Da più di vent’anni è la banca dei dati di 1.600 aziende. A queste garantisce disponibilità e integrità delle informazioni affidatele attraverso la selezione e la combinazione di tecnologie digitali che consentono di disegnare flussi di lavoro sostenibili e processi che creano connessioni alle informazioni stesse. Parliamo di Archiva, realtà imprenditoriale italiana nata negli anni ’70 come Sip Microfilm, azienda specializzata, come si intuisce dal nome, nell’archiviazione su microfilm.
Nel 1998, Giuliano Marone assume la guida della società mutando il nome appunto in Archiva. Tuttavia, più che di un semplice cambio di denominazione si è trattato di una svolta storica nel destino del gruppo. Così, oggi Archiva, che ha sede a Villafranca di Verona, è un gruppo di nove realtà distribuite in quattro Paesi europei che completano una proposta di valore con servizi e professionalità specializzate negli ambiti della gestione documentale, dell’iperautomazione, della consulenza sulle tematiche normative, digitali e di revisione metodologica dei processi aziendali. E alla guida c’è ancora Giuliano Marone, oggi presidente e CEO.
“La nostra missione è sempre stata la gestione dei documenti – afferma Marone –. Abbiamo iniziato con i microfilm, poi sono arrivati i CD-ROM e quindi gli hard disk. Oggi c’è il cloud”.
Nel contempo, Archiva ha iniziato a lavorare in ambiti che si sono poi rivelati strategici, primo fra tutti la sicurezza dei dati. “Secondo Accredia, oggi siamo una delle aziende italiane con più certificazioni – aggiunge Marone –. Operiamo per consentire il miglioramento dei processi che generano i documenti, per effettuare la contabilizzazione delle fatture per conto del cliente, nell’idea di puntare anzitutto sulle persone”.
Una strategia che Archiva continuerà a perseguire anche in futuro e che, nell’intenzione dell’azienda, porterà a incrementare ulteriormente le politiche di welfare, la formazione continua sulla sicurezza delle informazioni e la centralità della consulenza. Questo potrà avvenire anche attraverso partnership e acquisizioni.
I tre pilastri della trasformazione digitale
Le aziende che danno vita ad Archiva Group rappresentano i tre pilastri della trasformazione digitale: dati, processi, persone. E sono state create per essere le più specializzate in ogni area di evoluzione possibile. Si tratta di Requiro, Honu e Maxwell Consulting.
Più in dettaglio, con oltre 150 collaboratori in 3 Paesi europei, Requiro effettua la gestione documentale in outsourcing, la conservazione a norma e la fatturazione internazionale. Il target è composto da CFO, Legal e HR Manager.
Frutto di una recente acquisizione, Honu si occupa invece di automazione e iperautomazione dei processi attraverso le tecnologie RPA (Robotic Process Automation), BPM e IDP (Intelligent Data Processing). Honu si distingue per l’approccio rapido e scalare all’implementazione tecnologica.
Dal canto suo, Maxwell Consulting è specializzata in consulenza è ha come come obiettivo l’eccellenza nei processi aziendali attraverso metodologie Lean thinking, 6Sigma e Hybrid Project Management. Maxwell Consulting è organizzata in 3 divisioni ed un lab di formazione, verticali sui bisogni dell’azienda G.R.C. Xcellence, Digitalization Xcellence Operational Xcellence e Competence Lab.
“Il nostro obiettivo – precisa Ivan Stanzial, Managing Director del gruppo – è lavorare unendo dati, processi e persone per semplificare la trasformazione dell’azienda cliente in un’organizzazione liquida, che, attraverso le tecnologie digitali e l’eccellenza di processo, riesca a sfruttare in modo positivo qualsiasi tipo di cambiamento”.
Nell’idea di Archiva, un’organizzazione liquida cerca risposte sempre più rapide a un mondo che si evolve con grande velocità e, di conseguenza, è in grado di sviluppare una capacità di adattamento che le permette di modificare strutture e ruoli in modo flessibile per esistere in uno stato di cambiamento permanente, incoraggiando fortemente la cooperazione tra i dipendenti.
Tre aziende e non tre business unit
“Requiro, Honu e Maxwell Consulting sono tre vere aziende e non tre business unit, questo le rende molto più rapide – sottolinea Stanzial –. Il nostro gruppo riesce a riunire ricerca e sfruttamento commerciale dell’innovazione: due aspetti difficilissimi da conciliare. Investiamo il 20% del fatturato in innovazione tecnologica, formazione, certificazioni e sicurezza”.
Archiva mira a differenziarsi dagli altri service provider dell’IT portando valore velocemente, producendo in un progetto qualcosa di utilizzabile in breve tempo (nell’ordine di poche settimane). “Non vogliamo essere un fornitore – precisa Stanzial – ma un partner che assicuri un “end-to-end” operativo, qualcuno che offra realmente un aiuto”.
“Abbiamo un’ampia e stabile rete di partner – conclude Stanzial – e collaboriamo con start-up che hanno una visione molto fresca e diversa rispetto all’azienda più strutturata. Con i partner facciamo innovazione e al nostro interno abbiamo modelli organizzativi che ci consentono di sostenere l’innovazione digitale e i cambiamenti”.