Le minacce informatiche sono una priorità per enti pubblici e Governi, ma anche per chi usa Internet nella propria quotidianità: aziende e privati cittadini.
I numeri aggiornati parlano di violazioni informatiche in crescita, motivo per il quale le misure di prevenzione diventano sempre più fondamentali. Tali misure di difesa devono riguardare tanto i super computer dei governi, quanto le società di telecomunicazione, quanto infine i sistemi di connessione di chi lavora da casa e dei normali consumatori dei servizi Internet.
La crittografia è la risposta?
Ma ci sono misure comuni che governi e consumatori possono adottare, nonostante la differenza ingente di risorse disponibili? La risposta è sì e porta il nome di crittografia. Per i meno esperti tale sistema di scambio dati è alla base della VPN Linux così come degli altri servizi di Virtual Private Network compatibili con i vari sistemi operativi (Windows e MacOS). Si tratta di uno strumento alla portata di tutti, perché facile da installare e da utilizzare, che ha come finalità primaria la protezione dei dati personali.
A tale proposito quando si parla di sicurezza informatica è bene fare una distinzione: da un lato è importante impedire accessi non autorizzati a database, dischi e server, dall’altro – dal momento che è impossibile garantire una protezione del 100% contro i criminali informatici – bisogna mettere in sicurezza la trasmissione stessa.
La VPN si dimostra funzionale, poiché la rete privata virtuale è basata su server dislocati in remoto che garantiscono all’utente una connessione protetta tramite scambio crittografato.
Minacce informatiche, la protezione VPN
Tale tecnologia va a garantire la protezione dei dati in transito e nell’archiviazione: i dati infatti vengono resi indecifrabili durante la trasmissione, mentre le informazioni personali degli utenti vengono cancellate dai server.
Una funzionalità doppia che tutela la privacy online impedendo reati informatici e accessi di parte terze, più o meno lecite. Vale la pena sottolineare infatti che durante la navigazione lasciamo molte tracce di noi che consentono ai cosiddetti data broker di acquisire informazioni per una profilazione a scopo commerciale dell’utente. Per quanto sia meno dannosa di una violazione a scopo di reato, come per esempio il furto di identità digitale, si tratta comunque di un’ingerenza di soggetti terzi nella privacy online dell’utente.
Perché è importante vigilare sui dati personali?
I dati riportati dal Rapporto Clusit 2022 parlano chiaro: nel 2021 gli attacchi cyber sono aumentati del 10% e ciò che preoccupa maggiormente, è sia la quantità che la qualità dei reati. I cyber criminali sono diventanti più aggressivi, grazie a tecnologie sofisticate che mettono a dura prova le misure di prevenzione.
Tanto che, secondo il Rapporto sopra citato, bene il 79% degli attacchi è stato classificato a impatto elevato, con un + 29% rispetto all’anno precedente. Colpisce anche la tipologia dei bersagli: non soltanto le organizzazioni militari e governative, ma anche obiettivi multipli laddove sono raccolti dati di sanità, scuola e altri settori sensibili e ad alto impatto per la società civile.