Le API bersaglio preferito del cybercrime, lo dice Akamai

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Per SOTI Security Report di Akamai dedicato ai servizi finanziari, oramai oltre la metà degli attacchi di Credential Abuse hanno come obiettivo finale le API. I risultati della ricerca evidenziano come da maggio 2019 fino alla fine dell’anno ci sia stato un netto cambiamento nelle attività criminali che hanno preso sempre più di mira le API, con l’obiettivo di bypassare i controlli di sicurezza. Secondo i dati di Akamai, il 75% degli attacchi di credential abuse contro il settore dei servizi finanziari sono diretti alle API.

Steve Ragan, Akamai Security Researcher e principale autore dello State of the Internet Security report
I criminali stanno diventando sempre più creativi, ma sono soprattutto molto focalizzati nel trovare sempre nuove modalità per ottenere gli accessi e mettere in atto i loro crimini. I criminali quando attaccano il settore dei servizi finanziari fanno molta attenzione alle difese messe in atto da queste organizzazioni e adeguano di conseguenza i loro modelli di attacco.

Secondo i dati evidenziati nel report, da dicembre 2017 fino a novembre 2019, Akamai ha osservato 85.422.079.109 attacchi di credential abuse, che significa una media di oltre 3miliardi e 500mila attacchi ogni mese. Circa il 20% di questi attacchi, 16.557.875.875, sono stati fatti contro domini che sono stati chiaramente identificati come endpoint di API. Di questi, 473.518.955 hanno avuto come obiettivo aziende del settore dei servizi finanziari.

Indicativo per capire la dinamica fluida di questo attacco, il fatto che nel report venga sottolineato che i criminali continuano a cercare di recuperare i dati con una serie di metodi, con lo scopo di ottenere una maggiore penetrazione nel server e avere successo nei loro tentativi di frode.

Gli attacchi di tipo SQL Injection (SQLi) hanno rappresentato oltre il 72% di tutti gli attacchi, se si considerano tutti i settori colpiti durante il periodo di 24 mesi osservato dal rapporto. Questa percentuale si dimezza al 36% se si considerano solo gli attacchi ai servizi finanziari. Il primo tipo di attacco contro il settore dei servizi finanziari è stato Local File Inclusion (LFI), che ha coinvolto il 47% del traffico monitorato.

Gli attacchi LFI sfruttano diversi script in esecuzione sui server e, di conseguenza, possono essere utilizzati per forzare la divulgazione di informazioni sensibili. Gli attacchi LFI possono essere sfruttati anche per l’esecuzione di comandi lato client (ad esempio un file JavaScript vulnerabile), che potrebbero portare ad attacchi di Cross-Site Scripting (XSS) e Denial of Service (DoS). XSS è stato il terzo tipo di attacco più comune contro i servizi finanziari, con 50,7 milioni di attacchi registrati, pari al 7,7% del traffico di attacchi osservato.

Steve Ragan, Akamai Security Researcher e principale autore dello State of the Internet Security report
I team addetti alla sicurezza devono considerare costantemente tutti gli aspetti coinvolti (policy, procedure, workflow ed esigenze aziendali) nella lotta contro gli autori degli attacchi, che spesso mostrano un buon livello di organizzazione e disponibilità finanziaria. I nostri dati mostrano che le aziende nel settore dei servizi finanziari stanno migliorando continuamente i propri sistemi di difesa adottando strategie di sicurezza flessibili, che obbligano i criminali a cambiare le loro tattiche.

Il report mostra anche che i criminali continuano ad utilizzare gli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) come componente fondamentale del loro arsenale d’attacco, in particolar modo quando si tratta di colpire organizzazioni di servizi finanziari. I dati monitorati da Akamai da novembre 2017 a ottobre 2019 mostrano che il settore dei servizi finanziari è al terzo posto per volume di attacchi, con il gaming e la tecnologia come settori più colpiti. Tuttavia, oltre il 40% dei target unici di attacchi DDoS sono stati servizi finanziari, il che fa di questo settore il primo bersaglio se si considera il numero di vittime colpite.