Eredità digitale, un problema economico oltre che affettivo

Eredità digitale

L’eredità della traccia digitale di un cittadino è un argomento ancora poco normato, ma che tuttavia presenta risvolti notevoli anche dal punto di vista economico, oltre che affettivo. Secondo un sondaggio a cura di McAfee (luglio 2014) a livello globale in media è pari a 35.000 $ il valore dei beni virtuali memorizzati sui nostri dispositivi digitali. In cima alla classifica ci sono i ricordi personali, foto e video con un valore di 17.065 $. Seguono le informazioni personali (sanitarie, finanziarie, ecc.) con un valore di 6.400 $, le informazioni di natura professionale con un valore di 4.381 $, le informazioni relative ai progetti e hobby con un valore di 3.318 $, le comunicazioni personali con 2.147 $ e infine file ludici/di intrattenimento con un valore di 1.721 $.

Il Notariato italiano si è interessato al problema dell’eredità digitale dal 2007 con la pubblicazione di uno studio per definire un quadro operativo sul tema. Nell’era degli investimenti online e dei profili social è diventato sempre più pressante offrire ai cittadini strumenti per una corretta gestione dei propri dati personali in rete e delineare possibili soluzioni sul tema dell’eredità dei beni e contenuti virtuali.

Un tavolo di lavoro organizzato dal Notariato italiano a cui hanno già aderito Google, Microsoft, l’Università commerciale Luigi Bocconi e lo Studio legale Portolano Cavallo dovrà trovare le soluzioni su due principali argomenti:

  • L’identità digitale. In rete, l’identità è un concetto flessibile, talvolta però risulta desiderabile (per ragioni, in senso ampio, di accountability) che determinate operazioni siano legate ad un’identità fisica accertata con sicurezza. Tra le diverse iniziative è allo studio una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini sull’uso corretto e consapevole dei propri account e delle informazioni ivi custodite.
  • L’eredità digitale. Nell’era digitale diventa necessario definire la sorte dei propri beni virtuali considerato che spesso i servizi di gestione dei dati online non sono basati in Italia e seguono quindi la legislazione straniera. Far valere presso un operatore USA le regole di una successione italiana non è esercizio agevole. Il tavolo quindi si propone di sviluppare un protocollo che agevoli gli eredi di un utente scomparso nei rapporti con l’operatore, al fine di facilitare l’accesso alle risorse online del defunto. I notai, con la loro capillare presenza sul territorio, sono pronti a fungere da trait-d’union tra il cittadino e gli operatori, facendo pervenire a questi ultimi le informazioni necessarie secondo una procedura telematica concordata, in modo da ridurre per quanto possibile costi e tempi d’attesa. La soluzione italiana potrebbe altresì rappresentare un caso pilota a livello europeo.