La trasformazione del data center: il ruolo in ottica di servizio e potenzialità di sviluppo del business, servizi per le PMI; compliance, privacy e security.
Il data center è sempre più il centro nevralgico dei servizi a disposizione dei cittadini e delle imprese, dal cloud, alle App, ai repository di backup e condivisione dati. È un settore in forte espansione.
Secondo una recente indagine DLA Piper, il valore degli investimenti nei data center a livello globale lo scorso anno è più che raddoppiato e il trend è lo stesso per il 2022. Il numero totale di transazioni di data center è aumentato del 64% nello stesso periodo, passando da 69 nel 2020 a 117 nel 2021, secondo “The meteoric rise of the data centre: Key drivers behind global demand” dello studio legale DLA Piper. Il report ha intervistato 100 alti dirigenti di aziende fornitrici di infrastrutture, di capitale e di debito e di sviluppatori di data center di tutto il mondo.
Si prevede che la straordinaria crescita continuerà anche quest’anno. Come dimostra il fatto che nell’anno in corso, fino al 7 giugno, sono avvenute 41 transazioni per un valore di 21,3 miliardi di dollari. Il 45% degli sviluppatori, il 56% dei fornitori di debito e il 67% degli investitori azionari prevede di investire in quattro o più progetti di data center nei prossimi 24 mesi. La domanda record di data center è guidata dalla crescita degli hyperscaler, come Facebook, Google e Microsoft, che hanno prosperato nel passaggio ai servizi cloud, a loro volta intensificati dalla pandemia.
Sebbene gli investimenti nei data center siano stati indirizzati principalmente negli Stati Uniti e in Europa, si prevede che la regione Asia-Pacifico sarà la principale fonte di crescita futura. Nonostante il 70% degli intervistati consideri gli asset dei data center statunitensi sopravvalutati, il Paese rappresenta quasi la metà della capacità hyperscale globale. Tuttavia, il 79% degli intervistati ha scelto la Cina come uno dei tre Paesi in cui si prevede una maggiore crescita degli investimenti nei prossimi 24 mesi. Seguita dall’India (56%) e dagli Stati Uniti (54%). Questo spostamento verso gli investimenti nell’area APAC è dovuto all’ascesa degli hyperscaler cinesi, tra cui Alibaba, Tencent e ByteDance.
L’evoluzione della tecnologia e dei data center
Una volta, i dati si trovavano soltanto nel data center aziendale, ora sono ovunque. Accanto ai data center, le imprese conservano informazioni nelle postazioni edge utilizzate da chi lavora da remoto, sui dispositivi mobili e nel cloud, spesso multipli e ibridi. Con l’avvento della pandemia, le organizzazioni sono dovute passare rapidamente al lavoro da casa e ciò ha comportato una maggiore proliferazione di dati e una crescita degli storage locali, in applicazioni o dispositivi che potrebbero non essere visibili ai team IT.
Gestire dati aziendali così distribuiti significa dover affrontare nuovi problemi di mobilità e sicurezza, superando la molteplicità di soluzioni legacy che non sono più in grado di soddisfare le esigenze di un’impresa moderna. Oggi le organizzazioni devono gestire, proteggere e ricavare valore di business dai propri dati per competere e avere successo sul mercato e sono chiamate a riconsiderare il modo in cui raccolgono, governano, gestiscono, archiviano e proteggono i dati.
Con la continua trasformazione digitale, gli aggiornamenti delle normative e della legislazione e l’integrazione di nuove tecnologie, non è sufficiente affidarsi alle tradizionali modalità di gestione dei dati, né alle tecnologie di gestione preesistenti.
Accettare la proliferazione dei dati significa adottare un nuovo approccio alla gestione degli stessi, una soluzione di nuova generazione che dia all’azienda il potere di scegliere come progettare una strategia di data management che soddisfi esigenze uniche e peculiari di ogni azienda. Allo stesso tempo, significa semplificare l’intero processo di gestione dei dati, iniziando con la protezione e il backup per aiutare a ripristinare i dati in caso di interruzione dell’attività o di attacchi ransomware.
Sicurezza e data management
Le aziende oggi hanno bisogno di gestire i propri dati ovunque si trovino in modo veloce, efficace e sicuro. Quando tutti i dati si trovavano nel data center aziendale, era possibile proteggerli con un rigido perimetro di sicurezza intorno al data center; ma poiché i dati ora sono ovunque, il modello di sicurezza deve cambiare e adottare principi Zero Trust.
Il modo migliore per evitare i silos è implementare una soluzione centralizzata di gestione dei dati che protegga e permetta di gestire i dati – nel cloud e on premises – utilizzando una singola interfaccia amministrativa. Oggi le società di gestione dei dati come Cohesity offrono anche un’ulteriore resilienza attraverso soluzioni di disaster recovery-as-a-service (DRaaS), che permettono di scegliere se gestire tutto da soli o lasciare che il provider DRaaS si concentri sulla gestione dell’infrastruttura.
Che si scelga di gestire la propria infrastruttura, di utilizzare le opzioni as-a-service o di adottare un approccio ibrido flessibile – opzione sempre più diffusa tra le organizzazioni – è bene assicurarsi che la propria soluzione di gestione dei dati risponda a tutte le esigenze aziendali, ovunque risiedano i dati.
Adottando un approccio alla piattaforma di data management di prossima generazione, è possibile semplificare la complessità e ridurre i costi legati alla gestione dei dati. Allo stesso tempo, questo approccio permette di seguire la strategia operativa migliore per il proprio business, aiutando l’organizzazione a evitare problemi di mobilità dei dati e permettendole di recuperarli più velocemente quando si verifica un problema.
Il business plasma i data center
Le tendenze che stanno in parte determinando la trasformazione delle strutture dei data center sono molteplici e sono anche in parte legate alle opportunità offerte dalla digitalizzazione con l’implementazione di nuove tecnologie come IoT, Cloud, Big Data, 5G e Intelligenza Artificiale. Chiaramente tutto questo comporta l’utilizzo di infrastrutture in grado di supportarle, unitamente a competenze e figure professionali altamente specializzate. Un ulteriore aspetto che sta influenzando la progettazione e l’implementazione di nuove infrastrutture critiche, è indubbiamente quello della sostenibilità ambientale.
Anche l’arrivo della pandemia – e dunque la crescente digitalizzazione – hanno contribuito a modificare in parte le strutture dei data center con la costruzione in corso di circa 2,9 gigawatt di nuovi data center – in aumento rispetto agli 1,6 gigawatt del 2020. Queste nuove infrastrutture critiche saranno le prime ad essere realizzate per soddisfare le esigenze di un mondo sempre più digitale. Nello specifico credo che si presterà maggiore attenzione all’edge network, con l’obiettivo di assicurarne una maggiore disponibilità delle reti e una latenza più bassa per supportare strutture solide, Smart City, risorse energetiche distribuite e reti 5G.
Alimentazione e condizionamento
Nonostante l’inarrestabile evoluzione delle tecnologie, l’UPS rimane uno strumento centrale per proteggere le apparecchiature IT critiche e controllare l’instabilità della rete. Ad oggi, gli UPS più compatti, con batterie al litio, sono tra le soluzioni più richieste dalle aziende.
Quest’ultime, anche note come Li-ion o LIB, richiedono meno manutenzione e hanno una durata fino a tre volte superiore rispetto alle batterie al piombo acido. Gli UPS con batterie agli ioni di litio offrono vantaggi in termini di costi ed efficienza, riducono la necessità di manutenzione in loco e offrono maggiore stabilità e risparmio per le implementazioni critiche Edge dei clienti.
L’implementazione di nuove tecnologie richiede ai data center la gestione di enormi quantità di energia e l’adozione di soluzioni che permettano di dissipare il colore generato all’interno dell’infrastruttura nel rispetto delle nuove norme di sostenibilità ambientale. Questo comporta l’adozione di soluzioni ad acqua refrigerata, che garantiscono costi contenuti, velocità di implementazione e un ridotto impatto ambientale con una riduzione delle emissioni sia dirette che indirette.
Per ridurre le prime è necessario ridurre l’utilizzo di refrigeranti HFC IdroFluoroCarburi, caratterizzati da un GWP (Global Warming Potential) maggiore di 1500, preferendo quelli caratterizzati da un GWP decisamente inferiore. Il periodo della pandemia ha fatto emergere la necessità da parte dei clienti di avere presenze fisiche in sito e supporto nella messa in opera e in servizio di nuove macchine nei tempi richiesti. Per questo motivo sono stati sviluppati servizi che accompagnano anche la fase iniziale di vita delle macchine, in cui il cliente viene seguito in ogni stadio del progetto fino alla prima accensione e ai test in sito quando previsti.
Questo consente di garantire la configurazione migliore sin dal primo momento e permette di definire una solida base di partenza per ottimizzare i parametri operativi nel corso della vita della macchina o del sistema.
Energia e politiche ESG
La sicurezza energetica è sempre più considerata come uno dei fattori più importanti per gli investimenti nei data center. La maggioranza di investitori azionari, sviluppatori e finanziatori di debito pagherebbero per investire in un sito con una fornitura di energia buona e conveniente. I prezzi globali del gas e dell’elettricità sono saliti alle stelle negli ultimi 12 mesi, incidendo notevolmente sui costi operativi dei data center. A livello regionale, i dirigenti senior dell’APAC sono più disposti a pagare un premio per la sicurezza energetica, con il 98%, rispetto all’82% dell’Europa e all’80% degli Stati Uniti.
L’ESG è un altro fattore significativo che influenza gli investimenti nei data center. Quasi tutti i dirigenti senior affermano che il controllo e la due diligence sulle questioni ESG sono aumentati negli ultimi 24 mesi. Tanto che il 75% dei fornitori di debito e degli investitori azionari e il 70% degli sviluppatori pagherebbero un premio per investire in un sito con credenziali ESG da ottime a eccellenti.
Tuttavia, il livello di impegno nei confronti dell’ESG varia da regione a regione. L’84% degli investitori europei e l’80% di quelli statunitensi sono disposti a pagare un premio per un sito con credenziali ESG da molto buone a eccellenti. Rispetto ad appena il 56% di quelli dell’APAC. L’accresciuta importanza dell’ESG in Europa e Nord America riflette i requisiti normativi e le iniziative del settore, come il Climate Neutral Data Centre Pact. L’accordo ha fissato l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica nel settore dei data center europei entro il 2030.