Laila, ora nell’intelligenza artificiale batte un cuore umano

Laila, ora nell’intelligenza artificiale batte un cuore umano

Sviluppata dalla startup Mazer, Laila è una piattaforma in grado di sostituirsi all’uomo nella gestione del customer service e del marketing conversazionale. La tecnologia non è ancora pronta a sostituire l’essere umano ma i progressi nel campo dell’artificial intelligence (AI) e della user experience (UX) consentono almeno di emularlo.

L‘intelligenza artificiale di Laila è in grado di monitorare costantemente il “sentiment” dell’utente, interpretarne le esigenze a prescindere dalla qualità del linguaggio da lui utilizzato, di ricercare la risposta nell’ambito delle informazioni aziendali a sua disposizione (cataloghi, basi di dati) e di proporla nella forma che l’utente è meglio in grado di comprendere.

Carmine Pappagallo, co-fondatore di Mazer
La vera differenza con agenti conversazionali e chatbot risiede nella capacità di Laila di empatizzare con l’utente, ed è proprio l’empatia la chiave di volta che permette l’ingaggio dell’utente e l’aumento della produttività. L’azienda, anche in base al settore in cui opera, può decidere come personalizzare il registro linguistico. Un linguaggio più colloquiale sarà quindi adatto a realtà che operano con giovani e famiglie; al contrario un linguaggio più ‘tecnico’ sarà sicuramente preferito da realtà tecnologiche o con clienti business.

Innovazione tra linguaggio personalizzato, approccio “umano” e rapidità nella ricerca di informazioni
Laila non interagisce con l’utente attraverso scelte multiple o risposte preimpostate ma è padrona di un registro linguistico che si adatta di volta in volta all’azienda che la utilizza. Laila, quindi, riesce ad adattarsi ai contesti nei quali opera, grazie a un filo conduttore rappresentato dalla capacità di utilizzare il linguaggio naturale nel modo più spontane opossibile.

Laila, ora nell’intelligenza artificiale batte un cuore umano

Ne sono un esempio l’uso di una comunicazione aumentata rappresentata dai immagini e gif utili per stabilire una connessione emotiva con l’utente e il suo “human takeover”, ovvero la capacità del sistema di trasferire la chat a un operatore umano in casi di particolare complessità, senza che l’utente avverta la differenza. A questi elementi “umani” se ne accostano altri tecnici che consentono di massimizzare notevolmente le prestazioni di Laila in tempo reale.

Innovare la conversational User Experience attraverso l’empatia di Laila
Laila è in grado di sostenere una conversazione con l’utente che può esprimersi senza vincoli; il sistema comprende il linguaggio naturale come farebbe un operatore umano. Questa è la differenza di Laila rispetto agli altri chatbot, l’innovazione che interpreta e adotta il linguaggio naturale, portando una complessa lntelligenza Artificiale nel mondo della conversational User Experience.

I dati dell’ultimo mese, analizzati dal team di Mazer, hanno evidenziato le ottime prestazioni del prodotto. Il 50% degli utenti non è stato in grado di capire che Laila non è un essere umano ma un chatbot; il 19% degli utenti che dialogano con Laila la ringraziano per le informazioni ricevute e una parte degli utenti, ha addirittura chiaramente flirtato con l’IA.

Laila, a oggi, è in produzione su 3 differenti piattaforme e-commerce e su una di esse opera in totale autonomia h 24, 7 giorni su 7 sostituendo completamente l’operatore umano nell’assistenza online via chat. Si tratta di una vera e propria rivoluzione in uno dei segmenti del customer care spesso più difficile da gestire e con performance non sempre all’altezza del brand o azienda rappresentato.

Laila, infatti, riesce a fornire delle risposte puntuali alle domande degli utenti riguardo gli argomenti più diversi quali, ad esempio, lo stato degli ordini, la ricerca di un prodotto in catalogo o le informazioni relative ai tempi di consegna della merce, le richieste di reso, i recessi e le modalità di pagamento.

Secondo le ultime analisi sono ad oggi 400 gli “intenti” sui quali Laila è in grado di restituire informazioni agli utenti che la contattano. Su una scala da 1 a 5, il feedback medio degli utenti sulle prestazione dell’assistenza è ad oggi pari a 4, un punteggio che forse nemmeno l’operatore umano sarebbe in grado di conseguire.