Competence, ecco come l’Italia ha reagito a WannaCry sul web

Competence, ecco come l'Italia ha reagito a WannaCry sul web

Competence svela i risultati di un’indagine che ha monitorato le conversazioni web relative a WannaCry, ransomware che ha colpito in tutto il mondo nel maggio 2017.

La nuova ricerca targata Competence ha analizzato più di 25.000 articoli, post e commenti pubblicati in rete per verificare la percezione degli italiani sui temi legati alla sicurezza e al recente attacco ransomware. Scopo dell’indagine era quello di capire chi sono gli influencer, e quali tematiche associate all’argomento #wannacry hanno riscosso maggior interesse online.

Ecco i principali risultati dell’indagine Competence:

  • Twitter è protagonista: ben 19.700 i Tweet dedicati all’argomento #wannacry solo in Italia nel periodo considerato. Twitter è risultato essere il principale canale di discussione e confronto riguardo all’attacco hacker del 12 maggio 2017.
  • YouTube è al top per l'”engagement”: oltre 100.000 le visualizzazioni e quasi 1.000 i commenti per il video dedicato a #wannacry sul canale YouTube Breaking Italy; il video si è quindi rivelato essere il contributo italiano con il maggior livello di engagement sul recente attacco ransomware.
  • Notevole l’interesse in Italia: l’Italia è il 15 Paese al mondo per interesse rivolto a #wannacry (sulla base del maggior numero di mention); ai primi posti della classifica troviamo Stati Uniti, Giappone e Spagna, Paesi che sono stati colpiti in maniera molto significativa dall’attacco ransomware.
  • Un “sentiment” negativo e scarso focus sulla sicurezza: nonostante l’interesse online per #wannacry in Italia, questo non sembra aver suscitato il focus che ci si aspetterebbe in ambito protezione. Infatti, durante il picco di WannaCry la domanda di cybersecurity in Italia è risultata del 20% inferiore rispetto alla media mondiale registrata da Google Trends (dati basati sulle ricerche online legate alla parola “cybersecurity”). L’Italia risulta anche avere una percentuale maggiore di mention negative (39%) rispetto alla media worldwide (37%) riguardo all’attacco. Inoltre, il 70% dei soggetti che ha parlato in rete di WannaCry in Italia risulterebbe essere un esperto informatico, dato che potrebbe suggerire una consapevolezza limitata in ambito cyber-risk da parte di altre figure professionali. 

La ricerca targata Competence ha analizzato le conversazioni online relative a WannaCry nel periodo tra il 9 e il 22 maggio 2017 attraverso la piattaforma di social listening talkwalker.

Federico Venturini, Web Marketing specialist, Competence
In termini di numero di conversazioni è vero che Twitter si è rivelato il canale preferito ma la nostra indagine rivela anche che quando c’è la percezione di rischio le persone si affidano ancora ai media tradizionali che hanno un livello di trust molto elevato.

Lorenzo Brufani, Amministratore Delegato, Competence
Le conseguenze legate ad un attacco informatico non riguardano solo gli aspetti strettamente correlati al furto dei dati e alla richiesta di riscatto dei ransomware. Anche la reputazione delle aziende è messa a rischio da questo tipo di eventi, ed è fondamentale gestire tempestivamente la situazione. Dall’analisi di web intelligence che abbiamo svolto risulta preoccupante il livello di “incoscienza” delle persone che navigano in rete. La nostra ricerca rivela infatti che la richiesta di cybersecurity in Italia è inferiore di circa il 20% rispetto alla media mondiale registrata da Google Trends.
Riteniamo sia molto importante parlare di cybersecurity e aumentare il livello di consapevolezza a riguardo. I dati che abbiamo raccolto sembrerebbero rilevare che il 70% di chi in rete ha parlato di WannaCry sia un esperto informatico. Mancano all’appello numerosi professionisti, dagli operatori sanitari agli avvocati o ingegneri verso cui noi comunicatori abbiamo una responsabilità importante: far sì che anche queste figure abbiano informazione e consapevolezza sul tema della cybersecurity.