Secondo la ricerca Denodo, la trasformazione del business abilitata dal cloud è tra le priorità aziendali, anche alla luce di difficoltà di diversa natura. Denodo Global Cloud Survey 2022, condotta per il sesto anno consecutivo, ha coinvolto stakeholder di 150 aziende di Nord America, Emea e Apac. Obiettivo quello di comprendere a che punto siano le aziende nel percorso di adozione del cloud. Nella survey il cloud viene scelto sempre più di frequente e il 54% degli intervistati ha dichiarato di saper utilizzare tale tecnologia a un livello intermedio o avanzato. La trasformazione è dunque diventata una priorità, nonostante difficoltà di gestione della supply chain, delle minacce alla cybersecurity e dell’instabilità politica globale.
Meglio il cloud ibrido che quello pubblico
Da un lato, aziende di qualsiasi dimensione e settore si stanno spostando sul cloud per garantire flessibilità e resilienza in vista di queste sfide. Dall’altro, le Pmi stanno investendo sempre di più sui servizi per le infrastrutture cloud per facilitare migrazione dei carichi di lavoro, servizi di archiviazione dati, sviluppo di applicazioni cloud-native. Data Warehouse, Data Lake e Lake House basati sul cloud sono stati essenziali nel 2021, tanto da essere indicati come una delle iniziative principali (48% del campione) e caso d’uso ideale (57%).
Il cloud ibrido continua a essere il modello di sviluppo preferito, confermando i risultati della ricerca 2020. Tuttavia, quest’anno il divario tra cloud ibrido e privato è estremamente più ampio, con il cloud ibrido scelto da quasi il doppio degli intervistati (37,5%) rispetto a quello pubblico (20%), a dimostrazione del fatto che nel 2022 il cloud ibrido non è tanto una “scelta”, quanto una “necessità”. Le aziende, infatti, non hanno ancora abbandonato i sistemi on-premise, pur avendo incrementato la presenza sul cloud.
La trasformazione del business abilitata nel cloud
Quasi 4 intervistati su 5 (79%) hanno citato le complessità legate a integrazione, accessibilità e gestione di diversi formati di dati come il primo ostacolo per diventare un’azienda data-driven. Seguono la mancanza di capacità analitiche e di risorse per trasformare i dati grezzi in informazioni rilevanti (62%). Anche i data scientist hanno riscontrato difficoltà, dovendo trascorrere più tempo a trovare, rendere accessibili e preparare i dati piuttosto che ad analizzarli concretamente. Infatti, il 44% si è detta incapace di trovare, accedere e analizzare metà o addirittura una quantità superiore di dati dopo aver adottato tecnologie cloud. Solo il 17% ha dichiarato di riuscire a utilizzare il 75% o più dei dati a disposizione.
Il cambiamento in atto
Anche il ruolo dell’IT è cambiato nel percorso di modernizzazione del cloud. Nel 2020, l’attenzione degli esperti era rivolta alla scelta del giusto cloud provider e alla gestione della migrazione. Nel 2021 i professionisti IT si sono concentrati maggiormente sul ricevere l’adeguata formazione per migliorare il livello al cloud della propria azienda (31,3%). Continuando comunque a dare importanza anche ad altre attività come la selezione del provider e l’organizzazione della migrazione.
Le aziende ormai utilizzano la tecnologia cloud per diversi casi d’uso, tra cui i più frequenti sono sicuramente i report e le dashboard, la BI in modalità self-service e l’analisi ad-hoc. Tuttavia, gli intervistati prevedono un cambiamento che va nella direzione della virtualizzazione, preparazione, qualità e fusione dei dati, in futuro.
La trasformazione del business è una priorità
Questi casi d’uso forniscono un quadro completo di come molte organizzazioni si pongono rispetto al loro cloud journey. Innanzitutto gli stakeholder all’interno delle aziende sono pronti a fare uso migliore dei loro dati. Inoltre, dimostrano che ora le aziende stanno cercando di massimizzare i loro sistemi cloud attraverso repository di dati cloud-based. Dopo aver migrato sul cloud carichi di lavoro essenziali, il passo successivo è trovare un posto in cui archiviare i nuovi dati . I moderni approcci alla gestione dei dati, permettono di supportare i sistemi legacy per far sì che lavorino unitamente ai sistemi cloud.
Le preferenze delle aziende
Ravi Shankar, Senior Vice President e Chief Marketing Officer di Denodo
Gli utenti continuano a esprimere la necessità di avere a disposizione dati in tempo reale. Dunque non ci sorprende che la disponibilità, includendo anche l’integrazione, la gestione e l’analisi dei dati in cloud, non sia soltanto un elemento gradito ma un bisogno essenziale per diventare davvero un’azienda data-driven.
Questo avviene in ogni tipo di configurazione. Ma la verità è che la maggior parte delle organizzazioni non riesce a trovare, accedere e analizzare la metà o più dei suoi dati dopo aver adottato tecnologie cloud. Potrebbe essere questo il motivo per il quale il 93% delle organizzazioni ha dichiarato che utilizza già, sta valutando o considerando di sfruttare maggiormente l’integrazione, la gestione e l’analisi dei dati basate su cloud. Questo include anche tecnologie potenti come la virtualizzazione dei dati o il logical data fabric, in modo tale da fornire un accesso senza interruzioni e in tempo reale ai sistemi sia in cloud che on-premise.
La scelta dei fornitori di servizi cloud
Microsoft Azure e Amazon Web Services (AWS) continuano a dominare il mercato con ampi margini. Tuttavia, quest’anno AWS (44,6%) ha superato di gran lunga Azure (26,2%) dopo che quest’ultimo era stato in testa per ben due anni consecutivi. Google Cloud Platform (GCP) è risultata la terza piattaforma più popolare (8%), secondo quanto emerso dalla ricerca. Di contro, Alibaba ha registrato una crescita dall’1,4% nel 2021 al 3,6% di quest’anno.