Aruba Cloud Server semplifica la migrazione al cloud

Aruba Cloud Server può rappresentare una valida scelta per il passaggio tra cloud provider o la migrazione da on premise.

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L’approccio “cloud first” sta progressivamente contaminando tutte le realtà professionali, le soluzioni Aruba Cloud possono agevolare la migrazione.

IDC prevede che i servizi di cloud pubblico raggiungeranno i 219,3 miliardi di dollari entro il 2027. Le aziende adottano sempre più spesso gli ambienti cloud per la loro agilità, scalabilità ed economicità. Non solo, la continua crescita della domanda di soluzioni per l’analisi dei dati, la sicurezza informatica e l’intelligenza artificiale favorisce l’adozione del cloud quale strumento per abilitare la trasformazione delle aziende.
Le imprese stanno investendo molto in software basati su cloud, strumenti di analisi dei dati e piattaforme di IA per ottimizzare le operazioni, migliorare le esperienze dei clienti e ottenere informazioni preziose. Questa crescita su due fronti dipinge il quadro di un mercato dinamico e focalizzato sul digitale. Investendo strategicamente in soluzioni software e cloud pubblico, le aziende stanno affrontando le incertezze economiche odierne e si stanno preparando per competere nell’immediato futuro.

La migrazione

Solitamente, quando un’impresa intraprende il percorso di migrazione per un singolo tassello della propria infrastruttura, seguono poi ulteriori passaggi di sistemi IT che vengono spostati in cloud. È frequente partire, in primis, scegliendo di irrobustire i processi di backup e disaster recovery attraverso il cloud. La nuvola permette infatti di beneficiare di repository sicuri e facilmente accessibili, il tutto con costi di avvio relativamente contenuti (e inferiori all’acquisto dell’hardware e del software per lavorare on premise).

Questo processo implica il coinvolgimento strategico del fornitore di servizi/provider nei piani di sviluppo dell’impresa cliente. Delegando a fornitori esterni la gestione di attività non core e scegliendo di passare dalle formule CAPEX ai modelli OPEX, l’impresa può liberare risorse finanziarie, umane e tecniche e concentrarle in attività più attinenti al business specifico. Tale vantaggio riguarda anche le realtà più piccole, che possono avere accesso a nuove tecnologie e nuove competenze, a tutto vantaggio dell’innovazione dei processi e delle attività core.

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Come primo passo è importante effettuare una valutazione delle applicazioni e del panorama infrastrutturale (deep assessment). Tale analisi è necessaria per la piena comprensione delle funzionalità dei sistemi in uso, della connettività e di altri prerequisiti e, in definitiva, per consentire una migrazione fluida e assicurare la continuità aziendale.
È essenziale catalogare e documentare lo stato iniziale dell’architettura e delle politiche di gestione. Occorre poi esaminare le applicazioni in uso e verificarne l’idoneità al nuovo potenziale ambiente, così come è importante determinare i benchmark e gli standard relativi alle prestazioni di ogni app. L’azienda dovrà poi identificare i potenziali rischi, le dipendenze e i vincoli per ogni carico di lavoro.

Valutare, pianificare, migrare

In generale, la migrazione al cloud è un processo in più fasi che include valutazione, pianificazione, migrazione e ottimizzazione/modernizzazione. Per ogni applicativo è spesso possibile individuare più di una strategia di migrazione. A seconda della strategia selezionata, le aziende possono scegliere di effettuare un “rehosting”, apportando il minor numero possibile di modifiche durante la migrazione, eseguendo il nuovo deployment delle applicazioni nel cloud senza apportare modifiche sostanziali alla configurazione.
Diversamente, con una strategia di “replatforming” si intende trasferire le applicazioni, i carichi di lavoro e le macchine virtuali esistenti per poi ottimizzarli per il nuovo ambiente cloud.
È poi possibile ipotizzare la riprogettazione delle applicazioni per farle diventare cloud-native, seguendo un percorso di “refactoring”.
Per le imprese che intendono riprogettare da zero, è possibile effettuare una migrazione al cloud passando direttamente da una app on-premise a una SaaS equivalente.

Migrazione da on premise al cloud, perché?

Il termine migrazione è oggi particolarmente attuale e può esprimersi in più varianti: le attività che prevedono lo spostamento dell’infrastruttura da un provider a un altro, il passaggio da un ambiente fisico a un ambiente virtuale o le operazioni da mettere in atto per traghettare la propria infrastruttura dalla dimensione in-house alla dimensione in outsourcing.

Parliamo infatti di un percorso da studiare a tavolino e a livello pratico; è fondamentale inquadrare con attenzione oggetti e piattaforme da migrare, al fine di progettare, senza sprechi, un’infrastruttura ottimale per le specifiche esigenze dell’impresa. Solo un ambiente realizzato su misura può infatti rispondere alle necessità di uno specifico ambiente di lavoro, accelerando veramente il business.

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Aruba Cloud Server può rappresentare una valida scelta per il passaggio tra cloud provider o la migrazione da on premise

Una volta progettata e costruita l’infrastruttura è il momento del passaggio alla migrazione vera e propria. Fatte salve le dinamiche legate al provider e al supporto hardware e software prescelto, convertire servizi o applicazioni da on premise a cloud prevede una serie di step graduali. Ed è lavorando per singoli step che è possibile garantire la sicurezza e la continuità dei servizi; non dobbiamo dimenticare che le attività di migrazione comprendono passaggi critici e molto delicati, dato che includono lo spostamento di parti di infrastruttura e di processi strategici vitali per le imprese.
Anche per questo motivo la scelta del provider cloud è strategica e influenza senza ombra di dubbio il futuro delle attività che saranno intraprese dal cliente.
Un fornitore di esperienza e con un portfolio variegato di progetti già realizzati, con costi chiari, competenze qualificate e un servizio di assistenza avanzato, porterà vantaggi e benefici sia nel momento della progettazione e set up, che a migrazione avvenuta.

Se la migrazione porta con sé importanti modifiche nelle realtà aziendali, lo spostamento in cloud offre in particolare agilità, riduzione dei carichi di lavoro all’interno dell’impresa, riduzione dei costi e un ripensamento delle pratiche di gestione e manutenzione.

Ma quali sono i vantaggi tangibili? Sono molti: miglioramento dell’uptime, provisioning più veloce, backup più semplici, isolamento delle risorse, sviluppo e testing rapidi, gestione semplificata, nessun vendor lock-in e un approccio ambientale più sostenibile.

Migrazione tra cloud provider

Molte realtà hanno da tempo abbracciato la filosofia cloud e rappresentano oggi modelli di efficienza e dinamismo. Per queste aziende, e non solo, la necessità di dover cambiare il proprio cloud provider può rappresentare una eventualità non proprio remota.
In questo senso, è importante sottolineare come la sempre più rapida adozione di ambienti multi-cloud abbia accelerato e amplificato i processi di migrazione. Per i clienti che scelgono il cloud, risulta di fatto logico e ponderato disporre di più piattaforme su misura, dislocate presso svariati service provider.

Una migrazione tra provider, supponendo l’esistenza di un’architettura di rete e servizi già funzionante, può risultare molto delicata. Se si prevede il passaggio da uno specifico provider ad un altro è opportuno chiarire, con una scrupolosa analisi, le differenze architetturali e operative tra le due realtà.
Se l’inserimento dei dati e delle singole applicazioni costituisce un’attività relativamente semplice, il trasferimento delle applicazioni verso una nuova piattaforma cloud può risultare più complesso e costoso. Questo può verificarsi per via delle differenze legate agli ambienti in uso tra i due provider, un aspetto che può richiedere un periodo di assestamento prima di raggiungere la piena operatività.

Per ridurre al minimo le possibili criticità di una procedura articolata come la migrazione, le imprese devono puntare su partner solidi, capaci di offrire un ampio e strutturato supporto consulenziale oltre che tecnologico.
Un team dedicato è solitamente composto da referenti che vantano competenze e skill differenti e sono in grado di occuparsi dell’attuazione di tutta la procedura: dalla progettazione all’esecuzione, assicurandosi che l’infrastruttura sia disponibile in produzione nei tempi e secondo le esigenze del cliente.

Aruba Cloud Server

Grazie alle soluzioni Aruba Cloud Server, le aziende possono costruire infrastrutture IT con qualunque grado di complessità. Si tratta di una soluzione vantaggiosa per soddisfare le esigenze di migrazione delle aziende, spesso alla ricerca di valide architetture per spostare il proprio data center dall’on-premise, o per avviare una migrazione da altri provider.

La soluzione è completa e a portata di PMI: consente la realizzazione di infrastrutture virtuali su misura, facilmente personalizzabili per ogni potenziale scenario operativo. La disponibilità di traffico illimitato, la competitività delle tariffe e la scalabilità del servizio consentono una gestione ottimizzata, secondo le necessità delle imprese.

Le imprese possono inoltre costruire piattaforme di Web hosting, così come ambienti di test e produzione, ma anche App e strumenti ad hoc che possano soddisfare le specifiche modalità di lavoro di ciascuna realtà di business (come per esempio architetture VDI, piattaforme ERP o remote applications).

A tutela delle attività in essere e dei dati archiviati, Aruba propone un servizio di alta qualità, basato su hardware di ultima generazione e ospitato presso i data center italiani certificati Standard Rating 4.

L’azienda promuove attivamente soluzioni per un cloud conforme ai più alti standard, a tutela della privacy. Aruba è tra i provider europei di infrastrutture cloud ad aver dichiarato l’adesione al Codice di Condotta CISPE per la protezione dei dati. È membro fondatore del progetto European Data Infrastructure GAIA-X.
La società adotta un Sistema di Gestione della Sicurezza delle Informazioni (SGSI): il controllo in termini di confidenzialità, integrità e autenticità, consente di minimizzare possibili perdite dati e la manomissione di informazioni a causa di minacce esterne.

In epoca di GDPR, NIS2 e DORA, imprenditori e società sono tenute a adottare i servizi cloud ponendo particolare attenzione a “dove” sono archiviati i dati e a adottare misure adeguate a rispettare la legislazione in vigore in quella data regione.
In questo senso si parla di “sovranità dei dati”, un termine con il quale ci si riferisce agli aspetti di gestione, protezione, accesso e disponibilità dei dati. Si tratta di un argomento articolato, che interessa numerosi elementi tecnico-normativi e il modo in cui sono trattate le informazioni che circolano sul Web.

Scegliere Aruba per la propria infrastruttura cloud significa poter beneficiare di infrastrutture che permettono di mantenere il pieno controllo dei dati immagazzinati: i processi strutturati garantiscono un accesso sicuro e univoco al titolare dei dati.

Aruba Cloud Server può dunque rappresentare una valida scelta per il passaggio tra cloud provider o la migrazione da on premise, una soluzione con costi contenuti, prevedibili e pienamente rispondente alle normative odierne.