Salesforce affianca i propri clienti nel difficile mondo della relazione cliente, e li guida verso il futuro, forte di un know-how e un expertise unici.
L’azienda non ha certo bisogno di introduzioni e, per molti, è quasi sinonimo di CRM (non a caso, è proprio con questo acronimo che è quotata presso la Borsa di New York), tuttavia non ha mai smesso di avere un DNA preciso e unico nel panorama dell’information technology. Fin dalla sua nascita, nel lontano 1999, Salesforce ha voluto creare una struttura che fosse semplice da usare, in cui non fosse affatto indispensabile possedere grandi capacità di programmazione, quasi una rivoluzione per un mondo che, fin troppo spesso, quasi si specchia nella propria incredibile complessità.
Questo approccio ha contribuito non poco al continuo ed entusiasmante successo, che vede crescere fatturato e clienti ad un ritmo robusto ma – cosa molto importante – altrettanto sostenibile: non si contano, infatti, gli esempi di aziende che hanno troppo in fretta spiccato il volo, salvo finire miseramente come moderni “Icaro informatici”; certamente, passare dagli 8,4 miliardi di dollari di fatturato del 2017, ai 10,5 con cui si chiuderà il 2018, rimane un aumento così corposo da fare invidia.
A guidare l’evoluzione di Salesforce è sempre stato il focus verso le reali esigenze dei propri clienti, ma anche il saper soddisfare e (non di rado) anticipare le necessità, con un senso pratico davvero non comune, frutto della spiccata attitudine etica della società americana. Tutto questo si è tradotto in atti pratici e non, come sovente capita di vedere, in pure dichiarazioni di facciata: ogni dipendente, ad esempio, può dedicare 8 giorni all’anno ad attività sociali o di volontariato durante il proprio orario di lavoro e, laddove decidesse anche di devolvere una cifra in beneficienza, Salesforce ne verserebbe una identica, dimostrando anche simbolicamente di essere al fianco delle proprie risorse anche nell’impegno a favore dei meno fortunati.
È con queste premesse che Federico Della Casa, Country Leader Italia Salesforce, ha dichiarato che l’azienda è stata indicata da Fortune come la miglior compagnia al mondo per cui lavorare. E nelle sue parole, nel suo entusiasmo, si percepiscono tanto la giusta soddisfazione, quanto l’orgoglio per fare parte della grande famiglia Salesforce (oltre 30.000 risorse a livello mondiale).
Il fattore umano è pur sempre centrale, per le fortune (o miserie) di una azienda, ed è facile immaginare che una forza lavoro messa nelle condizioni ideali, ottenga risultati migliori di altre, ed è anche per questo che Salesforce si trova in ottima posizione per assistere i propri clienti e partner, in un momento di grande transizione nelle relazioni cliente/azienda. Se, infatti, fino a poco tempo fa chiunque avrebbe probabilmente usato un telefono per contattare una qualsiasi azienda, oggi la comunicazione è drasticamente cambiata: come ha (brillantemente) sottolineato Federico Della Casa, la generazione millennials (e non solo) ormai ben di rado usa uno smartphone per la fonia, per non dire mai. Come raggiungere, quindi, questi utenti, e soprattutto come farsi trovare pronti ad accogliere le loro richieste?
A fugare dubbi, con i propri strumenti evoluti di gestione dei social, viene sicuramente incontro Salesforce, che del CRM è incredibilmente tanto “genitore” quanto “erede”.
Della Casa ha, ad esempio, ricordato come solo nell’ultimo anno sia enormemente cresciuto il numero di clienti proveniente dal settore fashion, uno dei più sensibili ai cambiamenti; basti pensare al peso specifico enorme degli influencer, che fino a pochissimi anni fa neppure esistevano. Qualsiasi evoluzione e miglioramento si possa immaginare, è ovvio che in ultima istanza sia sempre il cliente a determinare le fortune di una azienda, ed è quindi grazie soprattutto a Salesforce, se un grandissimo numero di realtà sarà in grado di gestire con successo rapporti e fidelizzazioni con la propria customer base.