Dal gioco alla didattica, il passo è breve. Gli studi del team di ricercatori dell’Università di Padova, coordinati dalla docente Daniela Lucangeli, sulla cosiddetta “Warm Cognition” hanno dimostrato che le emozioni sono centrali nel percorso di apprendimento: nozioni e coinvolgimento personale dell’alunno, insomma, vanno di pari passo aiutandosi a vicenda.
La realtà virtuale è stata inizialmente sperimentata come forma d’intrattenimento e, infatti, nel mondo dei videogiochi è abbastanza diffusa grazie agli ormai accessibili visori VR e i tanti accessori disponibili a seconda del tipo di gioco.
Adesso gli studi mostrano come un maggior coinvolgimento sensoriale moltiplichi anche le nostre capacità di concentrazione e di apprendere. In questa logica si inserisce la realtà virtuale: il 3D applicato alla didattica stimola i nostri sensi e il cervello facendoci aumentare attenzione e “assorbimento” di nozioni e metodologie, a tutto vantaggio dei percorsi formativi.
La didattica del futuro
Il concetto di fondo è semplice: se quando studiamo riusciamo a sentire emozioni positive – serenità, passione e autostima – il nostro apprendimento ne giova direttamente. Al contrario, studiare con una sensazione di paura o di ansia, magari per la difficoltà di completare un compito che ci viene assegnato, può generare un blocco nel percorso di crescita inficiando i risultati.
Per questo, da tempo, nelle scuole sperimentali sono diventate un’abitudine strumenti come le Lim, le lavagne interattive multimediali, i sensori e altro ancora. Certo, non mancano i ritardi in molte scuole italiane, anche se da qualche tempo stanno aumentando i progetti per colmare il “gap digitale” dell’istruzione nel nostro Paese.
Uno step ulteriore è quello della realtà virtuale. Le applicazioni, in tal senso, sono potenzialmente infinite vista la quantità di strumenti interattivi che possono coinvolgere in maniera significativa gli alunni di ogni ordine e grado. Anche i colossi del web come Google hanno deciso di muoversi in questa direzione: fornendo alle scuole un ampio ventaglio di possibilità da sfruttare e ritagliare sulle esigenze dei singoli alunni.
Le lezioni virtuali non puntano a sostituirsi a quelle in carne e ossa, che rimangono fondamentali per sviluppare quel legame tra docente e discente che è al centro di una crescita formativa a 360 gradi, ma puntano invece ad affiancare e potenziare l’apprendimento.
In questo senso, la strada tracciata già da diverse scuole è quella di lezioni simili, in tutto e per tutto, a videogiochi immersivi, sfruttando in particolare i visori per la realtà virtuale.
Con questi strumenti ogni alunno può mettere immediatamente a frutto le nozioni apprese in maniera teorica, aprire la propria mente a un ambiente spaziale e sensoriale unico e stimolante, aumentando nel contempo le proprie skills e ottenendo pure un immediato riscontro per la propria soddisfazione personale.
La didattica del futuro
Laboratori virtuali, sensori di movimento, esperienze in VR (realtà virtuale) sono quindi uno strumento fondamentale per la didattica del presente e soprattutto per quella del prossimo futuro. Le discipline scientifiche, per ovvi motivi, sono quelle dove l’interazione con la tecnologia può portare a sperimentazioni più spontanee e immediate. Lavorare su un compito di scienze o di fisica, non solo utilizzando carta e penna ma, vivendolo in prima persona può essere uno straordinario volano prezioso: tanto per la possibilità fornita al docente, di svariare tra decine di situazioni di apprendimento diverse, quanto per l’alunno coinvolto in prima persona ad avere un atteggiamento attivo e propositivo.
Anche le discipline umanistiche, però, hanno davanti a sé grandi prospettive di crescita, in particolare, per quegli alunni che hanno difficoltà di apprendimento o disabilità. Nel mondo della letteratura e dell’arte, per esempio, sono numerose le app pensate a rendere fruibili le principali opere a chi ha difficoltà di vario genere, a cominciare da quelle visive.
Insomma, la strada pare essere tracciata: con gli investimenti adeguati, e un sostegno continuo all’evoluzione digitale per le scuole italiane, si riuscirà a formare i giovani studenti di oggi. Per avere domani dei cittadini più consapevoli, attivi e preparati, e capaci di superare le tante sfide globali che la nostra società si troverà presto ad affrontare.