Aruba, InfoCert e Trust Technologies evidenziano i risultati di una recente ricerca IDC in materia di posta elettronica certifica e benefici globali per la comunità.
Il Digital Trust è al centro della trasformazione delle imprese: entro il 2025, il 25% della spesa in sicurezza informatica sarà indirizzato allo sviluppo dei “Trust Frameworks”.
Parliamo di modelli strutturati per garantire e proteggere la fiducia tra le parti durante una transazione digitale. I programmi di Digital Trust sono considerati essenziali dal 62,5% dei CEO delle imprese a livello globale.
Il primo tassello tecnologico e di processo dell’ecosistema del Digital Trust italiano è rappresentato dalla Posta Elettronica Certificata. Nel 2019, nel nostro Paese risultavano attive 10,8 milioni di caselle PEC e i messaggi scambiati in un anno sono stati superiori a 2 miliardi e 380 milioni. Ed entro il 2022 si prevedono oltre 15 milioni di caselle attive e più di 3 miliardi di messaggi annuali.
PEC e Digital Trust, i benefici
Lo studio ha stimato i benefici diretti per l’intero sistema Paese. Si considera una riduzione degli spostamenti (mobilità frizionale) e l’abbattimento dell’impronta carbonica conseguente. Si azzerano i tempi di attesa (ore uomo risparmiate) e si liberano spazi operativi.
Le stime effettuate riguardano un orizzonte temporale che va dal 2008 al 2022 ed includono la considerazione degli ulteriori sviluppi previsti, ad esempio nell’evoluzione verso gli standard europei (eIDAS) o nell’ambito del PCT.
La digitalizzazione delle comunicazioni formali tra cittadini, professionisti, imprese e PA comporta un vantaggio economico diretto riconducibile al passaggio da un modello di costi legato al volume della corrispondenza cartacea a uno determinato da abbonamenti annuali senza limite di messaggi.
In base alle simulazioni sul dato storico, i benefici netti complessivi della PEC si attestano su un valore medio di circa 2,2 miliardi di euro sul mercato italiano nel periodo compreso tra il 2008 e il 2019. Valore che cresce ulteriormente di 1,8 miliardi di euro nella proiezione compresa tra il 2020 e il 2022.
Dallo studio IDC emerge, tra le altre cose, come soltanto una parte minoritaria dei flussi di PEC dipenda da processi di sostituzione della corrispondenza tradizionale. Un altissimo numero di messaggi PEC attuali e futuri è determinato dalla creazione di nuovi servizi, nuove modalità d’uso e nuovo business.
In pratica, la Posta Elettronica Certificata agisce come loro abilitatore e, in più, funge da facilitatore di servizi ibridi affiancando la Posta Descritta, anche grazie a vere e proprie sinergie con altre soluzioni tecnologiche già presenti sul mercato.
PEC e Digital Trust, risorse e tempo risparmiati
L’analisi quantitativa, inoltre, basandosi su molte fonti referenziate ed aggiornate quali l’AgID, l’Istat, l’ACI e il Greenhouse Gas Protocol, per citarne alcune, ha stimato l’impatto anche su altre dimensioni oltre a quella economica.
Riduzione dell’impronta carbonica e della mobilità frizionale: l’accesso ai servizi del sistema postale richiede uno spostamento dal domicilio del cittadino o dalla sede del professionista, per raggiungere fisicamente l’ufficio postale e accedere ai servizi di corrispondenza. Questo spostamento è solitamente limitato all’area di copertura dell’ufficio postale e comporta l’impiego di veicoli che producono una emissione carbonica.
IDC ha calcolato che, attraverso l’uso della PEC, la mobilità frizionale è stata ridotta di 253 milioni di km nel 2019, destinati a diventare 391 milioni di km nel 2022. Inoltre, la PEC ha consentito un risparmio di 78.000 tonnellate di CO2 nel 2019, che saliranno a 120.000 tonnellate nel 2022.
Riduzione degli spazi di archiviazione di breve e lungo termine: secondo le stime, l’archiviazione digitale della corrispondenza ha consentito di liberare oltre 1,3 milioni di mq di spazi di archiviazione nel 2019 – sia di giacenza che di conservazione – che si prevede raggiungano la cifra di 1,6 milioni di m2 nel 2022.
Eliminazione dei tempi di attesa per l’accesso ai servizi del sistema postale: grazie alla sostituzione di una parte della Posta Descritta con la PEC si eliminano virtualmente i tempi di attesa fisica presso gli uffici postali, stimati – e questo è il dato più curioso – in 2.150 anni-uomo nel 2019, destinati a diventare addirittura 3.234 nel 2022.
PEC e Digital Trust, presente e futuro
Nel contesto attuale dell’emergenza sanitaria, la PEC ha rappresentato un asset strategico per il Sistema Paese, consentendo di fornire una risposta tempestiva ad un’esigenza straordinaria e non attesa di comunicazione certificata, basata su processi remoti e digitali, rivelandosi uno dei principali strumenti di comunicazione ufficiale per cittadini, imprese e istituzioni.
Nel prossimo futuro, sono già previste una serie di ulteriori evoluzioni, tra cui quella del 2021 che vedrà la nascita della PEC Qualificata – qualified e-delivery a norma eIDAS. Essa consentirà all’Italia di diventare la prima realtà europea, in termini di numeri e scambi, con una soluzione di e-delivery qualificato per cittadini, imprese e in generale qualsiasi realtà economica.