Nel corso degli anni, dopo una prima diffusione negli ambienti più complessi ed estesi, gli apparati per lo storage di rete, o NAS, stanno riscontrando un buon successo di vendite a tutti i livelli. L’idea di poter archiviare, in modo sicuro e centralizzato, i file e tutti gli asset aziendali presenti in rete, ne permette una facile replicazione e condivisione. Ciò semplifica le attività di organizzazione e manutenzione da parte dei manager IT e consente di ottimizzare il flusso di dati attraverso la LAN aziendale.
Non solo, è ormai un dato di fatto comprovato da numerosi studi, il trend che riguarda la costante crescita dei dati generati e il netto incremento della dimensione media dei documenti, soprattutto se si manipolano database complessi e materiale audio/video di alta qualità.
La crescita costante dei dati trattati quotidianamente in azienda rappresenta la sfida dei dispositivi di storage attuali. I device più moderni devono infatti rispondere a esigenze sempre più complesse, pur garantendo un’elevata ergonomia d’uso e una buona scalabilità nel tempo. Di fatto, le esigenze odierne per l’archiviazione di grosse moli di dati hanno reso necessario lo sviluppo di un’intera categoria di unità di rete.
I NAS, o Network Attached Storage, sfruttano una base hardware ritagliata sulle differenti esigenze dei gruppi di lavoro, integrando CPU, RAM e un sistema operativo indipendente dalle altre postazioni di rete. Ciascuna macchina è perciò autonoma, capace di integrarsi con l’infrastruttura esistente e gestibile localmente o in via remota, in base alle esigenze.
Il mercato accoglie oggi numerose tipologie di device, dai sistemi desktop compatti o standard, a quelli rackmount, più indicati per realtà complesse, dove è richiesta una grande scalabilità nel tempo e maggiori capacità.
Di fatto, le piattaforme sono sviluppate per soddisfare target specifici di utenti, per garantire performance elevate anche nel caso di accesso simultaneo tramite sessioni concorrenti.
La maggior parte dei NAS per l’utenza Soho e per i piccoli uffici si distingue per il formato compatto e per l’adozione di architettura hardware ARM o Intel Atom multi-core. In questo caso, la base di partenza include un minimo di 512 MByte di RAM, per passare con facilità a 1 o 2 GByte, tipicamente attraverso moduli SoDimm LPDDR3 o DDR3L. Questo genere di macchine si adatta bene ai contesti meno esigenti, con un numero di utenti inferiore alle 20 – 30 unità.
Laddove sia necessario gestire numerose funzionalità e accessi simultanei, molti produttori dispongono di NAS con architettura Intel Core i3 / i5, per passare poi ai modelli Xeon con memoria ECC. Questi sistemi si adattano agevolmente alle infrastrutture con 100 utenti e più e possono costituire un valido punto di appoggio per l’esecuzione di numerose attività di routine e in background.
La gestione dei dischi costituisce un aspetto fondamentale, la presenza di un controller con accelerazione hardware e la possibilità di installare più hard drive costituiscono alcuni dei motivi di scelta dei NAS moderni.
In generale, le versioni desktop per i piccoli uffici adottano solitamente chassis capaci di accogliere 2 o 4 unità da 3,5″ o, in alcuni modelli, da 2,5″. In generale è possibile gestire array RAID 1, per la sincronia continua e la protezione dei dati, o passare al più versatile RAID 5 o 5+1 per i modelli a quattro unità.
Il segmento intermedio di mercato include dispositivi da 5 a 8 drive bay, che oggi si traduce nella possibilità di installare sino a 48 TByte di capacità lineare non formattata. Si tratta di un quantitativo decisamente elevato e indicato anche per chi fa largo uso di documenti e file ingombranti.
A vantaggio di alcuni modelli presenti a listino di specifici produttori, c’è la possibilità di aggregare in catena una o più unità di espansione, su bus USB o proprietario. In questo modo è possibile ampliare facilmente la capacità disponibile in rete senza dover intervenire sull’array primario.
I NAS più evoluti e le varianti Rack si distinguono per la ridondanza delle periferiche, a partire dagli adattatore LAN Gigabit, che arrivano a essere 2 o 4 per i dispositivi più accessoriati. Le unità professionali vantano di serie, o come opzione, alimentatori ridondati ad alta efficienza, indispensabili per garantire il minor downtime possibile.