Imposizione del router, ancora poca libertà di scelta in Italia

Imposizione del router, ancora poca libertà di scelta in Italia

In Italia e in molti Paesi europei gli utenti sono ancora obbligati ad utilizzare il router imposto dall’operatore, mentre in Germania ci sono novità già dal 2016.

Già nel 2015 l’Unione Europea si era espressa in merito al fatto che l’utente abbia il diritto di decidere autonomamente quale router impiegare. Milioni di consumatori, però, sono ancora obbligati ad utilizzare il router imposto dall’operatore. I clienti, che per poter utilizzare il dispositivo di propria scelta necessitano solo dei dati di accesso al servizio sotto forma di nome utente e password, spesso non ricevono tali informazioni neanche su richiesta.

In Germania è in vigore dal primo agosto del 2016 una legge sui terminali per le telecomunicazioni che consente di scegliere liberamente quale apparecchio utilizzare con la propria linea internet. La normativa indica chiaramente che la rete pubblica per le telecomunicazioni termina al punto di raccordo passivo alla rete, quindi alla presa nella parete. A fronte della trasparenza di tale definizione, gli operatori non possono più affermare che il router sia parte integrante della propria rete.

La cessazione dell’imposizione del router è stata accolta positivamente da numerose associazioni dei consumatori e dall’alleanza tra produttori di terminali per le telecomunicazioni (VTKE).

I vantaggi della libera scelta del terminale sono significativi:

  • Gli utenti possono incrementare le prestazioni e avvalersi di una maggior versatilità nella propria rete domestica, impiegando un router premium in luogo del dispositivo fornito dall’operatore.
  • Se per legge il router non è più parte integrante della rete pubblica, tutti i dati permangono nella rete privata, consentendo una maggior tutela della privacy dell’utente.
  • In caso di vulnerabilità, l’utente non deve più attendere che si attivi il provider. Il consumatore può risolvere il problema effettuando personalmente l’aggiornamento del firmware del router o richiedendo, qualora necessario, la sostituzione del dispositivo.
  • Cambiare operatore risulta più semplice, dato che il “vecchio” router può essere impiegato senza soluzione di continuità: decade infatti la necessità di procurarsi un nuovo dispositivo da riconfigurare ex-novo.

Nonostante i buoni risultati del modello tedesco, in Italia e in altri Paesi europei l’imposizione del router continua ad essere la prassi. L’unico modo in cui gli utenti possono impiegare il router che desiderano è collegandolo al terminale fornito dall’operatore. Una modalità d’uso che però pesa sulle tasche dei clienti e va a discapito dell’ambiente: alla fine il consumatore paga due volte sia per l’acquisto dei dispositivi, sia per la corrente.

Simon Kissel, fondatore e CEO di Viprinet, azienda produttrice di router e membro della VTKE
L’imposizione del router comporta svantaggi per i consumatori, tra cui lacune in termini di sicurezza IT e tutela della privacy a causa della carente dotazione funzionale dei router imposti. Da un anno i consumatori tedeschi decidono autonomamente se il router standard fornito dal provider li soddisfa o se acquistare un terminale disponibile in commercio, che risponda meglio alle loro esigenze. Il caos temuto dai provider – come da nostre aspettative – non si è verificato.

Christian Auerswald, Amministratore delegato della Auerswald GmbH, membro della VTKE
Una concorrenza aperta per assicurarsi il favore del consumatore porta obbligatoriamente anche alla produzione di dispositivi più performanti e innovativi. Di questo beneficia naturalmente la clientela – ma anche le aziende particolarmente innovative e ambiziose.