, dunque soprattutto in grandi organizzazioni è indispensabile implementare una gestione centralizzata, fornire soluzioni che permettono all’helpdesk un intervento rapido a supporto degli utenti.
I sistemi operativi sviluppati da Praim per il Thin Client offrono questi benefici e sono sviluppati per essere sicuri e completamente amministrati centralmente. Durante il 2020 molti clienti hanno adottato soluzioni software Praim per trasformare laptop PC in Mobile Thin Client e accedere alle infrastrutture remote.
Da questa esperienza è nata una collaborazione con alcuni vendor, come Lenovo, che ha portato al recente annuncio della linea Flexi, il nuovo Mobile Thin Client di Praim.
Flexi è il risultato dell’integrazione delle soluzioni software Praim, in versione ThinOX4PC oppure Windows 10IoT con Agile4PC, con un nuovo modello laptop Lenovo Ryzen 3.
Questo è un esempio di integrazione delle soluzioni software Praim che può essere replicato con qualsiasi dispositivo laptop scelto dal cliente, in base alle specifiche esigenze di ergonomia e funzionalità hardware.
Smart working e thin client – Risponde: Franco Broccardo, CEO di Praim
– Smart working e lavoro da casa, la pandemia ha accelerato un processo che era già in atto. Quali considerazioni potete fare in merito? Cosa riscontrate presso i clienti?
Negli ultimi mesi moltissime persone hanno conosciuto una “sperimentazione forzata” dello smart working (quale evoluzione del tradizionale concetto di lavoro con modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa e allentamento del vincolo di presenza in una determinata sede di lavoro) che è diventato e sarà ancora a lungo protagonista delle nostre giornate anche dopo la Fase 3.
Così come tre sono i punti che maggiormente emergono quando si chiede ai lavoratori e alle aziende quali siano i lati “deboli” dello smart working:
- la reperibilità; fissare paletti temporali, per non incorrere nel rischio di dare disponibilità h24.
- l’autonomia di svolgere la propria prestazione lavorativa che comporta un onere di organizzazione riguardo i tempi e la qualità della stessa, che rischia di sfociare in frustrazione;
- il distacco dal posto di lavoro tende a portare all’isolamento e alla mancanza di interazione tecnica e sociale con i colleghi.
In conclusione, alla fine dell’emergenza, lavorare da casa potrà essere un’opportunità di crescita sia per le aziende che per i lavoratori. Questo, solo se sarà supportata da una maggiore consapevolezza delle persone e da un impegno delle aziende ad organizzare il lavoro per obiettivi concreti e raggiungibili. Questi dovranno essere sostenuti tecnologicamente e organizzativamente, annullando in questo modo le distanze fisiche tra le persone.
– Spesso le aziende sono restie al cambiamento. In Italia si registra una resistenza al cambiamento particolarmente alta. Quali strategie e comportamenti osservate presso i clienti? Quali soluzioni proponete per snellire e irrobustire l’infrastruttura IT delle imprese?
Il cambiamento è parte integrante del progresso e dell’evoluzione. Tuttavia, modificare uno “status quo” richiede impegno, volontà e capacità, caratteristiche queste, non sempre presenti nel mondo imprenditoriale. Non è sempre una questione di incapacità, negligenza o disimpegno. Molte volte è solo questione di mancanza di tempo.
La recente e presente pandemia sta sottraendo a tutte le aziende tempo e risorse economiche che non aiutano certamente gli imprenditori a “pensare” e progettare investimenti ed implementazioni delle proprie infrastrutture IT.
Tuttavia, le mutate esigenze, necessità ed obblighi, alle quali le aziende devono dare risposta, sono elementi trainanti che alimentano la “necessità” al cambiamento.
Il massiccio esodo, forzato o meno, della stragrande maggioranza dei lavoratori verso “nuovi uffici” casalinghi, ha fortemente impegnato le aziende nella ricerca di soluzioni tecnologiche da fornire ai propri utenti per consentire di svolgere il loro lavoro anche fuori dalla sede aziendale. Superato questo primo ostacolo, le aziende si trovano ora ad affrontare il “vero” problema: la gestione di tutte queste postazioni di lavoro sparse in giro per il territorio nazionale.
Proprio su questa problematica la nostra azienda ha concentrato gli investimenti e le idee. Proponiamo alle aziende strumenti semplici, efficaci ed innovativi per aiutare l’IT manager a “riguadagnare” il controllo e la gestione di tutta l’infrastruttura IT.
– La falsa idea di innovazione e la guerra dei prezzi al ribasso rischiano di vanificare gli sforzi di chi sceglie la via della modernizzazione. Cosa ne pensa? Che esempi ci può fare derivante dalla vostra esperienza?
Spesso è proprio l’assenza di una cultura, di strumenti e processi specifici per l’innovazione a frenare le aziende nello sviluppo di progetti innovativi. Tre sono i tipici ingredienti che rappresentano al meglio la difficolta delle aziende ad acquisire una cultura specifica rivolta all’ innovazione: mancanza di vision, di approccio tattico e assenza di strutturazione dedicata.
Questi elementi portano di fatto ad un impoverimento culturale che trova, nella corsa al risparmio spasmodico, la risposta più semplice alle proprie debolezze. È una questione di mindset.
Tuttavia, esistono nel mercato molte più aziende che hanno nel proprio DNA la necessità, la voglia e la capacità di continuare ad innovarsi giorno dopo giorno. Queste sono le aziende a cui ci si deve riferire e sulle quali vale la pena di investire. E sono moltissime…
Smart working e thin client
I risultati sono sorprendenti e immediati. Quando approcci un’azienda con l’anima rivolta verso l’innovazione, non si parla mai di quanto, ma di come. Il valore della soluzione proposta, specialmente quando unico, innovativo e rispondente alle necessità del cliente, rende la componente economica una variabile non determinante nella scelta della soluzione.
Molte sono le aziende con le quali operiamo tutti i giorni. La nostra personale esperienza ci indica che il mantra dell’innovazione e della modernizzazione sta influenzando un numero sempre più elevato di aziende. È solo una questione di tempo. Noi, intanto, ci concentriamo su quelle che fanno dell’innovazione il loro credo quotidiano.